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La fine della sostenibilità digitale

Addio Fuss, la scuola italiana torna a Windows. Vettorato: “Scelta di allineamento”. Il paradosso? Il progetto open source era stato premiato a Roma.
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Foto: Pixabay

Non sono servite le oltre mille firme raccolte nella petizione promossa dal gruppo sostenibilità digitale Bolzano (Openbz) e dagli utenti Linux e le iniziative a livello politico di Team Köllensperger, Verdi e M5s. Nessuna marcia indietro a Palazzo Widmann riguardo alla decisione di interrompere l’esperienza nella scuola italiana con il software non proprietario, che finisce confinato al cloud. Si ferma dunque il progetto Fuss, premiato a Roma appena sei mesi fa: i personal computer degli istituti di lingua italiana in Alto Adige passeranno al sistema operativo Windows nei prossimi due anni. “È un allineamento dei tre sistemi scolastici e dell’apparato amministrativo su un unico sistema” spiega il vicepresidente della Provincia.

 

Fine del progetto nato nel 2005

 

Per capire l’intera vicenda occorre guardare alla sigla Fuss? Acronimo di Free upgrade South Tyrol’s school, il progetto lanciato in Alto Adige nel 2005 ha permesso di offrire “una soluzione GNU/Linux completa (server, client e desktop/standalone) basata su Ubuntu per la gestione di una rete didattica”. Ma Fuss è nel contempo anche “un progetto di sostenibilità digitale che dal 2005 ha consentito ad alunni e docenti di usare a casa gli stessi strumenti informatici installati a scuola, liberamente e senza alcun aggravio di costo”. 

 

 

“Software libero = sapere libero” e “condivisione del sapere” i pilastri dichiarati della piattaforma finanziata inizialmente dal Fondo sociale europeo e gestita dalla scuola professionale Einaudi di Bolzano, sotto la supervisione della Direzione istruzione e formazione italiana. Nel 2006 l’avevano presentata l’allora assessora all’istruzione italiana Luisa Gnecchi (Pd) assieme a Barbara Repetto Visentini, che ricopriva l’incarico di direttrice della Ripartizione formazione professionale italiana.

 

Il paradosso del premio a Roma

 

Gli anni tuttavia sembrano essere passati invano per la soluzione non proprietaria. Malgrado i software liberi siano stati attivati in circa 80 scuole, con 4.500 postazioni di lavoro e 65 server, il progetto non è riuscito o non è stato messo in grado di coinvolgere le altre intendenze scolastiche altoatesine e il resto dell’amministrazione provinciale. Alla fine il colpo di spugna: la stessa Provincia ha deciso recentemente di interrompere quella che è rimasta una “sperimentazione”, nonostante appena nel maggio scorso il progetto le sia valso il premio “Pubblica amministrazione sostenibile” al Forum di Roma.

 

 
Pronta la reazione dei sostenitori di Linux/Ubuntu in Alto Adige e della “sostenibilità digitale”. Ne è nata la petizione online, rivolta ad Arno Kompatscher, in quanto titolare della delega all’informatica, e ai tre assessori alla scuola Philipp Achammer, Daniel Alfreider e soprattutto Giuliano Vettorato. Un’iniziativa sostenuta in consiglio provinciale da Verdi, Movimento 5 stelle e Team K (formazione che aveva anche presentato una mozione per favorire il progetto di sostenibilità digitale) e che ha raccolto circa 1.050 firme, rimaste però senza risposta.
 

Pc a Windows e Linux nel cloud

 

I pc delle scuole utilizzati per la didattica, è stato deciso, passeranno a Windows in un paio d’anni e un tavolo tecnico stabilità la road map per la “migrazione”. Sia Vettorato che il sovrintendente Vincenzo Gullotta sottolineano come la scelta sia stata adottata dopo aver ascoltato il parere di tecnici e professionisti, nonché di insegnanti docenti, genitori, studenti.

 

 

“Non si tratta di dare un giudizio sulla qualità dei due sistemi - sottolinea l’assessore all’istruzione italiana -. Attualmente il software libero è installato su tutti i pc disponibili per la didattica, mentre nelle segreterie e negli uffici amministrativi è utilizzato Windows. Inoltre le scuole in lingua tedesca e ladina utilizzano già il software proprietario, quindi il passaggio permetterà un allineamento dei tre sistemi scolastici e dell’apparato amministrativo su un unico sistema”. “È chiaro che non esiste il sistema perfetto - evidenzia Gullotta -. Gli esperti hanno valutato attentamente pro e contro e si è deciso di optare per un sistema conosciuto e richiesto dai nostri studenti e futuri lavoratori, oltre che molto diffuso nel mondo del lavoro e nelle aziende, università, enti”. 

Linux non scompare del tutto. “L’uso del software libero sarà ancora possibile nella didattica, poiché sarà possibile utilizzarlo tramite il cloud a cui accedere sia da casa che da scuola” conclude la Provincia.