Società | Salute

Un’emergenza nell’emergenza

Cittadinanzattiva e Tribunale per i Diritti del Malato propongono le loro ricette, volte a risolvere la crisi del Pronto Soccorso all’Ospedale di Bolzano.
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Foto: Suedtirolfoto.com / Othmar Seehauser

Una delle associazioni che gestiscono il disagio di strada potrebbe stazionare nelle vicinanze del San Maurizio (in una zona già di per sé individuata dall’Azienda). Con lo scopo di “entrare in contatto con queste persone, costruire con loro un percorso di fiducia reciproco che le possa portare, all’interno di un progetto di inclusione sociale, a non stazionare più all’interno della struttura dell’Ospedale”. 

Questa la proposta avanzata da Stefano Mascheroni di Cittadinanzattiva Alto Adige Südtirol onlusTribunale per i Diritti del Malato, per venire a capo della grave crisi di sovraffollamento del Pronto Soccorso all’Ospedale di Bolzano. Causata da tre fattori sostanziali: il sempre più massiccio ricorso da parte di pazienti ‘non codice rosso’, il sottodimensionamento cronico del servizio e in ultimo - appunto - lo stazionamento nel pronto soccorso di persone che altrimenti si troverebbero a vivere in strada. 

In merito a quest'ultimo punto Cittadinanzattiva coglie l’occasione per ricordare che “si tratta di persone”, nello specifico “sofferenti disagi personali tali da portarle a divenire senza tetto”. 
Mascheroni ricorda che finora Azienda Sanitaria ha cercato di alleviare le difficoltà che incontrano oggi coloro che usufruiscono del Pronto Soccorso.
Nello specifico si tratta di cicli di pulizia aggiuntivi e di aumentati controlli dei guardiani, connessi al rafforzato collegamento con la Questura per eventuali pronti interventi. “Sono state chiuse anche tutta una serie di porte per arginare quanto più possibile gli ingressi ed è stato fatto un ampio lavoro di raccordo con il Comune di Bolzano”, ricorda Mascheroni. Che però precisa come la problematica non sia di facile soluzione “proprio perché abbiamo a che fare con persone non possono semplicisticamente essere prese e spostate come dei pacchi, e se non commettono reati difficilmente la Polizia può esercitare il proprio ruolo di contenimento”.

Oltre alla proposta volta forse non a risolvere ma per lo meno a ridurre il disagio legato ai senza fissa dimora che stazionano da qualche tempo in Pronto Soccorso, il Tribunale per i Diritti del Malato prende posizione anche per quanto riguarda l’ambito sanitario. Esprimendo “forte preoccupazione riguardo l’abbandono di molti sanitari che in Pronto Soccorso lavorano e che, per questioni contrattuali, pare stiano abbandonando l’attività a Bolzano”. Alla luce dell’attuale situazione di emergenza Stefano Mascheroni auspica che “con sollecitudine vengano coinvolti nuovi medici ed infermieri che possano così incrementare l’organico e scongiurare la possibile chiusura di alcuni servizi annessi al Pronto Soccorso”. 

Per il Tribunale per i Diritti del Malato tutto il settore dell’Emergenza/urgenza altoatesina andrebbe però rivisto, non limitandosi al Pronto Soccorso che comunque dovrà essere riorganizzato. E facendo in modo che “il famoso territorio faccia finalmente da filtro”.
Stefano Mascheroni conclude la sua presa di posizione paventando “l’inevitabile collasso dell’intero sistema se non si metterà mano urgentemente a questa situazione”.