Picchio sul petto
In cima a Viale Venezia, a due passi dal bar Picchio e dal Monumento alla Vittoria, sabato scorso (22 settembre) ha aperto un altro “picchio”: quello stilizzato della linea d'abbigliamento per uomo “Pivert”, vicina – per non dire coincidente – ai vertici di CasaPound. A inaugurarlo ci ha pensato, dopo gli immancabili annunci social, proprio il consigliere comunale Andrea Bonazza quale gestore della nuova attività commerciale: “Ci vediamo in negozio lunedì” ha aggiunto l'esponente dell'estrema destra bolzanina su Instagram, ringraziando l'amministratore della catena Francesco Polacchi, presente all'inaugurazione.
Polo Raetia Blu
Pivert è un marchio che si autodefinisce “100% made in Italy”, con sede a Roma. In un'inchiesta de il Fatto Quotidiano emerse come il numero di telefono del quotidiano online Il Primato Nazionale, diretta espressione degli ambienti di CasaPound, fosse lo stesso di Pivert. Dalla sua nascita nel 2015, Pivert ha promosso collezioni quali “SemiDio”, “Victores”, “Radices” e “Imperium”, che comprendono capi dai nomi allusivi: “Dalmatia”, “Cyrenaica” e “Raetia”, descritta come “la provincia dell’Impero romano, comprendente i territori alpini e subalpini [fra cui] l’odierno Alto Adige”. La mission, così si legge sul sito dell'azienda, è “dare spazio all'uomo”, che “lascia il segno del suo passaggio”. Ed ecco i modelli di Pivert posare di fronte ai marmi del Foro Italico, davanti all'EUR, al Vittoriale o all'Altare della Patria. Secondo Lettera43 Polacchi detiene il 70% della società, mentre il 30% è intestato alla “Minerva Holding”, controllata al 50% da Maria Laura Venturelli e per l'altra metà dallo stesso Francesco e Giulia Polacchi. Tra i testimonial del marchio figura anche l'ex-modella Nina Moric, già avvicinatasi a CasaPound.
Grazie Salvini
“Sapete perché abbiamo scelto un picchio come simbolo? Perché volevamo picchiare tutti” scrisse Polacchi secondo quanto riportato da NextQuotidiano. In questi giorni è circolata molto in rete una foto che ritrae il titolare di Pivert – classe 1986, già responsabile nazionale di “Blocco Studentesco” e candidato presidente di CPI al XIII Municipio di Roma nel 2013 – a una cena con l'attuale ministro degli interni Matteo Salvini, il segretario di CasaPound Simone Di Stefano e il presidente Gianluca Iannone. Lo scatto risale al 2015, all'epoca di “Sovranità – Prima gli italiani”, l'alleanza di piazza tra Lega Nord e CasaPound poi sfumata con l'avvicinarsi delle elezioni politiche. Ma a tre anni di distanza, nei giorni della formazione del nuovo governo con il Movimento 5 Stelle, il segretario della Lega è stato immortalato con indosso il giubbotto blu di Pivert allo Stadio Olimpico di Roma, durante la finale di Coppa Italia Juventus-Milan. “Mi ha fatto un sacco di pubblicità, vale una campagna da 100mila euro” ha commentato Polacchi.
Fratelli di Pivert
Critiche all'apertura di Pivert in Sudtirolo arrivano dalla “Antifa” Merano, che oltre alla vicinanza con l'iconografia fascista ricordano la condanna di Francesco Polacchi per gli scontri ai cortei contro la riforma Gelmini a Roma nel 2008 – mentre il consigliere comunale di Fratelli d'Italia nonché candidato alle elezioni provinciali per “L'Alto Adige nel cuore” Marco Galateo commenta entusiasta su facebook l'inaugurazione del negozio a Bolzano: “Noooooooooo spettacolo!”.