Ambiente | Mobilità alternativa e sostenibile

Autobrennero e i distributori di metano fantasma attesi dal 2007

Da ben nove anni si attende la realizzazione dei distributori di metano sull'A22. Ritardi su ritardi e i fondi necessari per realizzarli forse utilizzati per l'idrogeno?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Percorrendo l’Autobrennero ultimamente mi sono chiesto: ma che fine ha fatto il progetto dei distributori di metano approvato dal CdA della partecipata pubblica nel lontano 2007? Vado a rileggere quanto avevo scritto poco meno di un anno fa e mi ricapita sul video la (piccata) risposta dei vertici di A22 del 4 settembre 2015. Si fa presto a parlare di mobilità sostenibile, oggi straparlando della mobilità elettrica e a idrogeno, qualità dell’aria e via discorrendo, ma poi servono le infrastrutture e qui, come si suol dire, “casca l’asino” e piuttosto rovinosamente.

Cito le frasi più significative dalla lettera di A22, fra l’altro solo su sollecitazione del direttore dell’Alto Adige:

A breve il rifornimento di metano sarà possibile anche presso l'area Nogaredo ovest.

Siamo ad un anno di distanza e nulla si è mosso. Non è una novità, anzi. Si legga più avanti di come i progetti siano stati man mano spostati in avanti negli anni.

Preso atto della crescente domanda dell'utenza, già nell'ottobre 2009 il consiglio di amministrazione A22 aveva approvato uno studio di fattibilità per la realizzazione di dodici siti per la distribuzione di gas metano, nonché di sette nuovi impianti di erogazione di GPL. (...)
 

Tra il 2009 e il 2014 ogni area di servizio A22 individuata dal piano di potenziamento della rete di distribuzione metano è stata dotata di punto di riconsegna. Ammonta ad oltre 720.000 euro l'onere sostenuto dalla Società per la sola realizzazione di tali punti. (...)

Il dettagliato piano di riaffido contemplava nello specifico anche la realizzazione dei punti metano individuati dallo studio di fattibilità datato 2009.

Bene, vuol dire che ad A22 stanno a cuore le trazioni alternative. O no? Segue una ricostruzione delle vicende e i distributori che vengono “collegati” al rinnovo delle concessioni delle aree di servizio, bandite nel maggio del 2014, cosa che ancora oggi non comprendo.

E quale decisione si è presa? Ad oggi l’A22 è stata silente sul tema quindi con una pessima comunicazione aziendale. Sta di fatto che la foto qui sotto, che ritrae i vertici di A22 all'inaugurazione del distributore di metano di Nogaredo Est il 22.12.2013, è rimasta per ora l'unica visto che gli altri impianti sono ancora... per aria nonostante le pompose dichiarazioni inserite nel comunicato ufficiale. Anche in questo articolo del 2009 pareva che il progetto venisse realizzato in pochi anni. Fra l'altro poi nel 2011 si parlò di idrometano, progetto ormai nell'archivio, e pure lì tanta enfasi per il metano ma anche su diversi progetti per l'idrogeno rimasti per gran parte, da ormai un lustro, sulla carta.

I fondi per i distributori di metano utilizzati per la centrale H2 di Bolzano Sud?

Qui la novità, sono forse finiti i soldi? Però i 5,3 milioni di Euro da A22 per l’edificio della centrale d’idrogeno di Bolzano Sud sono stati tirati fuori senza fiatare. Mi sa tanto che quei fondi abbiano risucchiato quelli destinati ai distributori di metano da realizzare.

E’ solo un’ipotesi, ma la lascio nell’aria perché la realizzazione dei dodici punti complessivi previsti dal piano, se prendiamo quanto speso per Nogaredo Est (circa 360mila Euro, salvo dimenticarsi di installare gli erogatori per il self-service e sorvoliamo sui tanti disagi e disservizi che quell’impianto ha riservato ai metanautisti fino ad oggi, specie nelle ore notturne e di gran traffico), il costo complessivo sarebbe di circa 4.320.000 Euro.

Prendiamo ora i 720mila Euro per i punti di allaccio ai metanodotti (per i quali immagino A22 stia già pagando i relativi canoni a Snam per impianti di rifornimento di metano che non esistono ancora…) e arriviamo a 5,04 milioni di Euro. Torniamo a leggere cosa è costato l’edificio della centrale H2 di Bolzano Sud quindi lascio a chi legge le dovute considerazioni, soprattutto evidenziando che tale centrale oggi, nonostante tanti proclami (si legga il comunicato ufficiale della Provincia in occasione della posa della prima pietra di sette anni fa...), non serve a nulla rifornendo in sostanza solo bus a idrogeno che non vedono un centimetro di autostrada!

Realizzazione dei distributori di metano di A22 in alto mare: ci dovranno pensare i nuovi concessionari delle aree di servizio?

