Politica | Intervista

Lillo: “urlare non vuol dire essere più ascoltati”

Forte la critica a Spagnolli ma anche al dissenso ‘gridato: “Benko è un’occasione, ma la legge provinciale va cambiata perché così i privati si prendono la città".

Il consigliere comunale socialista Claudio Della Ratta nei giorni scorsi ha detto che rimpiange i ‘vecchi’ consiglieri del centrodestra, mai protagonisti negli scorsi anni di applausi polemici o episodi di politica urlata
In 24 ore il sindaco Spagnolli è passato dalle stalle alle stelle, transitando dalla bocciatura a sorpresa firmata dalla benkiana SVP Pitarelli ad un sì Verde alla giunta dato fuori dai denti ed a tempo. Con in sottofondo il tumulto nei corridoi, con le urla e gli insulti da parte dei militanti di Casapund, Lega ed anche Forza Italia. 
Nella bagarre, come testimoniano i video pubblicati nel web, ha avuto un ruolo di pacificatore il consigliere e coordinatore regionale di Forza Italia Enrico Lillo. A lui abbiamo chiesto il perché del suo tentativo di mediare e qual è l’opinione che si è fatto della piega che ha preso la legislatura comunale a Bolzano. 

Lillo, che ne pensa delle urla nel corridoio e degli insulti?
Di natura sono uno che cerca di mediare. Ma al di là di questo penso che la politica abbia già imbarbarito a sufficienza sé stessa ed i cittadini. L’esasperazione della gente in questi tempi ha radici economiche ma anche morali ed etiche. Gli ultimi anni ci hanno fatto vedere le cose peggiori all’interno di un mondo che dovrebbe essere invece di altissimo profilo.
Della rabbia comprendo alcuni aspetti. Si è parlato tantissimo del metodo con cui si è giunti nei giorni scorsi alla fiducia per la giunta in comune. Ma penso che in quegli ambienti il dissenso urlato sia inopportuno e poco democratico. C’è stata una votazione e quella sera c’era comunque la possibilità di dissentire, anche in modo forte, rispetto a quello che stava succedendo, così come hanno fatto i consiglieri in aula. Ma comunque rispettando la funzionalità della sede. Invece le parolacce nel corridoio non sono condivisibili. 

Tra quelli che urlavano in corridoio c’era anche Alessandro Bertoldi che poi su Facebook ha motivato il suo atteggiamento dicendo che “urlare serve a dar man forte alla democrazia”. A questo punto si pone in maniera decisa anche la questione del modo . Che spazio c’è, oggi, per la ‘moderazione’ nell’opposizione di centrodestra?
Bertoldi ha 20 anni e io 54. La mia esperienza dice che le cose si possono comunicare in maniera decisa anche senza urlare. L’urlo può andar bene alle manifestazioni. Ma il far sentire o meno la propria voce non è una cosa che si misura in base al volume. Sulle cose occorre ragionare e poi dire cose serie in modo chiaro. Nel contesto del consiglio comunale strillare non vuol dire essere più ascoltati. 

Quale l'opinione di Enrico Lillo sul recente operato del sindaco Spagnolli? Biancofiore ha parlato addirittura di uno “Spagnolli senza dignità”. E’ proprio così?
Con Spagnolli ci siamo dati del Lei fino a tre giorni fa, ma poi scambiando quattro chiacchiere informali abbiamo iniziato finalmente a darci del tu. L’ho detto anche in consiglio comunale: io il sindaco l’ho sempre apprezzato come persona. Mi sono anche messo nei suoi panni nel tentativo di trovare una maggioranza, ammirando lo sforzo veramente sovrumano da lui profuso negli ultimi due mesi, probabilmente i peggiori della sua vita. 
Politicamente però il discorso è completamente diverso. Io credo che lui sia scaduto rispetto all’autorevolezza che aveva negli altri due mandati. Insomma: c’è stata una forte caduta di stile nel metodo. Non di dignità, mi sembra una parola troppo grossa. In ogni caso ha voluto ancora una volta mettere insieme il diavolo e l’acqua santa in una maggioranza che può stare insieme solo per le convenienze e non per un vero progetto politico. 

Bertoldi invita il centrodestra a ricompattarsi su Benko, definito addirittura simbolo del progresso di Bolzano. E’ proprio così? Per i cittadini italiani di Bolzano Benko è ‘il’ simbolo del progresso?
Se c’è qualcuno che a Bolzano in questi ultimi tempi ha lavorato sul ricompattamento del centrodestra quello sono io. L’ho detto con i fatti, combattendo all’interno del mio partito anche contro Bertoldi e la Biancofiore che mi hanno accusato di tirare indietro.
Entrando nel merito quella di Benko è certamente una battaglia, ma non è l’obiettivo finale. Sarà un passaggio che ci permetterà di capire se la maggioranza è veramente in grado di raggiungere altri obiettivi. Un banco di prova, insomma. 
In ogni caso la riqualificazione di una strada non può essere il simbolo del progresso. Il progresso deve essere anche mentale, culturale, sociale ed economico. Benko non può racchiudere tutti questi aspetti. Potrebbe rappresentare però un’inversione di tendenza dopo che la città per 10 anni è rimasta ferma. 

E la legge provinciale che ha dato il ‘la’ a Benko va bene così com’è?
No. Va migliorata: alla cosa pubblica va dato il diritto di gestire queste situazioni. Non può succedere essere semplicemente che chi ha più soldi prende in mano la città. Altrimenti non c’è più sparisce la cosa pubblica. 

Ohne Stadtentwicklungsamt mit neuen Inhalten und Visionen - welches seit Jahren leider und noch immer nicht besteht - kann man wie derzeit ersichtlich, auch keine sachlich fundierte oder eine in die Zukunft gerichtete und damit neue Politik machen . Denn Sachpolitik im Interesse der Gesamtstadt , statt eine weitere Parteienpolitik für und mit unterschiedlichen Interessen , sind 2 paar Schuhe !

Lun, 06/29/2015 - 17:58 Collegamento permanente