Ötzi nel cubo
C’è chi, a denti stretti, lo definisce già una sorta di “clone” del Museion. Chi invece lo trova “bello e coraggioso” e si augura venga al più presto realizzato. Si tratta del progetto presentato dallo studio dell’archistar (e senatore a vita) Renzo Piano e commissionato dalla Generalbau di Pietro Tosolini per il nuovo Museo Archeologico dell’Alto Adige presso l’edificio ex INA, quello che attualmente ospita la biblioteca comunale “Cesare Battisti” a Ponte Talvera. Dai rendering del progetto museale, illustrato oggi nel corso di una conferenza stampa a Bolzano, viene subito all’occhio come la parte curva con il porticato dell’edificio in stile razionalista, che non è posto sotto tutela, verrà completamente demolita per lasciare posto a un cubo sollevato da terra, circondato da un “bosco urbano” e collegato all’altra sponda del torrente Talvera da una passerella pedonale parallela a Ponte Talvera, lì dove negli anni ottanta sorgevano i due ponti Bailey. Il baricentro dell’edificio sarà perfettamente in asse con piazza Vittoria.
“Il palazzo non è sotto tutela e non assunse la forma voluta da Marcello Piacentini, che prevedeva un edificio speculare a nord di via Museo, mai realizzato.” - Emanuela Baglietto, Renzo Piano Building Workshop
“Lavorare su Bolzano ci ha stimolato molto. Nonostante l’ex Ina si trovi ai limiti del centro, abbiamo l’opportunità di lavorare con la natura” ha sottolineato l’architetta Emanuela Baglietto dello studio di Piano. Così nasce il bosco di betulle che dai Prati del Talvera “invade il centro storico”. Mentre la soprelevazione del museo consente, spiegano i progettisti, “una maggiore permeabilità”. Dalla passerella pedonale, passando per una sorta di gradinata sui Prati, si accederà all’ingresso interrato sotto via Rosmini, pensato come “polmone” per mostre temporanee. Gli spazi espositivi - ha spiegato l’architetto Michel Chasseur - saranno quindi suddivisi in tre aree principali: il cubo “sospeso” dedicato alla storia di Ötzi, i due livelli al di sotto di via Museo dedicati agli altri reperti archeologici del Sudtirolo e, appunto, l'area per le mostre affacciata sul Talvera. La “parete riflettente” avrà un impatto estetico importante, fanno notare i progettisti, e il bosco “renderà pubblico uno spazio ora privato”.
Niente Piacentini, niente PPP?
Il complesso razionalista rappresenta storicamente un ingresso della città vecchia. Nonostante questo, esso non è posto sotto tutela e - aggiunge Baglietto - “non ha mai assunto la forma voluta da Marcello Piacentini, che prevedeva un edificio speculare a nord di via Museo, mai realizzato”. Tema non secondario, dunque, l’abbattimento (“recupero”) di buona parte dell’ex INA e una ridefinizione delle volumetrie, 40% in meno di volume e 50% in meno di impronta-terra: “Si costruirà di meno e non di più”. Secondo l’architetta “mancano gli spazi pubblici verdi a Bolzano”, di qui la scelta di un'estensione del verde dei Prati.
A mancare è però anche la chiarezza sulle intenzioni del gruppo di Tosolini. Il progetto sarà un PPP? "Siamo in dialogo con l'amministrazione provinciale" spiega il committente, "ma non abbiamo ancora scelto la procedura". I costi si aggirerebbero intorno ai 75 milioni di euro (escluso l'allestimento museale) e i tempi di realizzazione vengono stimati in tre anni e mezzo.
Update 27.05.2022:
Sembra esserci maggiore chiarezza su quale sarà la procedura seguita dal proponente nella trattativa con la Provincia. La Generalbau di Tosolini propende infatti per un percorso più “semplice” rispetto a quello seguito dalla SIGNA con la partnership pubblico-privato (PPP) del Virgolo. Tosolini si limiterebbe “solo” a uno scambio di immobili attraverso una permuta di beni e servizi. In cambio del proprio nuovo manufatto, che una volta ultimato passerebbe subito alla Provincia, verrebbero infatti chiesti l’attuale edificio museale in via Museo (l’ex Banca d’Italia) e un paio di strutture a Merano del demanio del Ministero della Difesa ceduto alla Provincia. A questi, per realizzare il “cubo” per Ötzi e la ridefinizione delle aree circostanti, vanno aggiunte le convenzioni necessarie con il Comune (in quanto proprietaria delle strade limitrofe e del cortine del Museo Civico) e con la Provincia per il demanio idrico dei Prati del Talvera, dai quali si accederebbe al nuovo Museo archeologico dell'Alto Adige attraverso una sorta di anfiteatro.
