Società | Immigrazione

Da giovedì di nuovo in strada

Questo con ogni probabilità il destino dei 30 profughi lasciati soli a Bolzano. Ieri hanno trovato una sistemazione temporanea alla Chiesa dei Tre Santi.
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Foto: Bozen Accoglie

È una soluzione tampone quella trovata per i 30 profughi lasciati a Bolzano senza una degna sistemazione per la notte dopo che gli spazi messi a disposizione da don Mario Gretter nelle scorse settimane sono diventati inutilizzabili. Don Gretter e il direttivo del Vintola18, sottolineano i volontari di Bozen Accoglie, “hanno sopperito fin troppo a lungo alle mancate prese di posizione degli amministratori locali in materia di persone richiedenti protezione internazionale”.

Ieri (26 febbraio), una volta cenato alla mensa ricavata nell’ex distributore di piazza Verdi, le persone - molte delle quali in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato o del permesso di soggiorno - sono state accompagnate dai volontari dell’accoglienza alla Chiesa dei Tre Santi in via Duca D’Aosta, dopo che avevano trascorso la notte fra sabato e domenica sul pavimento del parcheggio di Mayr-Nusser. Da domani, con ogni probabilità, saranno spostati in un’altra parrocchia a Don Bosco. Da giovedì, dice uno dei volontari, saranno di nuovo in strada “mentre la politica locale continua a restare sorda alle richieste di intervento”. Le strutture dell’emergenza freddo sono sature. Una storia che si ripete.

L’assessore comunale Sandro Repetto ribadisce il solito problema: non si può scaricare tutto il peso dell’accoglienza su Bolzano. 380 dei 530 ospitati nel capoluogo bolzanino, spiega l’assessore, sono i richiedenti asilo che devono ancora trovare una sistemazione nei centri di accoglienza periferici. Ci sono però altre 100 persone di cui occuparsi, i cosiddetti “fuori quota”, ovvero le persone che non rientrano nel contingente assegnato dallo Stato alla Provincia. Per loro, riferisce ancora Repetto, vengono messi a disposizione 100 posti all’Alimarket di via Gobetti (disponibile fino a fine marzo) e altri 25 al Palasport di via Resia. Resta il fatto che 30 persone sono costrette a dormire all’addiaccio. Com’è che allora non tornano i conti?