Selvaggia

Con questo post voglio elogiare e far conoscere a qualcuno in più il gesto splendido di una giornalista, Selvaggia Lucarelli.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Giusto due giorni fa era la giornata contro la violenza sulle donne. Qui su Salto si è dato spazio all'auspicio di Francesca Melandri, che proponeva una riflessione sulla violenza contro le donne che si esprime, purtroppo spesso, nelle parole del linguaggio quotidiano (qui).

Oggi ho conosciuto una storia emblematica, che merita di essere diffusa. Questa la vicenda: la giornalista Selvaggia Lucarelli in una discussione sul suo profilo di Facebook viene apostrofata da un uomo (maschio, m'immagino adulto), evidentemente non fornito di abbastanza materia cerebrale per argomentare una critica, con uno dei più ricorrenti epiteti offensivi: "zoccola", vale a dire, per chi non conoscesse abbastanza i dialetti centro-meridionali, "prostituta", con connotazione spregiativa.

In qualche modo lei rintraccia il numero di telefono del poveretto (lo dico nel senso spregiativo, ovviamente), tal Gennaro Visco, e in una diretta radiofonica lo chiama; non, ovviamente, per offenderlo a sua volta, ma per chiedergli, in maniera estremamente gentile, di ripetere in praesentia quell'offesa. Dall'altra parte, quel vero e proprio cuor di leone che deve essere tal Gennaro Visco mette giù il telefono, esprimendo solo un desolato Tu-Tu-Tu...

Sono tante le riflessioni che si possono sviluppare da questa storia. Quella che volevo proporre io qui è banale: quanto sono idioti gli uomini quando, per controbattere a una donna, le rivolgono epiteti offensivi? E quanto sono coraggiosi, questi uomini, di cui tal Gennaro Visco è, con tutta evidenza, un ottimo rappresentante?