Società | Second Hand

Il business delle carceri private

Per la prima volta, a Bolzano, un carcere in "project financing". Privatizzare gli istituti penitenziari è la soluzione? Negli Stati Uniti, ad esempio, sembrerebbe di no.

Si chiama “Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie” ed è la soluzione che ha introdotto il governo Monti (articolo 43 del Decreto Liberalizzazioni stipulato nel 2012) per far fronte all’eccessivo affollamento degli istituti penitenziari italiani. In breve: si prevede la costruzione e la gestione delle carceri da parte di soggetti privati, ai quali è riconosciuta anche una tariffa per la gestione dei servizi interni; una misura promossa, peraltro, anche dall’aspirante sindaco di Milano Corrado Passera. “Banche e privati - si legge in un articolo apparso ieri (29 marzo) su VICE News - potrebbero, in definitiva, ambire a diventare i nuovi protagonisti del sistema penitenziario italiano”.

Negli Stati Uniti il meccanismo della gestione privata è attivo già dagli anni ’80, con un giro di affari pari a 162 milioni di dollari l’anno. In California, ad esempio, o nel Regno Unito, la privatizzazione delle carceri, secondo Simone Santorso, professore di Sociologia della Devianza all'Università degli studi di Padova e membro di Antigone, associazione che si occupa di diritti e garanzie nel sistema penale, ha avuto l'effetto di inasprire le pene detentive portando, di fatto, a un sovraffollamento delle case circondariali.  

Nel mirino anche il nuovo carcere di Bolzano, il cui bando di concessione - lanciato nel 2013 - del valore complessivo di 72 milioni di euro, è stato vinto da Inso, società controllata dal Gruppo Condotte (uno fra più importanti gruppi italiani nel settore costruzioni, che in passato ha avuto anche qualche guaio con la giustizia), che si occuperà della progettazione, della costruzione e della gestione dell’istituto penitenziario. I lavori, iniziati nel 2014, dovrebbero terminare nel corso di quest’anno. “Quello di Bolzano sarà un esperimento e resterà per molti anni tale - spiega Santorso a VICE News -, è un business che per il momento farà fatica ad attecchire in Italia, perché il tessuto socioeconomico risulta ancora abbastanza refrattario”.


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