Femminicidio, parla la difesa di Cim

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La difesa ha chiesto una “condanna giusta” per Omer Cim, a processo con l’accusa di aver ucciso la compagna Celine Frei Matzohl, morta il 12 agosto 2023 a causa di 12 ferite da arma da taglio e ritrovata morta nell’appartamento dell’imputato la mattina seguente. L’udienza di oggi (26 settembre) è stata dedicata all’arringa della difesa, dopo che lunedì scorso la Corte d’Assise del Tribunale di Bolzano aveva sentito la requisitoria dell’accusa, che ha chiesto la pena dell’ergastolo per il trentenne di origini turche ed il risarcimento di 1,5 milioni per i familiari.
Le avvocate di Cim Claudia Benedetti e Alessandra D’Ignazio hanno provato a ridimensionare le accuse a carico del loro assistito, basando la loro tesi attorno alla parziale incapacità di intendere e di volere di Cim causata da un “delirio di gelosia”, diagnosticato però solo dai consulenti della difesa e mai confermato da nessuno dei periti e degli altri specialisti psichiatrici sentiti in aula. La difesa ha ritenuto inoltre non provate le due aggravanti della premeditazione e della relazione affettiva tra i due. “Nonostante l’amnesia, Omer non ha mai negato di aver ucciso Celine. Lo testimonia anche il fatto che lui stesso abbia detto “andate a vedere cosa ho fatto a Silandro” agli agenti dopo la cattura. Ci ha chiesto anche di chiedere scusa alla famiglia, è pentito ed ha pensato diverse volte di uccidersi”, ha dichiarato Benedetti in aula, aggiungendo che non si tratterebbe di un femminicidio.
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Minimizzate anche le percosse e la minaccia “se io ti avessi voluta uccidere lo avrei fatto adesso” riferite ad un episodio del 23 giugno 2023 per cui Frei Matzohl aveva denunciato Cim. La difesa le ha definite “poca roba”. Rispetto invece alla resistenza a pubblico ufficiale e alle lesioni causate da Cim durante la fuga in macchina il giorno dopo l’omicidio, la difesa ha chiesto che venga applicata la pena minima.
Le avvocate hanno infine chiesto che al loro assistito siano riconosciute le attenuanti generiche, tenuto conto della condotta tenuta da Cim in carcere e della mancanza di precedenti e che la Corte disponga il ricovero in struttura del giovane. Cim ha chiesto di essere sentito per delle dichiarazioni spontanee nel corso dell’ultima udienza del processo, prevista per martedì 30 settembre. Subito dopo le parole dell’imputato la Corte si ritirerà in camera di consiglio per decidere, il verdetto è atteso nel primo pomeriggio.
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