Dopo 12 anni l’Ssv di nuovo Campione
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È stata una finale giocata fino all’ultimo secondo quella disputata a Lagundo tra l’Ssv Bozen e l’UHC Sterzing-Gargazon. Alla fine è stata l’Ssv Diamante Bolzano ad alzare la coppa e incoronarsi Campione d’Italia di floorball, lo sport indoor simile all’hockey che però si gioca con le scarpe da ginnastica. I bolzanini, che hanno avuto la meglio soltanto ai rigori, hanno concluso la partita con un 5 a 5. Per i biancorossi torna il successo tricolore a distanza di 12 anni dall’ultimo scudetto. Il capitano Giorgio Picin, colonna portante e capitano della squadra, nonché atleta della nazionale azzurra per diversi anni, racconta l’emozione di tornare in vetta e la sua esperienza da vice-allenatore della nazionale femminile under 19.
Lo sport è così: a volte si esce sconfitti dalle partite più semplici e si vincono gli incontri più difficili
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SALTO: Il floorball è uno sport tutto sommato di “nicchia”. In Italia ci sono poche squadre. Com’è la situazione a livello locale? Il movimento è trainato dal grande seguito dell’Hockey Club Bolzano?
Giorgio Picin: La tradizione e la cultura dell’hockey, certo, aiuta molto anche il mondo del floorball altoatesino. Chi viene nella nostra società sportiva a provare a giocare per la prima volta comprende al volo le dinamiche del gioco, perché riconosce le somiglianze con l’hockey su ghiaccio, e sa come si tiene in mano una stecca. Anche per questo abbiamo sempre avuto più squadre rispetto alle altre regioni d’Italia. Ora però le cose sono cambiate: al campionato che abbiamo vinto partecipano 5 squadre, oltre alle due dell’Alto Adige ci sono anche Varese, Milano e Roma. Qualche anno fa c’erano più team, anche perché i giocatori di Laives, Vipiteno e Gargazzone si sono uniti formando un’unica squadra: volevano vincere a tutti i costi, ma li abbiamo battuti (ride).
Il vostro successo arriva dopo 12 anni dall’ultimo scudetto e due finali consecutive perse. Tu nel 2012 avevi già giocato, com’è stato rivincere dopo così tanto tempo e con altri compagni di squadra?
Sì in effetti c’ero e sono l’unico che ha giocato entrambe le finali vinte. Infatti, con i miei 30 anni, sono il più vecchio. L’età media della squadra è bassissima. Spero che questo sia un punto di partenza per portare a casa molte altre vittorie. Alzare la coppa è sempre un’emozione unica. Farlo dopo l’adrenalina di una partita terminata ai rigori lo è ancora di più. Inoltre io ho giocato da infortunato, un po’ come fanno i miei idoli nell’hockey, e finire la partita vincendo è stato un sollievo. Mi auguro che il successo della squadra in A1 – la massima categoria del floorball italiano – dia una spinta motivazionale anche ai ragazzi dell’under 19 della mia squadra. Sono i campioni d’Italia in carica e hanno buone possibilità di arrivare a giocarsi la finale di quest'anno, che si terrà a giugno. Stessa cosa per i più piccoli, quelli dell’under 15 che, non avendo un campionato, partecipano a dei piccoli tornei.
Dicevi che il team Sterzing-Gargazon nasce da un mix di altre squadre forti. È stato difficile batterle tutte in un’unica volta?
La qualità era altissima. Tra le tre finali giocate negli ultimi anni questa è stata la più complicata, ma anche l’unica che abbiamo vinto. Lo sport è così: a volte si esce sconfitti dalle partite più semplici e si vincono gli incontri più difficili. L’importante è mantenere la concentrazione ed essere positivi.
Tu hai avuto anche diverse esperienze con la nazionale.
Esatto. Ho svolto diversi incontri, ma ho smesso di giocare con l’Italia nel maggio 2022. In quel periodo ci sono state le qualificazioni ai mondiali. Nella penisola il floorball non ha la stessa visibilità che negli Stati del nord Europa, come Finlandia e Svezia, dove è di fatto lo sport nazionale, oppure come in Svizzera, dove si gioca uno tra i campionati più importanti a livello mondiale.
Oltre alle soddisfazioni sportive ci sono in ballo anche belle opportunità: il 3 maggio, per esempio, le ragazze dell'U19 andranno a giocare in Finlandia
Ti sei dato a un’altra tua passione: l’arbitraggio?
Non del tutto. Faccio l’arbitro solo quando serve, nulla di ufficiale. Ho iniziato ad allenare la nazionale di floorball femminile under 19. Sono assistant coach.
Come valuti il movimento italiano del floorball femminile?
Il nostro è uno sport di nicchia e di contatto, quindi non c’è una grande platea di ragazze interessate. Infatti il movimento non è molto sviluppato, come d’altronde quello maschile. Le atlete sono quasi tutte di Roma, dove gli allenatori svolgono un ottimo lavoro per invogliare quante più ragazze possibili a iniziare a giocare. Bolzano non ha neppure un’atleta, le ultime giocavano nel 2007. Sarebbe bello se qualcuna si facesse avanti. Oltre alle soddisfazioni sportive ci sono in ballo anche belle opportunità: il 3 maggio, per esempio, le ragazze andranno a giocare in Finlandia. Sarà divertente.