“Non ci arrendiamo”
La paventata chiusura del punto nascita di Vipiteno, annunciata oggi (28 giugno) dal Landeshauptmann Arno Kompatscher e dall’assessora Martha Stocker, ha prevedibilmente diffuso un certo allarmismo. La decisione finale, tuttavia, verrà presa solo il prossimo 29 luglio, data entro la quale occorrerà presentare un piano che garantisca determinati standard di qualità e sicurezza: un servizio attivo 24 ore su 24 e la presenza di un ginecologo, un anestesista, un ostetrico e un pediatra. Stupito e rammaricato per le ultime notizie, Karl Polig, Obmann dell'Alta Val d’Isarco dichiara sul mensile Erker: “Non c’è alcun motivo urgente o ragionevole per chiudere il punto nascita di Vipiteno, né per quanto riguarda il numero dei parti (fattore che tuttavia l’esecutivo ha escluso come causa dell'eventuale "affossamento" del suddetto punto nascita, ndr) né per il personale”.
Gli fa eco Sabine Nitz, ostetrica all'ospedale di Vipiteno: “Se continuiamo a lavorare in questo modo riusciremo a superare i 500 parti quest’anno, abbiamo sufficienti ginecologi e anestesisti, solo su pediatria siamo un po’ in ritardo, ma questo è un problema diffuso in tutta la Provincia”. Polig e Nitz individuano come causa delle criticità contingenti la situazione del punto nascita di Bressanone, dove nota è la carenza del personale, Arthur Scherer, primario di ginecologia e ostetricia, ha peraltro già presentato le sue dimissioni che diventeranno effettive dal primo ottobre prossimo. “Ho l’impressione che il nostro punto nascita debba essere sacrificato per coprire i buchi degli altri”, commenta l’Obmann Svp che aggiunge infine: “Non vedo perché una struttura che funziona bene debba essere smantellata, in ogni caso non ci diamo per vinti, abbiamo ancora un mese di tempo per reperire altri medici”.