Basta insegnanti precari
I contratti a tempo determinato per gli insegnanti italiani sono illegittimi rispetto alle norme europee, ciò vuol dire che dopo tre supplenze annuali un docente deve essere assunto. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia europea che ha accettato il ricorso del sindacato autonomo dell’Anief. Nello specifico la normativa “è contraria al diritto dell'Unione; il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato”.
Dopo cinque anni di battaglie, dunque, i precari della scuola incassano una vittoria senza precedenti: ora se si rivolgeranno a un tribunale del lavoro italiano dovranno ottenere un incarico in pianta stabile, e chi invece nel frattempo ha cambiato impiego potrà chiedere un risarcimento.
È fatta, dunque? La domanda non è oziosa. Così, mentre il Codacons invita tutti i precari della scuola residenti in Trentino e in Alto Adige ad aderire all’azione collettiva promossa dall’associazione per ottenere il risarcimento dei danni dal Ministero dell’istruzione, qualche scetticismo circa una rapida risoluzione della questione arriva dalle fila della CGIL. “Dubito che sarà così semplice ottenere quello che viene promesso per tutti – spiega Stefano Fidenti, segretario generale della FLC CGIL Alto Adige - bisogna capire in questa scacchiera come si muoverà il governo e che norme introdurrà, alcune cose sono già state anticipate in parte nel rapporto su La buona scuola di Renzi”.
Il problema sarà anche provare di avere i requisiti necessari per poter intentare causa, “bisognerà dimostrare di essere stati sempre presenti – prosegue il rappresentante sindacale -, sia nel caso dei posti disponibili sia di quelli vacanti [cattedre senza un docente titolare alle spalle da sostituire che lo Stato ha sempre preferito trasformare in contratti precari rinnovati annualmente, ndr], e in Alto Adige, per esempio, di posti vacanti ce ne sono stati ben pochi, perché qui si sono fatti contratti a tempo indeterminato anche su dotazioni organiche supplementari”.
Resta da capire in che direzione muoversi ora che l’Europa ha rinvigorito le speranze di migliaia di insegnanti, “Forse l’azione collettiva è la strada giusta – confessa Fidenti -, per i docenti precari del conservatorio Monteverdi abbiamo fatto vertenza, ad esempio, e siamo arrivati alla sentenza d’appello, certo finora non siamo riusciti a farli assumere per via giudiziale ma abbiamo comunque ottenuto il risarcimento danni. Il punto è che in questo caso la sentenza della Corte europea ha stabilito che la normativa italiana non è conforme a quella europea ma poi spetterà alla Corte costituzionale e ai tribunali italiani rispondere nel merito.
Avendo una responsabilità sindacale, ecco, dobbiamo studiare bene il da farsi”.
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