“Una maggioranza con senso civico”
1000 adesioni su Change.org in poco più di 24 ore. “Siamo pieni di incoraggiamento, molti ci dicono volevo farlo io ma non ho avuto la forza” racconta a salto.bz Carlo Bassetti, che con Stefania Gander ha lanciato l'iniziativa Noi Wir Provax. “Con Stefania c'è una forte intesa personale, nonostante le nostre differenze politiche – e le divergenze su Renzi”.
salto.bz: Bassetti, com'è nata la vostra iniziativa?
Carlo Bassetti: Con il progressivo imbarbarimento delle iniziative dei no-vax, volevamo che la maggioranza silenziosa non lo fosse più. L'idea, ora, è di farsi vedere. Abbiamo una serie di obiettivi, ideali e pratici, tra cui veicolare informazioni serie e aderenti al pensiero scientifico, fare comunicazione pacifica, seria e articolata nonché rendere visibile un movimento totalmente spontaneo e trasversale come il nostro. Crediamo che l'opinione pubblica debba vedere – oltre alla piccola, chiassosa, antiscientifica, un po' supponente e spesso violenta minoranza dei no-vax e no-Green Pass – anche una grande maggioranza di persone normali, perbene, con senso civico e di comunità.
Condividete quindi le nuove restrizioni come ad es. il Super Green Pass?
Le strette regolamentari, quando sono necessarie, hanno il nostro pieno appoggio. E soprattutto siamo a favore della campagna vaccinale, riteniamo fondamentale vaccinarsi: personalmente sono per l'obbligo vaccinale – ma questa non è ancora la posizione di un movimento appena nato. Il nostro leader è Anthony Fauci, per intenderci. Le più alte menti scientifiche, per autorevolezza e serietà, sono coloro che ascoltiamo.
Sulle misure anti-Covid e la campagna vaccinale, oltre all'orientamento scientifico, avete una posizione politica?
Siamo un movimento trasversale, ma abbiamo assolutamente una posizione ufficializzata: chiediamo sia messo in campo tutto il necessario a livello di condotte e di regole di socialità, affinché si argini e sconfigga presto la pandemia, in primis attraverso i vaccini. Non diamo un giudizio politico o di analisi libertaria rispetto al Green pass rinforzato o all'obbligo del tampone. Siamo pronti a rispettare le indicazioni di chi ha le competenze scientifiche. Su questo punto abbiamo una chiara posizione politica, che viene da una sensibilità civile e civica. Il vaccinarsi è un dovere di comunità. Le faccio un esempio.
Prego.
Mia madre aspettava da un anno un'operazione. A un mese dall'appuntamento, a novembre, le è stato detto che le chirurgie di questo tipo sono rimandate a data da destinarsi perché gli ospedali sono di nuovo sotto pressione Covid. È un discorso che vale purtroppo anche per i malati oncologici, che hanno bisogno di continui controlli e screening. Un sistema sanitario in affanno porterà a un futuro molto difficile per alcune situazioni oncologiche, che non vengono identificate perché gli screening sono più deboli o sospesi e le cure sono meno puntuali.
Il Sudtirolo è nell'occhio del ciclone per il basso numero di vaccinati – ovvero la scarsa propensione alla vaccinazione – e l'aumento dei contagi. Cosa ne pensa?
Abbiamo il tasso di vaccinazione più basso d'Italia e insieme al Friuli-Venezia Giulia la situazione più grave della pandemia. Personalmente sono molto amareggiato e avvilito dallo spettacolo indecoroso che sta dando l'Alto Adige, una terra che ho sempre amato e difeso nella sua varietà. C'è la destra tedesca che usa la questione dei vaccini come una bandiera: le zone con i valori vaccinali più bassi sono sovrapponibili a quelle di maggiore penetrazione della destra. Che la situazione sia frutto anche di operazioni di sollevazione politica lo trovo allucinante. Aggiungo: le scuole clandestine per non mandare i bambini a scuola ed evitare loro il tampone la trovo una cosa medievale, di una gravità avvilente. Facciamo passi indietro nella civiltà. Perciò qui va fatta un'operazione di comunità tra i vaccinati per aiutare i più timorosi e dubbiosi a vaccinarsi.
Quali sono dunque i prossimi passi?
Abbiamo intenzione di fare qualcosa, mantenendo alta l'attenzione ai regolamenti e alle norme di sicurezza. Non abbiamo perciò intenzione, adesso, di fare manifestazioni. Il concetto di “flash mob” ci interessa molto, perché vorremo che le persone comuni vaccinate ma “tranquille”, o ancor di più i dubbiosi, possano vederci e pensare con serenità alla vaccinazione. Così forse potremo salvarci il Natale e non chiuderci in lockdown come l'anno scorso, evitando 600 morti al giorno.