Politica | Bolzano

Memoria corta

Il paventato “restauro” del Monumento alla Vittoria altro non è che una messa in sicurezza, dopo il crollo del 2019, per permettere di riaprire la parte esterna del percorso espositivo che già lo “storicizza”. Ma i tempi sono lunghi.
Siegesdenkmal
Foto: Gemeinde Bozen
  • Ho criticato il fatto che il Monumento alla Vittoria venga restaurato. Non chiedo l’abbattimento, ma una contestualizzazione e musealizzazione”, ha spiegato a SALTO l’ex portavoce provinciale verde Felix von Wohlgemuth, riaccendendo – assieme agli esponenti bolzanini della Süd-Tiroler Freiheit – un dibattito che si pensava concluso. Ma secondo gli addetti ai lavori, le polemiche oggi appaiono fuori tempo: il lavoro di depotenziamento simbolico e storico del Monumento è già stato fatto, grazie al percorso espositivo inaugurato nel 2014, e da allora non ci sono più state polemiche significative. "Forse perché l'operazione ha funzionato", sostiene chi se n'è occupato in prima persona.

    Il Monumento alla Vittoria, progettato da Marcello Piacentini e inaugurato nel 1928 come massima celebrazione dell’italianizzazione fascista del Sudtirolo, è ancora interamente di proprietà dello Stato italiano – attraverso la Direzione Regionale Musei Nazionali del Veneto – ma oggi affidato in gestione al Comune di Bolzano. Dopo decenni di divisioni, la svolta è arrivata grazie a una non facile operazione congiunta tra Stato, Provincia e Comune.

  • La musealizzazione

    Nel gennaio 2012 i tre enti firmarono un accordo di programma per trasformare il Monumento in uno spazio museale. Nasce una commissione storica paritetica composta da Andrea Di Michele, Hannes Obermair, Christine Roilo, Silvia Spada e Ugo Soragni. L’obiettivo è  realizzare un percorso espositivo permanente, che sarà poi intitolato “BZ ’18‑’45: un monumento, una città, due dittature”, per contestualizzare il Monumento, raccontando non solo il Ventennio fascista ma anche l'Alpenvorland nazionalsocialista, l’italianizzazione forzata, i mutamenti urbanistici avvenuti nella Bolzano di Piacentini – e le tensioni del secondo dopoguerra.

  • Foto: siegesdenkmal.com
  • Il risultato prende forma nei locali sotterranei del Monumento: una cripta e altri 13 ambienti per circa 700 metri quadrati di esposizione. L’apertura al pubblico avviene il 21 luglio 2014, alla presenza dell'allora Ministro alla cultura Dario Franceschini. Da quel momento, con il monumento storicizzato, la discussione pubblica si affievola: il Monumento è storicizzato, le scuole lo visitano numerose, così come bolzanini e turisti.

  • Il crollo del 2019

    Ma la fragilità non è solo simbolica. Nel maggio 2019, una lastra di marmo di circa un metro per 20 centimetri precipita dalla facciata del monumento, spargendo frammenti tutt’intorno alla base: per fortuna, nessun ferito. L’accesso all'arco esterno viene immediatamente chiuso per motivi di sicurezza, mentre il percorso museale interno rimane accessibile fino alla chiusura per la pandemia. Durante il lockdown, vengono eseguiti una serie di interventi urgenti all’interno del percorso: infiltrazioni, umidità, allagamenti avevano danneggiato parti dell’allestimento. Il 25 settembre 2021 riapre finalmente il percorso espositivo sotterraneo, ma l’area esterna resta inaccessibile. I rilievi tecnici sono affidati al Ministero della Cultura, con il supporto dell’Università di Padova e dei suoi dipartimenti di Ingegneria Civile e Geoscienze.

  • Foto: (c) Salto.bz
  • Il 1° marzo 2022, in conferenza stampa, viene presentato l’esito degli studi: la struttura non desta preoccupazioni gravi, ma il rivestimento lapideo sì. “Il monumento fu costruito a risparmio”, commenta lo storico Andrea Di Michele. Materiali scadenti, perni metallici corrosi, malte deboli: è questa la vera fragilità del manufatto. Il distacco sarebbe stato causato proprio dal rigonfiamento e dalla corrosione dei perni interni.

    A dirlo è anche Daniele Ferrara, Direttore della Direzione Regionale Musei del Veneto: “Non possiamo parlare di pieno ripristino, si interverrà puntualmente sulle parti fragili. Ci vorrà tempo e risorse. La riapertura dell’area esterna dovrà attendere”. Nel frattempo, si punta su strumenti digitali per migliorare l’esperienza di visita: una realtà immersiva con visori per realtà aumentata permetterà un “virtual tour” del Monumento.

  • Lo screening

    “Da quando è venuto giù il lastrone c’è soprattutto una questione di sicurezza per il rivestimento traballante a livello statico”, spiegano dal Comune. Dopo tre anni di silenzi, arriva un primo passo verso la messa in sicurezza. L’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) entra in campo: lo scorso 19 settembre viene annunciato l’avvio di un programma articolato di analisi, conservazione e consolidamento del Monumento alla Vittoria.

  • Il sopralluogo nel settembre 2025: (da sx) Anna Vittorio, Paolo Faccio, Chiara Matteazzi e Cesare Crova. Foto: Comune di Bolzano
  • Responsabile scientifico è l’architetta Chiara Matteazzi, affiancata da Cesare Crova (ICR) e da Paolo Faccio dello IUAV di Venezia. Il progetto prevede un approccio multidisciplinare: rilievi storici e digitali, laser scanner, fotogrammetria, analisi modali operative. Verrà creato un “Digital Twin”, un gemello digitale del Monumento che permetterà di monitorare in tempo reale lo stato di conservazione senza dover (ancora) intervenire fisicamente. Particolare attenzione sarà data all’umidità, alle fessure, ai materiali degradati. Un sistema di monitoraggio digitale con sensoristica avanzata garantirà la manutenzione, mentre gli interventi veri e propri saranno mirati, non invasivi, rispettosi dei materiali storici, con un impatto ambientale minimo. “Un lavoro di salvaguardia, con un intervento innovativo e replicabile”, precisa Ferrara.

    Il sindaco Claudio Corrarati si dice soddisfatto: “È una notizia molto positiva per la città. Il Monumento alla Vittoria potrà finalmente essere maggiormente valorizzato come luogo di memoria condivisa e dialogo”. Anche la Direttrice dei Servizi Culturali del Comune, Anna Vittorio, assicura la piena collaborazione dell’amministrazione. I tempi però si annunciano lunghi – dipende da quando (e quanto) lo Stato vorrà investire nella messa in sicurezza del rivestimento esterno del Monumento.

  • La mostra

    Nel frattempo, a Roma, l’Istituto Centrale per il Restauro dedica nel prossimo weekend del 27-28 settembre, in occasione delle Giornate europee del Patrimonio 2025, una mostra al progetto. Il titolo è: Dal Monumento ai Kaiserjäger al Monumento alla Vittoria di Bolzano. Un percorso nella memoria dell’arte di costruire. L'obiettivo resta ricostruire la storia costruttiva del manufatto. Chi oggi denuncia il “restauro” come rischio di glorificazione fascista sembra dunque avere la memoria corta. Nessuno vuole riportare il Monumento alla Vittoria a un antico splendore, né l’intervento in corso cambierà il significato dell'operazione museale già realizzata. Resterà un monumento non più minaccioso – né per l’incolumità, né per la memoria collettiva.