Società | La riflessione

Dietro le quinte dello 'scandalo' Randi

La vicenda in cui l’assessore comunale è stato accusato di nepotismo nasconde una crisi molto più profonda. Sulla quale è necessario riflettere.

Negli ultimi giorni la telenovela relativa ai contrasti interni al PD altoatesino si è arricchita di un’ulteriore episodio, ampiamente raccontato dai quotidiani locali. L’assessore comunale bolzanino Mauro Randi nonché presidente dell’assemblea del Partito Democratico altoatesino è finito all’interno di una vicenda di nepotismo legata alla gestione della Fondazione Rainerum che gestisce il college universitario annesso all’omonimo istituto dei Salesiani in via Carducci a Bolzano. 

La vicenda sta avendo già ripercussioni, a quanto scrivono i giornali nella giornata odierna, sulle competenze reclamate ma non ancora ottenute da Randi, in particolare quella sul sociale e nello specifico l’Azienda Servizi Sociali che è invece contesa anche dalla SVP. Per non parlare del fatto che, nel PD, sono in molti a fregarsi le mani, specie coloro che lo scorso maggio sono stati sconfitti dallo stesso Randi nella battaglia per le preferenze, vinta di gran lunga dall’esponente dell’area bizziana. 

La storia della problematica gestione del College del Rainerum sta ad indicare da una parte sembrano tutt’altro che passati i tempi in cui i politici finivano in un modo o nell'altro a fare un uso anche ‘personale’ del loro potere. Dall’altra i modi con i quali la notizia del nepotismo è ‘trapelata’ attraverso i giornali è stata anche a dimostrare che sono tutt’altro che alle spalle anche i tempi in cui i partiti politici si avvalevano dell’appoggio della stampa per fare lo sgambetto (o per fare brutalmente fuori) i loro compagni di partito. 

Al di là del merito noi però vogliamo soffermarci su alcuni risvolti della vicenda che fino ad ora non sono stati messi sufficientemente in evidenza. Stiamo parlando della crisi che avvolge, da qualche tempo a questa parte, i Salesiani dell’Istituto Rainerum. Negli ultimi due anni l’Istituto che ha sede nel centro bolzanino è passato attraverso la querelle legata al ‘contratto formativo’ che invitava i genitori a sposare principi che molti hanno inteso non compatibili con una scuola paritaria ampiamente sostenuta dall’ente pubblico. Ma poi è seguito, nella scorsa primavera, anche l’abbandono della presidenza di scuola media e liceo da parte del laico Fabrizio Mattevi, da 30 anni stimata ‘colonna’ della scuola, sostituito attraverso un ritorno alla ‘presidenza interna’ assunta ad interim dal direttore don Maurizio Tisato. Precedentemente, sempre sulla stampa, si erano percepite avvisaglie anche dell’insoddisfazione di diversi insegnanti per quanto riguarda le condizioni di lavoro (soprattutto economiche, ma non solo). 

Nelle ultime ore le parole come sempre pacate ma implacabili dell’ex sindaco di Bolzano Giovanni Salghetti hanno evidenziato che i Salesiani da tempo erano in difficoltà nella gestione operativa del college universitario. Quadrando il cerchio sull’opinione, ormai diffusa, che l’Istituto Salesiano stia ormai mostrando la corda, penalizzato da una parte dalla crisi interna delle vocazioni (i religiosi sono sempre meno e sempre più anziani) e dall’altro dall’appeal della proposta formativa veicolata dalle medie e dal Liceo delle scienze applicate. 
La ‘debolezza’ del Rainerum ha però anche un retrogusto politico. Al di là del dibattito sempre aperto sulla necessità o meno delle scuole private e, ancor più, della necessità o meno che queste vengano sostenute dai soldi di tutti i cittadini, va però ricordato che nel tessuto sociale bolzanino la scuola ha fino ad oggi rivestito un ruolo importante. 
Come avviene da sempre nel mondo lingua tedesca con l’Istituto dei Franziskaner, il Rainerum (e le Marcelline a sua volta impegnate nella loro battaglia per una ristrutturazione e ampliamento a suon di decine di milioni di euro pubblici) è infatti da sempre uno dei punti di riferimento per quanto riguarda la formazione di quelli che, ancora oggi, vogliamo chiamare futuri quadri dirigenti. 

Per questo motivo, e per altri, la ‘crisi del Rainerum’ dunque non può essere considerata solo un terreno come un altro per la faida interna al PD altoatesino oppure un problema della chiesa e dei preti. La politica farebbe meglio a farsene carico in una maniera più matura e seria, considerando il fatto che la gestione della formazione delle future generazioni non è solo una questione sindacale e che la crescita della scuola altoatesina non passa solo attraverso la sfida della seconda lingua da iniettare nelle dosi più massicce possibili, compatibilmente con l'articolo 19 dello statuto di autonomia. 

Un'ultima nota. Giovanni Salghetti sui giornali viene dato in quota ‘curia’ nel cda della Fondazione Rainerum. Sarebbe interessante spiegare ai lettori che i rapporti economici tra i Salesiani di Bolzano e la Diocesi di Bolzano Bressanone da tempo immemorabile non vanno al di là di un buon vicinato. Chi pensa (da lontano) alla Chiesa come a un tutt’uno immutabile guidato da una piramide geometricamente ben definita forse farebbe meglio ad approfondire un po’ la cosa. Scoprirebbe che le partite in gioco spesso sono tutt’altre rispetto a quelle intuibili a prima vista. Ma naturalmene non per questo meno dure e violente.