Piccole stelle alpine everywhere?
Sarebbe molto più che un’ipotesi: per uscire dalla crisi conclamata la SVP starebbe pensando di presentarsi alle prossime elezioni comunali di Bolzano con il supporto di 2 o 3 liste civiche di quartiere (piccole stelle alpine), di cui forse anche una interetnica.
In questo modo la Volkspartei intenderebbe dare più forza ai temi del territorio nella città, per fare in modo che questi non vengano schiacciati dai cosiddetti ‘grandi temi’. Nello stesso tempo l’operazione, nelle intenzioni del partito di raccolta, potrebbe anche consentire di uscire dalla crisi delle candidature (sempre meno) e soprattutto stimolare gli elettori astensionisti a ritornare sui loro passi.
A nostro avviso l’ipotesi avanzata dalla SVP è interessante sia nel contenuto che nel metodo ed allora abbiamo pensato di raccogliere un po’ impressioni provenienti dalle altre formazioni politiche, a prescindere dal fatto che siano in crescita oppure in crisi.
La prima ad intervenire è Elena Artioli, fautrice nello scorso maggio della discussa lista civica in supporto del sindaco Spagnolli. Per la consigliera provinciale di Team Autonomie Liberal PD il punto è chi si candiderà nelle file della della SVP. Artioli è scettica e nota un paradosso di fondo: “da fonti interne so che hanno molte difficoltà nel trovare candidati e se non li hanno come fanno a fare più liste?”.
“Per loro sarà molto dura”, conclude la consigliera provinciale a cui fa eco il collega Alessandro Urzì.
“Mi sembra una grande dimostrazione di difficoltà della Svp” precisa il leader di Alto Adige nel Cuore, aggiungendo che però “c’è l’ormai quasi certa opzione blockfrei che affranca la SVP da un rapporto con la Sinistra che l'ha portata alla attuale crisi”. Urzì si sforza quindi di essere positivo: “credo possa essere un percorso che alla fine potrà rendere la Stella Alpina più libera nel scegliere le alleanze nell'interesse della città, che quello che auspicavamo”.
Le manovre della SVP sono seguite con grande interesse anche dal PD, comunque partner naturale per la guida della città capoluogo.
Per il coordinatore cittadino dei Democratici Sergio Bonagura l’operazione ipotizzata dalla Volkspartei “in presenza dell'attuale legge potrebbe funzionare, con i collegamenti di lista”. Ma per Bonagura “in caso di modifica della legge elettorale potrebbe essere un problema, a meno che le due civiche non siano per Gries e per il centro”. L’ex consigliere comunale PD si pone però il problema di come potrebbe reagire l’elettore “abituato da 70 anni a votare stella alpina”.
In ogni caso Bonagura dice di vedere negativamente l’ulteriore frammentazione che deriverebbe dall’idea delle civiche di quartiere, ma al contempo conferma: “anche il PD ci sta ragionando su”.
Sull’ipotesi delle civiche territoriali prende posizione anche Casapound. “Siamo contenti che finalmente anche gli altri partiti prendano esempio dall'impegno di Casapound nei singoli quartieri” dice in merito l’ex consigliere comunale Andrea Bonazza che si augura però che “non sia soltanto la classica trovata elettorale che, una volta finite le elezioni, lasci le periferie nuovamente abbandonate a se stesse”.
Molto scettica in merito è invece la consigliera provinciale verde Brigitte Foppa che nei mesi scorsi ha seguito da vicino il travaglio della terza giunta Spagnolli.
"L’ultima volta ci aveva provato proprio Spagnolli con la sua lista civica tra virgolette, a me i partiti travestiti mi fanno sempre un po specie, io sono verde e chiunque sa per cosa mi impegno e questo è comunque una chiarezza che andrebbe portata anche nella nuova era della politica” dice la consigliera verde.
