Wie ich letzthin schon in den Zeitungen lesen konnte, ist die Italienische Schule bezüglich Erlernung der zweiten Landessprache schon gut entwickelt. Und wie ich hier lese nicht nur in Form von Experimenten sondern auch offiziell. Als ich vor vier Wochen meinen Blog www.salto.bz/de/article/06042013/zweisprachige-schule-und-autonomiestat… postete, kam darauf keine Reaktion. Ich musste erfahren, dass dieses Thema entweder schon zum Überdruss abgehandelt war, oder dass die deutschsprachigen Südtiroler, dieses Bedürfnis nicht verspüren. Also hatte ich auch kaum eine Hoffnung, dass SVP-Politiker dieses Thema im Vor-Wahl-Kampf aufgreifen würden. Ich war dann positiv überrascht, als sich beide Kandidaten dafür offen zeigten. Nun glaube ich, muss die deutsche Schule nachziehen, wenn auch vielleicht in einer anderen Form. Ich dachte, das Modell der dreisprachigen Landinischen Schule könnte in allen größeren Ortschaften und in den Städten angeboten werden. Neben den zweisprachigen Familien käme es auch den Zuwanderern zugute, die somit paritätisch beide Landesprachen erlernen könnten und denen man - soweit als möglich - anstatt dem Landinischen ihre Muttersprache unterrichten könnte. Denn das Beherrschen der Muttersprache ist mW die Voraussetzung für die Erlernung weiterer Sprachen.
Merkwürdig nur, dass die Absolventen der italienischen Schulen die Zweitsprache noch immer weniger gut beherrschen, als die Absolventen der deutschen Schulen. Über die Entwicklung der Zweitsprachkenntnisse über einen längeren Zeitraum liegen erst gar keine Daten vor. Und hierauf wollen wir in einem Staat, der vor allem die italienische Einsprachigkeit fördert, die paritätische Gemeinschaftsschule bauen? Das halte ich nicht wirklich für eine gute Idee.
Che la scuola italiana lentamente diventi plurilingue è molto positivo e un onore per tutte le persone che lavorano affinché ciò accada. Ma attenzione: una cosa è la "libertà" accordata "agli italiani" di fare quel che vogliono nella "loro" scuola (cosa ormai scontata da almeno 10 anni), un'altra è creare una vera scuola plurilingue come offerta aggiuntiva per tutto il Sudtirolo: una scuola cioè dove siedano accanto bambini di madrelingua italiana, tedesca e altre lingue, una scuola con personale insegnate, dirigente e amministrativo di diverse lingue, una scuola sentita come propria da persone di tutte le lingue ecc...
Questo è l'obbiettivo a cui dovremmo tendere e una cosa così può nascere solo come progetto comune della scuola tedesca italiana e ladina, che decidono insieme di dar vita a questo "quarto" corso scolastico. Perché la cosa decisiva è proprio il "mescolamento" (oddio, la parola mi è scappata) di bambine e bambini di diversa madrelingua, che intreccino amicizie e si conoscano al di là degli stereotipi. Solo questa è la scuola della convivenza, il laboratorio vivente della multiculturalità, la scuola del "Sudtirolo indiviso".
Mi piacerebbe che chi parla e scrive di queste cose non facesse confusione tra i concetti.
Quella attuale è la scuola italiana a immersione spinta, di grande significato, certo (soprattutto nella sua sperabile capacità di "contaminare" anche il mondo tedesco), ma è purtroppo un'altra cosa di una "scuola sudtirolese indivisa". Altrimenti non si capisce perché il progredire di questa scuola "plurilingue" (ma solo italiana!) si accompagna con un allontanamento crescente dei sistemi scolastici italiano tedesco e ladino tra loro (vedi polemica sulla settimana corta) o con l'acuirsi dell'ostilità etnica in certe parti del mondo giovanile (andate a farvi raccontare che cosa succede tra i ragazzi di certe realtà, tipo Lana).
