Elona, il ragazzo di Bangladesh e altre storie...
“Martedi 1 marzo, siamo andati in aula magna e lì c'era un profugo che il nome non lo so , ma il cognome era Islam e lui aveva 24 anni. La sua storia è tragica e comincia cosi ...”
Chi scrive è Elona Gjonaj, una bambina di 10 anni della scuola elementare Alessandro Manzoni di Bolzano. Elona è cittadina italiana di origine albanese e ha conosciuto un ragazzo di cui non conosce il nome, però sa il suo cognome che per l'appunto è Islam. Il ragazzo ha 24 anni e il primo marzo scorso ha raccontato la sua storia agli alunni della classe di Elona. Ho in mano il componimento di lei, con tutte le correzioni in rosso della sua maestra Laura. S'intitola “Incontro con un profugo”. Lei scrive che il ragazzo è nato in Bangladesh e vi ha vissuto felicemente con la sua famiglia fin quando il fratello maggiore fu ucciso da parte di 'persone cattive'. Ascoltando il ragazzo di cognome Islam, la bambina si sente sommersa dall'amarezza. Lui ha raccontato di come, dopo la morte del fratello, la madre gli aveva comunicato che anche lui rischiava la vita e perciò doveva urgentemente darsi alla fuga. Il ragazzo, che a quel tempo aveva solo quindici anni, aveva rifiutato con forza e, come fanno quasi tutti i bambini, lo aveva rimosso dalla memoria. Finché un giorno si era trovato con tutta la famiglia in aeroporto e, da come scrive Elona, mentre :
“era lì che scherzava con i suoi amici e i suoi parenti, sua madre gli disse che doveva andare via. Lui non voleva e si mise a piangere”
Mentre leggo il racconto di Elona vengo a sapere che il ragazzino di cognome Islam era scoppiato in lacrime, aveva pregato sua madre di non mandarlo via ma dopo un po' si era reso conto che non aveva scampo. Terribilmente angosciato era salito sull'aereo e si era ritrovato in un aeroporto della Libia solo e senza nessuno che lo aspettasse. Islam ha girovagato disperatamente per lungo tempo in cerca di aiuto, in cerca di qualcuno che sapesse la sua lingua fino a quando non ha incontrato un'anima buona alla quale il ragazzo ha confidato tutta la sua tragica storia.
In Libia il ragazzino trovò un lavoro e sopravvisse per dieci anni fino a quando in quel paese scoppiò la guerra. Nuovamente, ormai diventato uomo, fu costretto a pagare una grossa somma di denaro per poter salire su un peschereccio in viaggio per l'Italia. Il viaggio fu difficile e tutto ciò di cui si ricorda è la sete.
Ho letto tutto con molta attenzione. La madre di Elona mi aveva detto che la bambina era rimasta per lungo tempo triste; la testimonianza del ragazzo aveva lasciato in lei un segno indelebile. Soprattutto la parte in cui lui racconta quando giocava all'aeroporto con altri bambini e ignaro del proprio destino, venne a sapere che erano lì per lui, che era proprio Islam che doveva salire su un aereo per andare via.
La bambina scrive :
“Quel momento lì me lo stavo immaginando e stavo provando tristezza, dolore , e mi stava venendo da piangere. Lasciare il posto dove hai vissuto per 15 anni, lasciare la famiglia e gli amici non era bello, anzi era brutto; era come se stessi perdendo la maggior parte della tua vita.”
Questo passaggio mi provoca un sorriso amaro e da qui parte una seconda storia che, contrariamente a quella di Elona , manca di una dose di minima empatia. Una storia che riguarda i politici, i partiti e alcuni aspiranti sindaci di sinistra e destra. Politici che in vicinanza delle elezioni vanno in caccia di voti. Inizialmente è una caccia moderata e in seguito diventa frettolosa, frenetica. Voti che i partiti di destra acquisiscono facilmente quando si dichiarano palesemente e continuamente contro gli stranieri. Ma la cosa riguarda anche i partiti di sinistra, o per lo meno da una parte di loro, nel momento in cui quest'ultimi vanno “trasversalmente” (parola utilizzata troppo gli ultimi tempi) a caccia di voti nelle aree amorfe. Si recano nella cosiddetta "area grigia" nella quale tutto è possibile affinché la percezione nasce da un'espressione vaga, da segnali muti, mezze parole.
Prendo un caso in particolare che personalmente mi ha fatto male. Da un po' di tempo mi sono imbattuta in un articolo pubblicato sul quotidiano Alto Adige con un titolo, a parer mio, indegno: "Corro, ma basta stranieri ai seggi". La presa di distanze dal titolo da parte dell'aspirante sindaco di sinistra, ahimè, non ha mitigato la dolente affermazione contenuta all'interno del testo, stampata nero sul bianco e messa tra virgolette, il che conferma l'autenticità della affermazione:
...potrebbe ripensarci alle primarie se il regolamento "non ci metterà al riparo dai brutti episodi cui abbiamo assistito in passato, a partire dalle code di stranieri desiderosi di votare...”