Una contropartita immobiliare apparentemente inferiore alla richiesta avanzata da Hager e Benko, che puntavano su diverse varianti urbanistiche sparse per il capoluogo, da via Guncina a via Resia, e chiedendo un indice di edificabilità pari a 4,5 metri cubi per metro quadro, ben oltre i 3,5 di Casanova e i 4 di Prati di Gries. Anche Tosolini non è però nuovo a richieste esorbitanti: nella trattativa fallita con la Provincia sempre per l’ex INA, Tosolini chiese ben 17 milioni di euro in più rispetto alla stima degli uffici estimo provinciali.
Ich finde den Abbruch des
Ich finde den Abbruch des Gebäudes nicht richtig und auch den Birkenwald nicht glücklich gewählt.
Überall versucht man, stark pollenlastige Bäume im Siedlungsgebiet nicht neu anzupflanzen oder durch solche mit weniger Pollenentwicklung zu ersetzen...
Man kann auch an solche Kleinigkeiten denken...
In risposta a Ich finde den Abbruch des di M A
Das Problem des Birkenhains
Das Problem des Birkenhains scheint mir eher, dass sie von Oktober bis April kahle Bäume ohne Laub sind...
In risposta a Ich finde den Abbruch des di M A
Das Problem des Birkenhains
Das Problem des Birkenhains scheint mir eher, dass sie von Oktober bis April kahle Bäume ohne Laub sind...
In risposta a Das Problem des Birkenhains di Gerhard Mumelter
… und dann werden die
… und dann werden die fleissigen gemeindearbeiter mit den wenig umweltfreundlichen laubblässer all das birkenlaub zusammenblasen. laut und staubig wird es werden …
" I costi si aggirerebbero
" I costi si aggirerebbero intorno ai 75 milioni di euro (escluso l'allestimento museale) e i tempi di realizzazione vengono stimati in tre anni e mezzo."
Jemand Lust auf Wetten? Ich tippe 123 Millionen, und 5,5 Jahre.
In risposta a " I costi si aggirerebbero di Manfred Gasser
my guess: Caramaschi schreibt
my guess: Caramaschi schreibt vorher noch 3 Romane und in 5 Jahren darf man auch mit dem Rad die doppelspurige Strasse nach unten in die Stadt benutzen.
Assodato che il Virgolo non
Assodato che il Virgolo non verrà mai bonificato, ed è quello che si meritano tutti quelli contro a prescindere, a cui auguro un'altrattanta vita di rovine. Assodato tutto questo, al netto della scelta degli alberi, trovo il progetto bellissimo.
Se io fossi il proprietario, avendo in patrimonio più di un miliardo di euro, e consapevole di essere di passaggio su questa vita, lo regalerei a Bolzano Bozen, pagandolo di tasca propria. A mo di ringraziamento.
Carino ma non mi potete
Carino ma non mi potete venire a dire che questo progetto e migliore del virgolo di Snøhetta che sta proprio su un altro livello. Spero che venga ripresentato quest'ultimo correggendo i "capricci" del comune.
speriamo che non finisca in
speriamo che non finisca in una sfida "all'O.K. Corral" fra Tosolini e Benko con il PPP = (PorticatoPasserellaPedonale) nel cubo e Caramaschi e Kompatscher come i fratelli Earp.
Concordo con la piantumazione
Concordo con la piantumazione di alberi in città, era ora! Peccato che gli archi-star forse dimenticano che le betulle sono grandi portatrici di pollini, e quindi di allergie a volte molto forti.
Suggerisco la lettura di questo sito:
https://www.pollenundallergie.ch/informazione-sui-pollini/piante-allerg…
Interessante. Non il progetto
Interessante. Non il progetto, sul quale nutro diversi dubbi, ma il fatto che per mesi si è parlato del patrimonio regalato a un privato se dovesse essere realizzata la soluzione "Virgolo" e ora si regala il patrimonio ai soliti altri privati che sembrano semplicemente essere la lobby più forte e che sono proprio quelli che hanno fortemente osteggiato la soluzione Virgolo.
Basta speculatori stranieri.
Basta speculatori stranieri. Vogliamo speculatori nostrani!