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...nun muss auch die deutsche Schule folgen
Wie ich letzthin schon in den Zeitungen lesen konnte, ist die Italienische Schule bezüglich Erlernung der zweiten Landessprache schon gut entwickelt. Und wie ich hier lese nicht nur in Form von Experimenten sondern auch offiziell. Als ich vor vier Wochen meinen Blog www.salto.bz/de/article/06042013/zweisprachige-schule-und-autonomiestat… postete, kam darauf keine Reaktion. Ich musste erfahren, dass dieses Thema entweder schon zum Überdruss abgehandelt war, oder dass die deutschsprachigen Südtiroler, dieses Bedürfnis nicht verspüren. Also hatte ich auch kaum eine Hoffnung, dass SVP-Politiker dieses Thema im Vor-Wahl-Kampf aufgreifen würden. Ich war dann positiv überrascht, als sich beide Kandidaten dafür offen zeigten. Nun glaube ich, muss die deutsche Schule nachziehen, wenn auch vielleicht in einer anderen Form. Ich dachte, das Modell der dreisprachigen Landinischen Schule könnte in allen größeren Ortschaften und in den Städten angeboten werden. Neben den zweisprachigen Familien käme es auch den Zuwanderern zugute, die somit paritätisch beide Landesprachen erlernen könnten und denen man - soweit als möglich - anstatt dem Landinischen ihre Muttersprache unterrichten könnte. Denn das Beherrschen der Muttersprache ist mW die Voraussetzung für die Erlernung weiterer Sprachen.
In risposta a ...nun muss auch die deutsche Schule folgen di Sepp Bacher
Merkwürdig nur, dass die
Merkwürdig nur, dass die Absolventen der italienischen Schulen die Zweitsprache noch immer weniger gut beherrschen, als die Absolventen der deutschen Schulen. Über die Entwicklung der Zweitsprachkenntnisse über einen längeren Zeitraum liegen erst gar keine Daten vor. Und hierauf wollen wir in einem Staat, der vor allem die italienische Einsprachigkeit fördert, die paritätische Gemeinschaftsschule bauen? Das halte ich nicht wirklich für eine gute Idee.
La scuola plurilingue è un'altra cosa
Che la scuola italiana lentamente diventi plurilingue è molto positivo e un onore per tutte le persone che lavorano affinché ciò accada. Ma attenzione: una cosa è la "libertà" accordata "agli italiani" di fare quel che vogliono nella "loro" scuola (cosa ormai scontata da almeno 10 anni), un'altra è creare una vera scuola plurilingue come offerta aggiuntiva per tutto il Sudtirolo: una scuola cioè dove siedano accanto bambini di madrelingua italiana, tedesca e altre lingue, una scuola con personale insegnate, dirigente e amministrativo di diverse lingue, una scuola sentita come propria da persone di tutte le lingue ecc...
Questo è l'obbiettivo a cui dovremmo tendere e una cosa così può nascere solo come progetto comune della scuola tedesca italiana e ladina, che decidono insieme di dar vita a questo "quarto" corso scolastico. Perché la cosa decisiva è proprio il "mescolamento" (oddio, la parola mi è scappata) di bambine e bambini di diversa madrelingua, che intreccino amicizie e si conoscano al di là degli stereotipi. Solo questa è la scuola della convivenza, il laboratorio vivente della multiculturalità, la scuola del "Sudtirolo indiviso".
Mi piacerebbe che chi parla e scrive di queste cose non facesse confusione tra i concetti.
Quella attuale è la scuola italiana a immersione spinta, di grande significato, certo (soprattutto nella sua sperabile capacità di "contaminare" anche il mondo tedesco), ma è purtroppo un'altra cosa di una "scuola sudtirolese indivisa". Altrimenti non si capisce perché il progredire di questa scuola "plurilingue" (ma solo italiana!) si accompagna con un allontanamento crescente dei sistemi scolastici italiano tedesco e ladino tra loro (vedi polemica sulla settimana corta) o con l'acuirsi dell'ostilità etnica in certe parti del mondo giovanile (andate a farvi raccontare che cosa succede tra i ragazzi di certe realtà, tipo Lana).