Piazza Mazzini, le giravolte progettuali
Da tempo si susseguono le lamentale sullo stato di piazza Mazzini. Forse è bene ricordare che il progetto stesso fu contestato fin dalla sua realizzazione a partire da quell’orrendo tavolo da obitorio al centro della piazza, ossia quella pseudo-fontana che ha sempre funzionato male o quasi mai e la banalizzazione di un reperto del vecchio teatro comunale bombardato utilizzato con motivazione a dir poco astruse. Ora, se la memoria non m’inganna, il progetto era ancora più ambizioso e pensava di ripristinare il “vuoto” che c’era con la piazza appena realizzata.
Mi ricordo bene la mia personale irritazione quando fu fatto uno scempio dell’aiuola verde che delimitava il parcheggio sovrastante (ben visibile in queste cartoline/foto degli anni ‘60) e che “ben” si pensò di togliere. Si optò poi per dei miseri vasconi dove si impiantarono delle robinie che, anni dopo, furono sostituite per l'inadeguatezza degli alberi stessi e la scarsità dello spazio per le radici. Evidentemente proprio il verde dava fastidio al progettista che invece ora pare redimersi. E magari oggi, invece di ripristinare in qualche modo quella striscia verde esistente, immagino si vorranno estirpare gli alberi esistenti. Mo’ voglio proprio vedere se si riuscirà in tale intento distruttore invece di integrarli in un'unica isola verde sopraelevata stante la carenza di spazio sotto perché, se non erro, tale spazio non era stato previsto.
Se scrivo queste righe è perché le monumentali “superca**ole” che ho letto nell’articolo di un giornale locale qualche giorno fa mi hanno fatto proprio saltare i nervi. L’atteggiamento che si legge, infatti, fra le righe è quello proprio del Marchese del Grillo. Chiaro, la cittadinanza viene sempre considerata troglodita in tale settore dai luminari della sapienza architettonica terrestre.
Non solo pare essere stato dato incarico a chi ha toppato clamorosamente il rifacimento della piazza 25 anni fa. Adesso la si deve rinverdire e compagnia bella. Ci pigliate per il posteriore ancora dopo un quarto di secolo? Ecco, provocazione per provocazione, faccia il noto e rinomato progettista un “beau gest” di pagare di tasca propria la risistemazione della piazza senza attingere alla tessera PagaPAntalone sperando non si rifacciano degli scempi come in piazza Matteotti (sul come è stato vilipeso il busto del martire della democrazia mi sono già espresso e non è che Mazzini se la passi meglio...) o delle – costosissime – banalità à la piazza Università.
Google Street View non mente
Sul fatto dei due parallelepidi costantemente sporchi, c’è da dire che una bella fetta di responsabilità ce l’ha chi gestisce il parcheggio per residenti che nel corso degli anni ha lasciato che la situazione degenerasse. Come si possa affermare che si siano prodigati in pulizie davvero non si sa poiché si vede chiaramente dalla cronologia di Google Street View che le porcate graffitiche si sono accumulate nel corso degli anni e quindi col piffero che sono state “mille volte cancellate”, cosa che avevo smentito prontamente.
Domanda: siccome c’è un regolamento (se non erro dovrebbe essere quello di Polizia Urbana) che prevede (art. 17 manutenzione degli edifici) pure delle sanzioni per chi è rimasto inattivo per non aver pulito dalle imbrattature i propri muri privati, è mai stato applicato in piazza Mazzini?
Per il degrado ambientale
Per il degrado ambientale forse conviene chiamare Benko-Signa: un bel centro commerciale nel parco davanti la RAI (gli alberi vengono trasferiti in piazza Mazzini), una prolunga della funivia San Genesio e anche la nuova zona residenziale GriesVillage sarebbe servita; dimenticavo: un bonus annuale di 50.000,00 Euri per i commercianti della zona è ovviamente compreso. E non servirebbe neanche un referendum. Il nome del nuovo centro commerciale: MazziniPark