Società | SALTO change

Raccontare la realtà senza polarizzare

Julia Tappeiner, giornalista libera professionista che oggi sarà ospite ai Colloqui di Dobbiaco, racconta il proprio lavoro "costruttivo" presso Perspective Daily, che pubblica un approfondimento al giorno: "Il focus dei media è sulle news negative".
Julia Tappeiner
Foto: Phil Dera für Holtzbrinck Berlin
  • SALTO: Julia, cominciamo dal suo percorso: per chi lavora oggi e come si è avvicinata al giornalismo costruttivo?
    Julia Tappeiner: Sono una giornalista altoatesina libera professionista, ma principalmente collaboro con Perspective Daily, un giornale online tedesco nato nel 2016 sotto l’impulso di due neuroscienziati e si è dedicato allo slow journalism. Pubblica solo un articolo di approfondimento al giorno e si concentra su soluzioni e prospettive, appunto, costruttive. Io stessa ci sono arrivata perché non mi ritrovavo nel giornalismo tradizionale, spesso polarizzante. L’attuale approccio invece rispecchia di più il mio modo di lavorare.

    Cosa distingue il giornalismo costruttivo dall’informazione tradizionale?
    Non si limita a raccontare problemi, ma cerca anche possibili soluzioni. È un modo per bilanciare la tendenza dei media a concentrarsi solo sul negativo. La neuroscienza infatti parla di negativity bias: il nostro cervello è programmato a reagire di più alle notizie negative. I giornali lo sanno e lo sfruttano ma a lungo termine i lettori ne escono stressati, fino ad arrivare al fenomeno della news avoidance, una fuga dalle notizie e il progressivo allontanamento dei lettori dai media. Il giornalismo costruttivo prova a ribaltare questo trend, mostrando anche evoluzioni positive e punti in comune, senza cadere nella polarizzazione.

     

    "Il giornalismo costruttivo non vuole rafforzare una bolla: cerca punti di contatto"

     

    Oggi, sabato 27 settembre, insieme alla caporedattrice di SALTO terrà un workshop ai Colloqui di Dobbiaco proprio su questo tema. Cosa proporrà al pubblico?
    Partiremo dalla teoria – il problema della sfiducia e della stanchezza verso i media – e vedremo se l’approccio costruttivo può essere una risposta. Poi ci sarà la pratica: i partecipanti leggeranno articoli di giornali classici e articoli costruttivi, per percepire sulla propria pelle la differenza. Infine discuteremo insieme anche dei limiti di questo approccio, perché non è sempre facile applicarlo nelle redazioni, dove spesso mancano tempo e risorse.

  • Julia Tappeiner: Sabato 27 settembre la giornalista altoatesina terrà un workshop ai Colloqui di Dobbiaco proprio sul giornalismo costruttivo. Foto: Privat
  • Il panorama editoriale italiano, però, sembra indicare un’altra direzione: a “funzionare”, e quindi a vendere più copie oppure a perderne meno rispetto a tutte le altre testate, sono solo i giornali fortemente di opinione, posizionati a estrema sinistra e estrema destra. I lettori trovano così conferma delle proprie opinioni nelle testate di riferimento, sui giornali che quindi comprano nelle edicole. Come si colloca, quindi, un modello che punta alla complessità e alle soluzioni?
    Il giornalismo costruttivo non vuole rafforzare una bolla: cerca punti di contatto, dà voce a quella “silent middle” che rappresenta la maggioranza della popolazione. Non significa edulcorare la realtà, ma raccontarla con equilibrio e senza ridurre tutto a scontro e divisione.

    A luglio di quest’anno è stata a Kiev, in Ucraina, dove dal febbraio 2022 si sta svolgendo il conflitto con la Russia. Come si può raccontare in modo costruttivo un conflitto?
    Non si tratta di dire che la guerra è “bella” – perché non lo è mai – ma di scegliere come raccontarla. Si possono mostrare solo vittime passive oppure anche persone che cercano di resistere e aiutare la propria comunità. Io, per esempio, a Kiev ho scritto di insegnanti di yoga che offrono corsi gratuiti a chi ha subito traumi. Questo non nega la tragedia, ma dà spazio anche alla resilienza.

    Infine, i social. Un mezzo sempre più presente nel panorama informativo. È possibile portare il giornalismo costruttivo anche su queste piattaforme?
    È una sfida per tutti. Perspective Daily, per esempio, ha un pubblico adulto e non punta tutto sui social, ma cerca comunque di esserci – su Instagram, su Mastodon – per intercettare lettori che hanno perso fiducia nell’informazione tradizionale.