22 persone morte durante un attacco all'ospedale di un'organizzazione umanitaria - Continua la fuga in massa della popolazione musulmana dalla capitale Bangui
Tra le vittime risultano tre medici dell'organizzazione e 16 rappresentanti della comunità che si erano riuniti nell'ospedale per pianificare insieme il proseguo dei progetti portati avanti dall'organizzazione umanitaria. I miliziani di Seleka avrebbero saccheggiato gli uffici dell'ospedale e fucilato almeno 22 persone.
Contemporaneamente nella capitale Bangui la violenza e le minacce delle milizie Anti-Balaka hanno costretto 1.300 persone di fede musulmana a lasciare la propria casa e a rifugiarsi nel nord del paese.
La violenza diffusa nel paese e la mancanza di poliziotti e/o soldati e di tribunali funzionanti capaci di far rispettare la legislazione ha causato il crollo dell'assistenza umanitaria nel paese e ha costretto molte organizzazioni umanitarie internazionali a chiudere le proprie sedi esterne e a interrompere i propri progetti proprio in un momento in cui l'assistenza umanitaria è fondamentale per la sopravvivenza della popolazione. Dei circa 4,6 milioni di abitanti del paese africano circa 2,5 milioni dipendono dagli aiuti esterni. A causa della guerra civile nel paese manca il cibo, l'acqua potabile e l'assistenza medica. Le prime vittime sono i bambini che soffrono di acuta malnutrizione. La situazione si fa ancora più difficile per i circa 603.000 profughi interni di cui 180.000 sono accampati in condizioni disumane nella capitale Bangui.
Gli scontri per il potere e il malcontento hanno ormai assunto le sembianze di uno scontro religioso che rischia di spaccare in due il paese, in una parte settentrionale musulmana e una parte meridionale cristiana. Mentre risulta evidente l'incapacità dei soldati della missione francese e dei circa 6.000 soldati dell'Unione Africana, sembra prendere forma una missione dell'Unione Europea in seguito al via libera dell'ONU con la risoluzione 2134.