Tsunami, 10 anni dopo
Sono passati esattamente dieci anni da quando un terremoto di magnitudo 9.3 (il terzo più potente mai registrato) provocò lo tsunami che uccise, secondo stime ancora non del tutto chiare, circa 230mila persone – anche se probabilmente furono addirittura 300mila – e devastò la costa nord-occidentale dell’Indonesia con onde alte oltre 14 metri che causarono un domino di maremoti anche su altre aree costiere asiatiche. La più colpita fu l’Indonesia con ripercussioni gravi anche su Thailandia, Birmania, Bangladesh, Sri Lanka e Maldive, e ondate che arrivarono perfino in Somalia e in Kenya, a oltre 4.500 chilometri di distanza dall’epicentro del sisma.
Dieci anni dopo le aree colpite sono state ricostruite grazie all’impegno di circa 500 organizzazioni non governative e alla cifra record di circa 14 miliardi di dollari stanziata per gli aiuti complessivi, con il 40% dei fondi raccolti attraverso la generosità di privati cittadini, fondazioni e imprese varie.
Nel frattempo sono state adottate nuove misure di sicurezza unite a studi, conferenze, programmi delle Nazioni Unite, attività di sensibilizzazione ed educazione. Fra gli interventi di prevenzione è stato realizzato un sistema coordinato di allarme che si avvale di boe collocate nell'Oceano Indiano con l'ausilio di Gps, radar, centri operativi in funzione 24 ore su 24.
Per ricordare la tragedia che sconvolse il Sud-est asiatico migliaia di persone si sono unite in preghiera in Indonesia, nella provincia di Banda Aceh. Altre cerimonie commemorative si sono svolte in Thailandia e Sri Lanka.
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