Tutti fuori
“Italien sperrt für Tausende die Gefängnistore auf”. Il Dolomiten apre stamani con un titolo di rilevanza nazionale. Il riferimento è al decreto carceri del Governo, approvato ieri, secondo il quale da ora in avanti saranno possibili gli arresti domiciliari anche per i condannati fino a sei anni di reclusione (finora erano quattro). Il decreto prevede inoltre che circa 4000 persone lascino immediatamente le cosiddette “patrie galere”. Il provvedimento rappresenta in realtà il primo passo per contrastare il sovraffollamento degli istituti penitenziari, diventato negli anni insostenibile. In futuro l’intera questione detentiva dovrebbe essere ripensata alla luce di possibilità alternative di pena. È dedicata invece alla riforma urbanistica – oggi si vota in Consiglio provinciale – l’apertura del Corriere dell’Alto Adige: “Urbanistica, la riforma divide. Tensione Bauernbund-Pan”. Tra i nodi segnalati, un emendamento, promosso dagli industriali e dall’assessore Thomas Widmann, che accorcia il tempo di assegnazione delle aree produttive di iniziativa privata. Modifica che non piace al Bauernbund, con i contadini preoccupati per il progresso della cementificazione. Oggi vedremo se la Svp riuscirà a trovare la sintesi. “Fette Prämien”: dopo aver parlato ieri del “caso Engl”, la Tageszeitung prosegue la sua inchiesta esclusiva, firmata da Christoph Franceschini, sul trattamento economico del quale godono i dirigenti o manager di alcune delle più importanti aziende locali. Da notare come alcuni contratti in esame prevedano retribuzioni e premi di molto eccedenti i limiti imposti da un regolamento approvato dal Governo provinciale a partire dal primo febbraio 2010. L’Alto Adige, infine, si occupa del centrodestra locale (“I frammenti del centrodestra”). La notizia è relativa a un accordo (“ormai fatto”) tra Alessandro Urzì e Maurizio Vezzali, i quali dovrebbero presentarsi alle provinciali con una sigla inedita. Dal progetto si è invece sfilato Donato Seppi: “Dopo la Svp, Unitalia è il simbolo con più tradizione in Consiglio provinciale. Abbiamo deciso di non buttare via questo patrimonio. Alla fine Urzì e Vezzali litigheranno tra di loro per spuntare una elezione non facile”.