Assistere alle code di stranieri “desiderosi di votare” sarebbe un brutto episodio? Ovviamente mi rendo conto della questione sottintesa dentro la frase ma, indipendentemente da questo, a me, facente parte della componente di stranieri “desiderosi di votare”, è giunta offensiva e spregiudicata. Auspico che qualcuno ci salvi definitamente dalla corruzione dei cittadini desiderosi di votare ma la compra-vendita dei voti che è e sarà anche una correzione “trasversale”, non è una peculiarità degli stranieri, ma bensì degli esseri umani che comprano voti da altri esseri umani. Con il passare del tempo ho dimenticato questo minuscolo passaggio fino a quando poche settimane fa ho dovuto assistere alla sconvolgente proposta di portare delle presenze militari a Piazza Stazione. Anche qui, i primi passi erano attenti, piumosi, sono partiti con le “ronde” culturali, i modelli francesi, per poi finire bruscamente con la proposta di far intervenire i militari. Ma veramente Adama Bambore, l'uomo con problemi psichici, è capace portare le milizie a Piazza Stazione? Con Adama Bambore si sta facendo quello che a Benko costa fatica: convincere gli incerti che evidentemente la zona stazione è una zona degradata cui urge una modifica radicale... Chissà quale...
Come sempre chi fa politica ha giocato magnificamente la carta dello straniero indicando il soggetto interessato come un essere di facile corruzione e di degrado.
Giorni fa ho letto sul quotidiano "Sole 24 ore" un bell'articolo di Christian Rocca nel quale si accennava al primo discorso inaugurale pronunciato da Abramo Lincoln nel 1861 nel ruolo di presidente degli Stati Uniti. Secondo Rocca, l'ultimo tratto del discorso, che forse era "preso in prestito" da Shakespeare o forse da Dickens, era/è un appello rivolto ai più nobili istinti delle person:
“Le nostre ferite si rimargineranno quando saremo di nuovo toccati, influenzati, dai migliori angeli della nostra natura"
Personalmente con “i migliori angeli della nostra natura” intendo la purezza e la saggezza dei bambini, di quel bambino che abbiamo dentro di noi che ci può salvare, ma che con disinvoltura agghiacciante soffochiamo ogni qualvolta si ribella contro i “ peggiori demoni della nostra natura”.
Noi uccidiamo noi stessi e il sogno del mondo che abbiamo desiderato quando eravamo bambini. E se questa imputazione riusciamo ad esercitarla nel nostro piccolo, la possono tranquillamente esercitare anche coloro che con il nostro permesso giocano contro di noi, ovviamente suicidandosi strada facendo.
“Dopo, Islam arrivò in Italia dove trovò un lavoro a Twenty. Mi sa che ci andrò sempre visto che adesso lo so".
Così si conclude il racconto di Elona.
E con questa sua ultima frase sono convinta che peccherà di buonismo, per fortuna …
Gentile Gentiana, il suo
Gentile Gentiana, il suo scritto è davvero bello! Mi ha commosso.
Mi chiamo Massimo e sono nato a Bolzano Bozen. Ma sono straniero pure io! Straniero con chi vuole le ruspe come soluzione a tutto. Straniero con chi non rispetta la dignità altrui. A volte invidio i storni, che passano l'estate a Berlino e svernano a Roma, infischiandosene di confini e bandiere. Ecco io mi sento uno storno.
E mi dispiace per quel politico che ha usato una frase brutta, spero che abbia modo di scusarsi, perché ha offeso pure me.
A mio modesto parere così come non esistono le classi sociali , non esiste nemmeno la destra e la sinistra, o comunque sono associazioni oramai anacronistiche. Semmai vi sono gli essere umani, che, a mio avviso, si distinguono in due macro categorie: chi pensa per se stesso e chi pensa per gli altri. E se pure questa definizione non le piacesse ci sono comunque 2 tipi di persone: chi uccide il fratello di "Islam" e "Islam".
Ma al di là di questa classificazione di certo il panorama non è roseo sotto il cielo della nostra città. Vince chi urla e le idee e gli slogan vengono imposti.
In merito a Benko, però, non deve preoccuparsi. E' un imprenditore che fa i suoi interessi e usa la propaganda. La stessa di chi è contro (e per la cronaca sono pure contro quel Twenty che ha dato un lavoro dignitoso a "Islam") . Del resto neppure l'aver accolto i migranti nel Hotel Alpi lo fa diventare un benefattore. Ripeto fa solo i suoi interessi. E la propaganda è tale e la conosciamo. Nessuno si mette a discutere del Mulino Bianco, si sa che non esiste.
E non parlo del disagio di quella persona con problemi psichici perché è un dramma personale e sarebbe bello se la comunità tutta se ne facesse carico.
Penso ai tanti "Islam" che ancora oggi non hanno trovato una forma dignitosa di vita (ne parlo di striscio qui http://salto.bz/article/24032016/degrado ) ma mi aggrappo al futuro. Che in questo articolo si chiama Elona, e rappresenta per me " il migliore angelo della mia natura".
In risposta a Gentile Gentiana, il suo di Massimo Mollica
Il politico credo che non ha
Il politico credo che non ha avuto tempo/o non ha potuto vedere il pezzo,anche se contribuisce pure lui su salto... Mi ha fatto veramente piacere il suo messaggio,e per aver accolto Elona e Islam che abbiamo tutti/tutte dentro. Grazie mille!