“Le Alpi? Inadatte per le Olimpiadi”
“Non nel nostro nome”: da tutta Italia (e pure dall'Austria) sono arrivati in quattrocento domenica a Cortina d'Ampezzo per ribadire la propria contrarietà alla cementificazione delle Dolomiti in vista dei Giochi olimpici invernali del 2026. Ora, all'indomani della manifestazione, arriva il sostegno autorevole del Comitato italiano della CIPRA, la Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi.
“Il territorio alpino – scrive CIPRA in un comunicato inviato ai media – per le sue caratteristiche di area sensibile non è adatto ad ospitare grandi manifestazioni sportive come le Olimpiadi invernali. CIPRA Italia condivide le preoccupazioni espresse dalle associazioni e dai comitati locali che hanno marciato il 24 ottobre per denunciare la devastazione del territorio dolomitico, auspica un ripensamento – con un ridimensionamento in termini di costi e di interventi non strettamente necessari – dei progetti previsti per il 2026. Chiede ancora una volta che il territorio alpino, se non vengono drasticamente ripensate le modalità di svolgimento di queste manifestazioni, innanzitutto per quel che concerne le opere essenziali, connesse e di contesto, non sia mai più destinato ad ospitarle”.
Per poche giornate di gara, questo genere di manifestazione comporta interventi infrastrutturali incompatibili ambientalmente e socialmente.
La Commissione ricorda gli errori commessi con le Olimpiadi di Torino 2006 e teme possano ripetersi: “Le ultime Olimpiadi che si sono svolte in territorio alpino hanno lasciato ai territori montani solo debiti e cattedrali nel deserto come le piste di bob e gli impianti per il salto dal trampolino. Anche la prossima edizione dei Giochi invernali che interesserà le montagne del Veneto e della Lombardia non promette niente di buono”. La nuova pista di bob di Cortina, voluta dalla Regione Veneto e dal Comitato Olimpico, rappresenta perciò “l’esempio più eclatante dell’insostenibilità dell’evento e della mancanza di volontà nel reinterpretare effettivamente il modello delle Olimpiadi con un occhio alla sostenibilità da parte dei decisori politici locali e non”.
Secondo Vanda Bonardo, presidente di CIPRA Italia, “se non si demorde dall’idea di inserire pesanti infrastrutture inerenti direttamente o meno al progetto olimpico, anche questi giochi rischiano di essere una pesante diseconomia per quelle regioni. Per due settimane di gare si lasceranno alle future generazioni debiti consistenti da risanare ed ambienti devastati”.