Per Foppa semplicemente “la SVP, evidentemente in crisi, applica a Bolzano il modello che usa in tutta la provincia, dove in molti paesi si usano le piccole stelle alpine per ogni frazione”. Di per sé l’esponente verde non dà un giudizio negativo dell’operazione (“mi piace l'idea di ripartire dalla base, dai quartieri, questo lo fanno anche i nostri"), ma allo stesso ritiene che le diverse liste “sembrano un tentativo di mimetizzazione e di ‘campanilizzazione’ di Bolzano”.
Dal canto suo l’ex deputato Giorgio Holzmann commenta l’idea della SVP partendo invece da lontano: “per troppo tempo siamo rimasti prigionieri degli schemi nazionali e non ci siamo aperti ad un confronto serio e soprattutto costruttivo, credo quindi che questa volta si debba cercare di ragionare in modo molto più aperto e sereno rispetto al passato”.
Il commento dell’ex assessore Luigi Gallo è invece improntato all’ironia (“spazio alla creatività”).
Gallo ricorda che di fatto fino ad oggi “la SVP non ha mai creduto alle circoscrizioni e anzi le ha sempre frenate, mentre sono state le altre forze politiche a fare le liste nei quartieri”. Per l’ex assessore “oggi nessuno sa cos’è una buona idea per cui ognuno prova quel che vuole…”.
Anche Gallo poi vede contraddizioni nella proposta (“non stanno rompendoci l' anima sul fatto che ci sono troppe liste che entrano in consiglio?”) e si chiede cinicamente: “chi garantisce che la minisvp di quartiere seguirà la casa madre?”
Un commento in merito alla proposta SVP viene anche dal sindaco di Laives Christian Bianchi che ricorda l’esperienza fatta nel suo comune: ”la Di Fede qui aveva fatto proprio questo, appoggiando la sua candidatura a 4 liste, il PD, sue liste civiche messe in piedi appositamente, e i socialisti”.
Com’è andata? Non bene, visto che - come si ricorderà - la sindaca uscente ha perso le elezioni. Per Bianchi dunque “tutto è giusto o tutto è sbagliato a seconda di come vengono fatte le cose e specialmente in base alla credibilità delle specifiche proposte politiche”.
Anche per Claudio Della Ratta l’idea della SVP potrebbe essere vanificata dalla nuova legge elettorale. Per l’ex consigliere socialista Bolzano in ogni caso “è una città piccola che non necessita di suddivisioni tematiche o legate esclusivamente a specifici quartieri”.
Della Ratta ricorda quindi le consuetudini del passato: “i grandi partiti hanno spesso creato attorno a loro dei partiti satellite, utili a raccogliere il consenso di chi, pur di una certa area non si riconosceva in quello specifico partito”. Per il socialista dunque “sostituire ora questi piccoli partiti spesso creati ad hoc con liste civiche non appare una grande novità”.
Per l’ex coordinatore regionale di Forza Italia Enrico Lillo la SVP (“che è molto indietro nei quartieri, luoghi della città che ha sempre snobbato interessandosi più ai poteri forti che ai bisogno reale dei bolzanini”) di fatto attraverso il varo delle ‘piccole stelle alpine’ “riconoscerebbe i propri errori ed opererebbe una correzione di rotta che potrebbe anche portare anche i suoi frutti”.
La situazione sarebbe rovesciata, invece, per i partiti di lingua italiana secondo Lillo: “il centro destra ha invece bisogno di una sola lista ma che comprenda i vari candidati provenienti dai quartieri, basta listine e listarelle che tra le altre cose con la nuova legge elettorale saranno destinate a fare cilecca”.
L’ultimo a prendere la parola è il presidente della circoscrizione don Bosco Federico De Piccoli del Movimento 5 Stelle, che rivendica al suo partito “l’idea di portare avanti i concetti di democrazia diretta mettendo al centro del proprio programma politico i cittadini”. De Piccoli ritiene inoltre che “la proposta di aprire anche alle liste di quartiere aumenterà solo il frazionamento dell’elettorato creando una gran confusione, quasi come se le 18 liste delle ultime elezioni non fossero sufficienti”.