La compagnia e il regista
Foto: Ivo Corrà
Cultura | Accadde domani

Risveglio di primavera

Dal 4 marzo la nuova regia di Marco Bernardi
  • Pubblicato a Zurigo nel 1891, viene immediatamente colpito dalla censura tedesca che ne vieta in modo assoluto la rappresentazione. Il suo autore, Frank Wedekind, qualche anno dopo, finisce in prigione per aver diffamato in uno scritto la figura del Kaiser. Il testo teatrale Risveglio di Primavera verrà rappresentato per la prima volta solo parecchi anni più tardi, nel 1906 a Berlino, ma in una versione pesantemente censurata. I tagli non bastarono ad evitare l’ira dei benpensanti, scandalizzati dal fatto che l’autore avesse osato affrontare, senza ipocrisie, un tema scottante come quello dei turbamenti emotivi e sessuali che colgono i giovani nell’età dell’adolescenza.

    Ora quel testo e quello spettacolo, ripreso nel frattempo in moltissime situazioni sui palcoscenici di tutta Europa, ma anche nelle scuole in tutti i luoghi dove i giovani maturano la loro coscienza, torna a Bolzano in un allestimento curato dalla regia di Marco Bernardi, in una nuova traduzione del drammaturgo Roberto Cavosi, con una produzione nella quale si uniscono lo Stabile bolzanino, il Teatro Stabile di Torino e il Teatro Nazionale. 

    Sul palcoscenico del Teatro Studio del Comunale, dal 4 al 16 marzo, una compagnia nella quale la presenza di Patrizia Milani si somma a quelle di un gruppo di giovani attori. 

    I temi affrontati illuminano una realtà inquietante anche al giorno d’oggi.

    In 19 brevi scene dal ritmo travolgente – scrive nelle note di regia Marco Bernardi -  con una struttura simile a quella del montaggio cinematografico, un Wedekind appena ventisettenne ci racconta con sorprendente forza drammatica l’eterno conflitto tra adolescenti e adulti. E non si fa mancare nulla: dalla scoperta del sesso alle difficoltà di comunicazione, dall’importanza dell’amicizia alla struggente speranza di dare un senso alla vita, dallo smarrimento nella ricerca della propria identità alla paura del primo amore. Così il grande autore tedesco, padre dell’espressionismo teatrale, ci colpisce ancora oggi per la modernità dei temi trattati e la sensibilità nei confronti dei giovani e delle loro speranze, spesso tradite.

    I temi affrontati nei tre atti della rappresentazione sono quelli che, sfuggendo alle ganasce del conformismo bigotto, illuminano una realtà, scandalosa alla fine dell’800, ma inquietante anche al giorno d’oggi: rapporti tra genitori e figli, amicizia, amore e sesso degli adolescenti, scuola, educazione sessuale, violenza, masochismo, onanismo, il punto di vista dei genitori, il suicidio, un processo scolastico assurdo e caricaturale, un funerale cinico e grottesco, un intenso dibattito tra padre conservatore e madre progressista, il riformatorio, un aborto con conseguenze fatali, omosessualità, fantasmi e diavoli in un cimitero.

    “Questa nuova messa in scena del Risveglio di primavera – aggiunge nelle note di regia Marco Bernardi - è ispirata a un altro grande artista contemporaneo di Wedekind, il pittore di Ostenda James Ensor, con le sue maschere misteriose e grottesche. 

    Oltre a un’assoluta libertà creativa, li accomuna il bisogno di esprimersi con registri stilistici apparentemente opposti: da un lato un’intensa vena drammatica, dall’altro una specie di ansia dello sberleffo, una macabra vena farsesca. Queste due voci si scontrano, si intrecciano, si alternano nelle loro opere, producendo effetti teatrali e pittorici del tutto originali. Una strana miscela di emozione e sarcasmo, inquietante e metafisica, un po’ come se si passasse bruscamente dal cabaret al libro tibetano dei morti. Per questo amo i testi teatrali di Frank Wedekind e i quadri di James Ensor.”