Politica | L'Europa a sinistra?

"Bisogna superare lo stato nazionale"

Lorenzo Marsili al PopLar, il festival universitario di Trento, su un nuovo movimento transnazionale per le elezioni di maggio: "Insieme a Varoufakis, Sanders e Corbyn".
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Foto: Foto: Salto.bz

"Our new international movement will fight rising fascism and globalists". Questo è il titolo della lettera aperta scritta da Yanis Varoufakis, ex ministro delle finanze greco, e apparsa sul quotidiano inglese The Guardian. La lettera dell'economista di Atene comincia con un'analisi dell'attuale egemonia dei sovranisti nei territori occidentali (Stati Uniti e Unione Europea) e successivamente affronta un tema di cui si discute ormai da tempo: la costituzione di un nuovo movimento di sinistra che sia capace di contrastare i vari sovranisti come Trump, Orban e Salvini ma anche di offrire un'alternativa ai liberisti come Macron o Merkel.

Alla lettera ha risposto il senatore del Vermount Bernie Sanders, leader di Our Movement, il movimento che si sta espandendo sul suolo americano all'insegna della socialdemocrazia. Il movimento creato da Varoufakis ha in realtà già un nome: si chiama DieM 25, ed è attivo da due anni. Uno dei propri coofondatori è italiano, Lorenzo Marsili, che ha dialogato con il libraio Federico Zappini all'interno del festival universitario PopLar di Trento, dopo aver avuto un incontro con alcuni ragazzi alla nuova libreria due punti.

"Dovremo essere radicalmente umanisti. Forse il nostro è uno spirito donchisciottesco, forse di batteremo con i mulini a vento".

"Viviamo in un mondo in cui coloro che si fanno forieri di scenari distopici hanno una visione di ricostruzione, mentre i centristi di destra e sinistra sembrano dei dottori disperati che si accaniscono sui pazienti, per preservare lo status quo". Così introduce Marsili, autore - tra le altre cose - del decalogo da cui un movimento internazionalista dovrebbe partire. "Serve un cambio di paradigma radicale. Oggi non c'è un'alternativa transnazionale che garantisca la partecipazione democratica degli europei. Servono idee dirompenti".

 

DieM 25 conta per ora 100.000 iscritti in tutta Europa - ancora molto pochi per un movimento paneuropeo - che però, stando a quanto detto da Marsili stesso, dovrebbe cominciare a strutturarsi meglio da qui alla prossima scadenza elettorale di fine maggio 2019. "Dovremo essere radicalmente umanisti. Forse il nostro è uno spirito donchisciottesco, forse ci batteremo con i mulini a vento. Ma credo che la follia e la visione debbano poter riacquisire uno spazio politico". Le proposte politiche di DieM vanno dalla piena occupazione, modello pensato insieme a Bernie Sanders - che garantirebbe un lavoro part-time sicuro a chiunque - basato sui servizi alla persona. Diem richiede che l'immigrazione venga gestita a livello locale dai sindaci e che venga istituito un modello di welfare europeo.

"Dovremo superare lo stato nazionale per immaginare un'Europa federale e realmente democratica".

"Vorremo ridurre anche la settimana lavorativa da cinque a quattro giorni a parità di salario. Come? Tassando le rendite finanziare e le grandi aziende che utilizzano la ricerca e l'innovazione pubblica e gratuita per i propri guadagni, attraverso quella che si chiama ricerca di base. Si potrebbe fare domani, così come chiudere i cinque paradisi fiscali che ci sono in Unione". Dagli investimenti alla riconversione ecologica di stabilimenti come l'ILVA di Taranto, le proposte lanciate da Varoufakis & Co. sono di certo ambiziose e per incidere dovranno presto conquistare alleati e soprattutto elettori. "Non staremo dietro alle sigle e ai settarismi ma partiremo dalle nostre proposte e dalle nostre idee, credo che funzionerà e che ci riusciremo".

 

L'attacco di Marsili non va solo a The Movement, il contenitore politico che va da Salvini a Orban creato dall'ex capo della comunicazione della Casa Bianca Steve Bannon. Marsili, infatti, se la prende anche con i liberali europei, che sarebbero "in continuità con le politiche fin'ora adottate, utili idioti che fanno il gioco dei sovranisti". Il timore di Marsili è che i sovranisti possano dettare l'agenda anche ai liberali, in vista di possibili future alleanze tra il centro e l'estrema destra europea. "Dovremo superare lo stato nazionale per immaginare un'Europa federale e realmente democratica". Il 23 maggio non è lontano come sembra.