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Politica | Paralisi politica
Si pensa al trasloco del parlamento
La richiesta pressante di populisti come Salvini, Meloni e Renzi di riunire il parlamento al più presto altro non è che l'ennesimo bluff politico per agitare le acque. Perché i parlamentari sono 630 alla camera e 315 al senato - in due aule che non rispettano minimamente le normative sulla distanza imposte dall'emergenza corona virus. E' la prima paralisi dal dopoguerra di un parlamento, sul quale pende ancora il referendum sulla riduzione delle camere fissato per il 29 marzo e spostato a data da destinare.
A palazzo Montecitorio due infermieri con il termoscanner misurano la temperatura a chi entra e in ogni ascensore salgono solo due persone che si piazzano negli angoli contrapposti. Osserva la deputata di Forza Italia Giusy Versace: "Il parlamento è un curatore naturale di virus perché tutti veniamo da ogni parte d'Italia e viaggiamo in continuazione." Con Anna Ascani e Pierpaolo Sileri sono due i viceministri del governo Conte infettati . Stessa sorte è toccata ancha alla deputata piemontese del PD, Chiara Gribaudo. Anche il deputato Luca Lotti ha annunciato di essere risultato positivo al Covid 19.
Alla ripetute pressioni di di riaprire il parlamento i presidenti Roberto Fico e Elisabetta Casellati rispondono con chiarezza: "Non è mai stato chiuso. Nessuna limitazione all'attività legislativa."
Eppure in piena emergenza Corona Virus, camera e senato stanno facendo i conti con le forti restrizioni alla circolazione, a cui si aggiunge la paura di nuovi contagi tra i parlamentari.
In questa situazione nella capitale si cercano nuovi spazi per garantire la presenza di tutti, tentativo tutt' altro che semplice. L'ex-presidente della camera Laura Boldrini ha proposto il Palazzo dei congressi all' EUR, edifico monumentale costruito nel ventennio. Altri propongono la nuova fiera di Roma, che dispone di spazi ampi, ma non sempre disponibili.
L'ex-presidente della camera Laura Boldrini ha proposto il Palazzo dei congressi all' EUR, edifico monumentale costruito nel ventennio. Altri propongono la nuova fiera di Roma, che dispone di spazi ampi, ma non sempre disponibili.
Il senatore Gaetano Quagliarello: "O ci si rassegna ad un parlamento ridotto essenzialmente al ruolo di passacarte oppure bisogna trovare un posto per riunirci solennemente, fattivamente e a ranghi completi". Ma il trasloco di un parlamento con quasi mille persone in una città caotica come Roma è un'impresa alquanto surreale.
Nel frattempo si torna ai vecchi rituali: quando tra una settimana alla camera si voterà sul cuneo fiscale non ci sarà il solito voto elettronico, ma ogni deputato con la sua scheda sfilerà davanti al tavolo della presidenza - a dovuta distanza.
Tra le ipotesi in campo su cui stanno ragionando i presidenti dei due rami del Parlamento e i capigruppo c'è il voto per alzata di mano (che consente una presenza meno 'massiccia' di parlamentari in Aula) o il voto scaglionato (già sperimentato a palazzo Madama in occasione dello scostamento di bilancio), o ancora il voto per 'chiamata', come avviene nelle votazioni sulla fiducia.
Ma queste soluzioni, che potrebbero essere valide per il voto finale, non risolverebbero invece la questione dei diversi voti consecutivi sugli emendamenti. Forza Italia, con Francesco Paolo Sisto, propone allora il "voto per delega al capogruppo", una soluzione che consentirebbe di evitare l'incostituzionale e non consentito (articolo 49 del Regolamento) 'voto online'. La delega, che deve essere limitata ai casi di epidemia grave, certifica la volontà del singolo parlamentare e dovrebbe riguardare ciascun emendamento e il voto finale, per cadere nel momento in cui il parlamentare decidesse di presenziare in aula.
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