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Maia Alta, serie D sempre più vicina

Dopo il successo nel big match conto il Levico, la formazione meranese ha un vantaggio di 11 punti sul Parcines, secondo. Toccoli: "Tenere alta l'attenzione"
Flavio Toccoli
Foto: Triveneto Goal
  • Di promozioni Flavio Toccoli, allenatore del Maia Alta, se ne intende, avendone ottenute diverse sia da giocatore che da quando siede in panchina. E a maggio potrebbe arrivarne un’altra, che significherebbe lanciare i meranesi per la prima volta in serie D.

    Domenica scorsa è arrivata la vittoria netta per 4-0 contro il Levico, contro la vostra più autorevole antagonista per la promozione, che gara è stata?

    Flavio Toccoli: Sapevamo dell’importanza di questa sfida soprattutto per loro perché era l’ultimo treno, per noi in fondo era una delle tante, non siamo uno squadrone che può pensare di vincerle tutte. Abbiamo approcciato bene, segnando subito e questo ci ha dato più fiducia e poi siamo stati cinici e bravi nei duelli, in tutte le zone del campo. Loro si è visto che non attraversano un buon momento, in alcuni momenti è comparso anche un po’ di nervosismo.

    In classifica siete a +11 sulla seconda: il più è ormai fatto?

    Siamo stracontenti di come sta andando, che il margine si sta allungando, ma non vogliamo calare l’attenzione perché negli ultimi anni il girone di ritorno è sempre stato in chiaroscuro per noi. Ci sono altre sfide importanti, domenica c’è il Bozner poi il derby contro il Parcines e quindi lo Stegona tutti campi dove devi andare a combattere per portare a casa la vittoria

    Cosa le sta piacendo in particolare della sua squadra?

    La società ha fatto un ottimo lavoro nell’inserimento di giocatori anche di categoria inferiore che hanno dimostrato di avere fame e voglia di fare risultato. Aggiungo che siamo tanti e questo ci permette di avere un certo livello tipo sia in allenamento che nelle partite sopperendo ad eventuali infortuni e squalifiche. E anche chi non gioca tanto, quando viene chiamato in causa dà sempre il massimo

    Un campionato di Eccellenza lo ha già vinto qualche anno fa con il Trento, che similitudine c’è con questa stagione?

    Anche a Trento avevo una rosa lunga e competitiva. Certo lì c’era un altro ambiente, cinque allenamenti a settimana, allenavo in un club più costruito per vincere

  • Flavio Toccoli, allenatore del Maia Alta Foto: Transfermarkt
  • L’anno scorso è stato una stagione sotto le aspettative, visto il settimo posto finale

    Soprattutto nel girone di ritorno ci sono stati dei problemi. Dopo la partita di Coppa Italia con il Villafranca, abbiamo perso dei giocatori importanti come Holler, Debiasi, Timpone, Brusco e di conseguenza ho dovuto mettere in campo, ben volentieri si intende, tanti giovani, tutti 2007, che però, vista l’età, e non potendo essere sostenuti dagli esperti, sono andati in difficoltà

    Il prossimo anno sarà ancora l’allenatore del Maia Alta?

    Abbiamo già trovato un accordo con al società: resterò almeno un'altra stagione, qualsiasi sia il risultato di questo campionato

    La serie D l’ha già fatta da giocatore, con il Südtirol e il Mezzocorona: perché le nostre squadre quando varcano i confini regionali, fanno tanta fatica? 

    Qui ci sono degli ottimi giovani, però il problema principale è il bacino dal quale attingere i giocatori esperti. In altre realtà, come il Veneto, si vede spesso che uno dalla B va a giocare in serie D, qui da noi è molto difficile che un giocatore del Südtirol scenda tra i dilettanti. Da altre parti poi si allenano come professionisti. Ci sono però esempi recenti come quelli di Virtus Bolzano e San Giorgio che hanno dimostrato come, quando si riesce a creare un buon blocco inserendo i giocatori giusti sia over che under, la categoria la si può reggere

    Due mesi di sosta sono troppi, gli inverni sono un po’ cambiati negli ultimi anni e le strutture, al netto di qualche valle, ci sono

    Il Südtirol ce la farà a salvarsi?

    Ce lo auguriamo tutti, mi sembra che con Castori ci sia una nuova identità, una nuova fiducia nei giocatori e una certa praticità con il gioco in verticale. Contro il Brescia meritava qualcosa di più, peccato perché una vittoria avrebbe permesso di superare in blocco diverse squadre

    E’ tra quelli che pensano che siano troppi due mesi di sosta in Eccellenza tra fine andata e inizio ritorno?

    Sì, gli inverni sono un po’ cambiati negli ultimi anni e le strutture, al netto di qualche valle, ci sono. Anche perché ormai nessuno si ferma più del tutto durante la pausa e tutti a inizio gennaio sono già in campo ad allenarsi

    Come le sembra il livello di questa Eccellenza? 

    E’ un campionato molto equilibrato, livellato verso l’alto sia dal punto tecnico che fisico, dove giocano molti giovani interessanti. Squadre come il Comano per esempio, quarto l’anno scorso, sta facendo fatica, la stessa Virtus Bolzano, retrocessa dalla D non sta rispettando le aspettative. L’unica che ha perso il treno è forse lo Stegona, con le altre, per vincere, devi combattere alla grande

    Qual è stato il momento più bello della sua carriera

    Chi fa sport lo fa tendenzialmente per vincere, quindi tutti i successi in campionato: da quelli, da giocatore, con Südtirol e Mezzocorona in serie D a quelli da allenatore con il primo posto in Promozione con il Bozner, la vittoria dell’Eccellenza con il Trento oltre alle Coppe conquistate con il Maia Alta 

    Ha un rimpianto?

    No, né da calciatore né da allenatore. In particolare quando giocava, ero ben consapevole dei miei limiti, ma sono riuscito a raggiungere la serie C quando ormai pensavo di non riuscirci più, e penso di aver fatto il massimo