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“Con la dieta non si può giocare”

Chi deve stabilire il regime alimentare da seguire? Rispondono al quesito Lucchin (dietetica e nutrizione clinica), Bonvicini (Federfarma) e Liebl (Ordine Farmacisti).
Dieta
Foto: upi

“La dieta è un atto medico, che richiede la diagnosi e la prescrizione del dietologo, ossia il medico specializzato in scienza dell’alimentazione. Poi la trasformazione del piano nutrizionale può essere svolta in primis da dietisti, biologi nutrizionisti e farmacisti specificamente preparati sul tema”.

Lo afferma il primario del servizio di dietetica e nutrizione clinica dell’ospedale di Bolzano professor Lucio Lucchin, il quale specifica che il dietista sia un tecnico (con laurea triennale) di supporto al medico, come il fisioterapista rispetto al fisiatra o l’odontecnico nei confronti del  dentista.

“Il termine nutrizionista – specifica Lucchin – è una dicitura superabusata, che chiunque può utilizzare, anche se non possiede titoli di studio specifici, per indicare interesse verso la dietetica e la nutrizione. Si deve verificare il titolo di studio dell’operatore sanitario a cui ci si rivolge: chiederglielo è un diritto e non una mancanza di rispetto”.

Per il primario abusano di professione medica e quindi sono fuori legge i dietisti, i naturopati, gli istruttori di educazione fisica, i nutrizionisti (se non medici), i farmacisti che compiono attività diagnostiche e prescrizionali in persone affette da patologie: ”In questi casi tali soggetti dovrebbero essere denunciati e sanzionati. La norma c’è, manca spesso il coraggio di applicarla, sicché il nostro Pase diventa il regno del possibile e dell’impossibile”.

Per Lucio Lucchin piani nutrizionali errati e “stravaganti” così come sottoporsi a molti cali di peso, possono creare dal punto di vista della salute catastrofi che non si percepiscono nell’immediato, ma nel lungo periodo (anni): “Serve poco o nulla perdere peso, se poi non si è in grado di mantenerlo nel tempo. A seguire prescrizioni sbagliate non solo si riprendono con gli interessi i chili persi, ma anche si ingrassa più di prima col rischio di sviluppare una grande obesità. Peraltro, il grasso che si recupera si accumula soprattutto nella zona centrale del corpo al livello dell’addome con conseguenti possibili alterazioni del funzionamento degli organi interni e dei muscoli”.

Il professore avverte che con l’aumentare del peso e una cattiva o errata alimentazione possano peggiorare sia inestetismi quali la cellulite o alcune affezioni già sussistenti nei pazienti (come quelle a carico dell’apparato respiratorio, con la comparsa delle apnee notturne) sia tutte le malattie dismetaboliche (diabete, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, iperuricemia e gotta). Non solo. Vi è il rischio altresì che insorgano altre patologie: in prevalenza cardiovascolari (ipertensione, infarto, ictus, arteriosclerosi, le arteriopatie agli arti inferiori) e pure molti tumori (seno, utero, prostata, colon retto, per citare i principali). Si può arrivare financo alla necessità di ricorrere alla chirurgia bariatrica.

“Si consiglia sempre la dieta mediterranea che prevede di mangiare poco di tutti i nutrienti e in particolare di non far mai mancare a tavola vegetali, frutta fresca e secca, un bicchiere di vino (meglio se rosso), cereali (di preferenza integrali), olio extravergine di oliva. Per quanto concerne la dieta pesco-vegetariana a base di pesce e verdure, essa sembra oggi piuttosto salutare – conclude il professor Lucchin -. Nell’attuale contesto socio-culturale si sta perdendo il raziocinio. La società globale crea insicurezze. Si cercano allora certezze nel cibo. Molti seguono regimi dietetici che non sempre sono approvati a livello scientifico e possono condurre a carenze. Si deve essere consapevoli di tale aspetto. Bisogna distinguere le convinzioni alimentari filosofiche, che rispetto, dalla scienza. Su chi è sano non si deve poi fare terrorismo psicologico. Ciascuno, se non presenta eccesso di peso (specie la “pancetta”) e mangia in modo vario, può regolare da sé la propria alimentazione e può (ma non deve necessariamente) rivolgersi, per ricevere consigli, a dietisti, biologi nutrizionisti, farmacisti specializzati in scienza dell’alimentazione. Ma nel caso di persona malata, ci si deve affidare sempre e solo ai medici, meglio se dietologi. Con le diete non si deve e non si può giocare”.

Del pari, ritiene che il tema dell’alimentazione debba essere affrontato con cautela il presidente di Federfarma Bolzano Matteo Paolo Bonvicini.

"Non si possono trattare le diete con leggerezza e superficialità, in particolare quando una persona soffre di patologie concomitanti rispetto al sovrappeso" - dice il presidente che sottolinea come il farmacista, che abbia una formazione specifica sulla nutrizione, possa offrire consigli qualificati al paziente.

Bonvicini suggerisce, in assenza di malattie, di seguire la dieta mediterranea: limitare il consumo di carni rosse a due volte alla settimana, privilegiare carni bianche e pesce, frutta e verdura fresche di stagione, evitare prodotti manipolati chimicamente, ogni giorno mangiare pane, pasta, cerali, meglio se integrali, olio d'oliva.

"Il farmacista, che assume un grande ruolo sul fronte del consiglio di integratori per garantire il benessere delle persone sottoposte a regimi alimentari volti alla perdita di peso - osserva Bonvicini -può affiancare i medici ma non sostituirsi ad essi. Spetta solo ai medici o ai biologi nutrizionisti prescrivere la dieta puntuale che ciascuno deve seguire in caso di necessità".

In modo netto si esprime anche il presidente dell'Ordine dei Farmacisti della provincia di Bolzano Maximin Liebl: “Non è monopolio del medico fornire consigli alimentari. Vi sono anche altre figure professionali abilitate, come i dietisti. Ed anche i farmacisti possono svolgere tale attività, ma non quella di prescrivere farmaci dimagranti, incarico che spetta invece solo al medico".