Bis Heute hat Geom. Tosolini
Bis Heute hat Geom. Tosolini alle wichtigen Baustellen bekommen (Schülerheim Drususstasse, ex Fiat Drususstrasse, Einkaufszentren in Bozen Süd) aber noch KEINES fertiggestellt. Wie kann man ein solches Projekt in deren Händen legen?
Bello! Ma io che lo conosco
Bello! Ma io che lo conosco bene, non credo che Ötzi ne sarà contento...
Ich finde diesen Standort für
Ich finde diesen Standort für das Museum gut gewählt, auch weil ich mir wünsche, dass damit das Verbundenheitsgefühl, bzw. das Gemeinschaftsgefühl, untereinander und innerhalb der Bozner BürgerInnen weiterwachsen kann.
Sehr wesentlich ist, dass dieses Bauprojekt mit dem Focus auf:„Kreislaufwirtschaft im Bau“ gedacht und geplant wird.
So können die Weichen jetzt richtiggestellt werden: FÜR einen zukunftsfähigen Stadtentwicklungsplanung, für Konzepte innovativer Altbausanierungen, für die Schaffung neuer Grünflächen (auf Dächern, brachliegenden, versiegelten Grundstücken …) für Bäume pflanzen, für eine solidarische Gesellschaft, usw...
aber bitte PIANO!
aber bitte PIANO!
alte historische bausubstanz erhalten!
landesgeschichte respektieren und nachhaltig bauen!
vorhandenes adaptieren/erweitern und nicht wegwerfen!
nach dem cubo di alluminiò nun ein cubo di acciaio, dann einer die rame, di ottone, di zinco… bozen, die musterksite für "kreative" fassadenverkleidungen.
was die natur anbelangt, so klingt der bosco di betulle doch eher wie ein feigenblatt mit vielen pollen (ein danke an denen, die das heikle thema der pollen aufgebracht haben).
arch. renzo piano ist sicherlich im stande, ohne zweifel, mit historischer bausubstanz respektvoll und intelligent umzugehen; alles hängt vom pflichtenheft ab, was ihm ausgehändigt/vorgegeben wird.
Den Drang gefühlsloser
Den Drang gefühlsloser moderner Architekten, historische Orte mit ihren eigenartigen Duftmarken zu verunstalten, müssten die Baubehörden mit besonders sorgfältiger Prüfung verhindern.
Mit dem sogenannten Rendering wird dürftige Architektur, mit listigen unverantwortlichen Größenanpassungen versteckt und mit vielen Sträuchern und Bäumen veredelt, um die Baubehörde herein zu legen.
Mit dem Birkenwald um das geplante Ötzi-Museum, werden die Pollenalergiker der halben Stadt im Frühjahr zu leiden haben.
Was die Birke mit Ötzi zu tun
Was die Birke mit Ötzi zu tun hat, erschließt sich mir nicht.
Das bestehende Gebäude lässt isch doch wunderbar erweitern,
warum man es abreißen muss? Ich sehe da eher einen Mangel an Lust, sich mit der komplexen Architekturgeschichte und dem "zukünftigen Inhalt " auseinanderzusetzen.
In risposta a Was die Birke mit Ötzi zu tun di Laurin Kofler
Abreißen muss man, "um
Abreißen muss man, "um moderne für die Umgebung gespürlose Architektur mit Glas- und Blechfasaden zu errichten, die im Frühling, Sommer und Herbst für die Kühlung noch viel mehr Energie verschwenden, wie für die ebenfalls leichtfertig in Kauf genommenene überhöhte Heizung im Winter. (Beispiele: EURAC, Handelskammer, Glaskisten daneben, Museon usw.)
Allein schon die Erweiterung
Allein schon die Erweiterung des Grüns in der Stadt, aber auch die Nutzung vorhandener Kubatur - statt vergleichsweise Versiegeln/ Verbetonieren gesunden Grüns auf dem Virgl - macht mir Freude zum vorliegenden Projekt. Als eine der schlimmsten Folgen des Klimawandels wird in Bozen nämlich die Sommerhitze zunehmen, und das einzige Mittel dagegen ("mitigation" laut IPCC-Bericht) ist natürliche Schaffung von Kühlung durch Verdunstung aus den Blättern der Bäume. Beim Welt-Kongress für Solararchitektur in Berlin 1997 - Teilnehmer war auch Renzo Piano - war die Planung und Schaffung günstiger Mikroklimata in den Städten eines der wichtigsten Themen zur Stadtplanung!