Carolina mentì per amore

“Mentì consapevolmente e per amore dell’allora fidanzato quando un ispettore della Wada si presentò sulla porta ad Oberstdorf”
Questo è quanto risulta scritto nella motivazione della sentenza della giustizia sportiva. La pattinatrice in sostanza è stata ritenuta responsabile di aver aiutato Alex Schwazer a sottrarsi ad un controllo antidoping, ma è stata considerata in buona fede quando ha affermato di non aver saputo che il fidanzato si dopasse.
Il testo della sentenza precisa che le norme puniscono “l'aiuto alla commissione di qualsiasi violazione della normativa antidoping: dunque non solo all'uso di una sostanza vietata ma anche ad esempio all'elusione di un controllo”.
Ma i giudici nelle motivazioni della sentenza spiegano nel dettaglio per quale motivo alla pattinatrice sono state concesse le ‘circostanze attenuanti’.
"Il tna ha ritenuto che sul comportamento di carolina kostner abbiano influito svariati fattori, attenuando il grado di sua colpevolezza. tra tali elementi il tna ha dato rilievo al fatto che l'atleta ha agito sulla base di una richiesta della persona che amava, al carattere subitaneo della richiesta, che esigeva una risposta nel giro di pochi secondi, all'assenza di elementi che facciano ritenere che il comportamento dell'atleta sia stato premeditato, al fatto l'atleta si è immediatamente attivata affinché schwazer si recasse nel luogo in cui poteva essere sottoposto al controllo, e alla circostanza che l'atleta, pur consapevole dell'aiuto all'elusione del controllo, non sapeva che schwazer faceva uso di sostanze vietate."
Contro la sentenza del 16 gennaio è possibile l'appello al Tas che può essere presentato, oltre che dalla Kostner, dalla procura antidoping del Coni e dalla Wada.
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