Autostrada Del Brennero S.p.A. sta procedendo all'adeguamento dei disciplinari di gara per l'affidamento dei servizi di distribuzione carburanti, nonché vagliando l'ipotesi di far realizzare o meno gli impianti metano a cura dei futuri subconcessionari.

Ora la realizzazione dei distributori di metano è demandata ai nuovi concessionari. Qualcosa non mi torna e quindi la critica è piena, tonda e gonfia. E’ trascorso di nuovo un anno e non si è mosso nulla. Nel frattempo si sta sviluppando il trasporto merci a metano (che magari potrebbe consentire di migliorare l’aria sul tracciato di A22, no?) e quindi il piano di A22 è già obsoleto non prevedendo, immagino, punti di rifornimento per camion (che secondo l’a.d. di A22, Pardatscher non esisterebbero…). Se questi poi cominciassero a rifornirsi in impianti destinati alle auto, ci metterebbero un multiplo di tempo. Per non parlare del metano liquido che evidentemente A22 non ha proprio considerato (compresi i suoi azionisti pubblici!), e si sono perse le occasioni per aderire ai progetti dei Blue Corridor della UE, che finanzia la costruzione di tali impianti.

È quindi ancora una volta immeritata la critica del dott. De Luca verso una società che si è impegnata ad eseguire celermente investimenti volti al potenziamento dell'offerta carburante lungo la rete di competenza, metano e idrogeno compresi. dott.Paolo Duiella ing. Walter Pardatscher presidente e ad A22.

Criticare chi critica senza prendersi la responsabilità di quello che attualmente è un progetto non realizzato da quasi nove anni e con impianti che verranno realizzati, stando all'ultimo cronoprogramma, solo nel 2018, mi sembra poco elegante ma non mi metto di certo la museruola.

I cronoprogrammi del... posticipo perpetuo!

Rinfresco comunque la memoria con alcuni cronoprogrammi del 2013, 2015 e di oggi, rimasti praticamente lettera morta e dove evidentemente il rinnovo delle concessioni delle aree di servizio non erano rilevanti per questo progetto deliberato dal CdA di Autobrennero, vale la pena ricordarlo, il 19 ottobre 2007, per cui fra poco più di un anno si “festeggerà” il decennale delle buone intenzioni.

Come sempre:

  • Politica praticamente assente
  • Associazioni ambientaliste assenti
  • Azionisti di A22 inerti

Questi ultimi però ben contenti di incassare i lauti utili di A22 (ma è un tema su cui mi sono già soffermato e su cui curiosamente nessuno, ma davvero nessuno ha avuto il coraggio di controbattere). Quindi qualcosa è andato storto, ma non viene detto. Che cosa c’è da mettere sotto il tappeto?

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Michele De Luca Gio, 09/01/2016 - 19:30

In risposta a di Mattia Frizzera

Non è facile rispondere. Qualcuno, anzi fin troppi, soprattutto i politici, parlano di mobilità elettrica probabilmente senza ben sapere di cosa si parla. Leggo di installazioni di colonnine di ricarica... ma per quali auto? E-Mobility significa partire dalle auto ibride, per passare alle ibride plug-in, alle elettriche pure, alle EREV (tipo Opel Ampera) per finire alle auto a idrogeno.
Una cosa è sicura: i consumatori ancora oggi non si fidano (o forse non si lasciano abbindolare) e i limiti delle auto puramente elettriche sono noti e, nonostante tanto battage, il problema resta l'autonomia e gli enormi costi. Pure gli incentivi lanciati in Germania di recente sono stati finora un flop.
L'ho scritto tante volte, se la gente non è disposta a scucire 2/3mila Euro di sovrapprezzo per un'auto convenzionale a metano o gpl, vuoi che sia disposta a spendere quasi il doppio del prezzo di una convenzionale con tutti i limiti che oggi le EV hanno? Non credo proprio.
Piantare oggi colonnine di ricarica non serve ad una beata fava se non a farsi un'immagine p.r. "green". Anzi, Alperia dovrebbe spiegarmi perché in passato Sel e Aew non hano fatto nulla per il metano. Domanda posta più volte, ma finora il silenzio è stato... imbarazzato? O forse perché le due province autonome hanno paura di perdere i cospicui introiti che provengono dalla vendita di benzina e gasolio?
Molto ci sarebbe da dire, ma finora sul tema manca del tutto un'informazione oggettiva, chiara e con i piedi per terra. Non sopporto molte dichiarazioni di politici e ambientalisti che "sparano" enunciazioni senza sapere come è l'effettiva realtà. La bastonata arriva dai consumatori che delle nuove tecnologie praticamente non ne vogliono sapere. D'altronde l'obiettivo di sole mille auto EV per l'Alto Adige per il 2020 (e di questo passo sarò pure un obiettivo che non si raggiungerà) dimostra come la stessa amministrazione provinciale creda relativamente alla mobilità elettrica, al di là degli annunci pomposi che si ripetono nel tempo.

Gio, 09/01/2016 - 19:30 Collegamento permanente