Società | La comunicazione ai tempi della Rete

Commento di ringraziamento

Un blogger scrive un commento di risposta a un commentatore.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Caro amico,
ho letto il tuo commento al mio post, è ho capito subito che era tuo. All'inizio avevo pensato che magari non fosse tuo, ma quando l'ho aperto ho capito subito che era tuo, mentre prima avevo pensato che magari non fosse tuo. Sono contento che è già un po' che hai ripreso a scrivere, perché quando uno scrive quello che voleva scrivere, vuol dire che ha ottenuto quello che voleva. Per questo sono molto contento che tu abbia scritto, perché quando uno scrive quello che voleva, vuol dire che ha ottenuto quello che voleva. Ieri ho ricevuto la notifica del tuo commento e ho pensato subito che era tuo, poi ho pensato che sembrava che non fosse tuo, l'ho aperto, ho guardato, era proprio tuo. Hai fatto proprio bene a scrivere un commento. Prima non mi scrivevi commenti, poi tutto d'un tratto mi hai scritto un commento, anche se prima, prima di non scrivermi commenti per un po', tu m'avevi scritto dei commenti. Subito, appena ho ricevuto la notifica del tuo commento, ho deciso subito che era tuo, e poi sono molto contento che tu abbia ripreso a scrivere. Perché se uno ha voglia di scrivere, bisogna che scriva e basta. Per questo sono proprio contento che tu, alla fine, hai scritto proprio quello che volevi scrivere. E hai fatto proprio bene a scrivermi un commento. Sono stato molto contento quando ho visto il tuo commento, e ho perfino pensato subito che era tuo. A dir la verità, mentre lo aprivo, ho pensato che magari non fosse tuo, ma poi ho deciso che era tuo in ogni caso. Te ne ringrazio molto e sono molto contento per te. Tu, forse, non sai spiegarti perché sono così contento per te, te lo dico subito, sono contento per te perché hai ripreso a scrivere, e proprio quello che volevi scrivere. È proprio bene, sai, scrivere quello che si voleva scrivere, perché così si ottiene quello che si vuole. Ecco perché sono così contento per te. E sono contento anche che mi hai scritto un commento. Fin da subito avevo deciso che il commento doveva essere tuo, l'ho aperto e ho pensato: e se per caso non è tuo? Poi ho pensato: ma no, certo che è tuo. Apro il commento e intanto penso: è tuo o non è tuo? Be', come l'ho aperto, ho visto subito, che era tuo. Sono stato molto contento e ho deciso di scriverti anch'io un commento. Ho molte cose da scriverti, ma non ho proprio tempo. Quello che ho potuto, te l'ho scritto in questo commento, il resto te lo scriverò un'altra volta, adesso non ho più tempo. Intanto, è un bene che mi hai scritto un commento. Adesso so che è già un po' che hai ripreso a scrivere. Anche dai commenti precedenti, sapevo che scrivevi, e adesso lo vedo ancora: è proprio vero che hai ripreso a scrivere. E sono molto contento che hai ripreso a scrivere e mi hai scritto un commento. Subito, appena ho visto il tuo commento, ho deciso che avevi ripreso a scrivere. Be', ho pensato, è un bene, che hai ripreso a scrivere un'altra volta e che me l'hai scritto in un commento. Scrivimi adesso quali sono le cose che hai ripreso a scrivere e come è successo che tu abbia ripreso a scrivere. Mandami le tue nuove cose.

 

[Questo testo è smaccatamente ispirato - ma è poco dire ispirato. Questo testo è praticamente una copia - ma poi non è nemmeno una che è una copia, certe cose diverse ci sono. Questo testo imita un po' goffamente un testo di Daniil Charms che Paolo Nori ha tradotto in Daniil Charms, Disastri, Marcos y Marcos, 2011, pp. 18-19]