Politica | I neofascisti si stanno diffondendo a Bolzano? Se si, come?

Una mappa per capire CasaPound Bolzano

Partire da una mappa per intrecciare tempi, luoghi ed evoluzione dell'azione di CasaPound a Bolzano.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

CasaPound a Bolzano è ormai una realtà radicata, ma che negli ultimi due anni ha avuto un’accelerazione, riuscendo a imporsi nel panorama anche mediatico. Pur raccogliendo infatti ancora pochi militanti attivi, le sue caratteristiche e azioni le hanno permesso di sfruttare la polarizzazione della destra su posizioni più affini alle sue. Contemporaneamente le altre forze politiche della destra “centrista” si polverizzavano colpite da scandali e litigi, allontanandosi sempre di più dalla realtà e da un elettorato che sente la necessità di ottenere azione più che risposte.

Non bisogna ingigantire il fenomeno, CasaPound rimane circoscritta anche a livello di consenso elettorale ed a Bolzano ha eletto un consigliere grazie ad una legge elettorale senza soglie di sbarramento. Ma non bisogna neppure dimenticarci che esiste, che si richiama direttamente al fascismo e che tutti i giorni continua a far sentire la propria voce.
Sonnecchianti istituzioni e media concedono agibilità politica a CasaPound, continuando a tollerarla e a volte a sminuirne la caria eversiva. L’ultimo esempio a livello nazionale è il documento del prefetto Papa, in cui questi fascisti vengono descritti come “bravi ragazzi”, la cui violenza è da imputare agli altri, gli antifascisti. Insomma un trattamento che sembra complice e connivente, che si rintraccia anche a livello locale. Tanto che i media spesso sottovalutano il fenomeno, come evidenziato in un precedente articolo.

A Bolzano il movimento di “fascisti del terzo millennio” è cambiato nel tempo, passando da sotto-cultura a partito politico. Dai camerati del Bar8 ad associazione culturale/partito con sedi ufficiali.

Mentre nel resto d’Italia, a partire dalla vicina Trento, questo salto era stato condito da moltissima violenza a Bolzano i militanti di CPI avevano sempre cercato di distanziarsi dall’immagine di picchiatori. Preferivano piuttosto menar le mani fuori città, o prendere di mira chi stava ai margini della società. Non sono mancate le denunce, ma nel contesto cittadino si “limitavano” a rilevare il carattere fascista di alcuni suoi componenti (come le condanne per il saluto romano del 2009 in piazza Tribunale).

Nel tempo CasaPound diventa sempre più conosciuta a livello nazionale: la notorietà fa arrivare anche flebili stigmatizzazioni di democratici locali, che in gran parte rimangono solo parole, dichiarazioni istituzionali di sdegno. Le uniche iniziative concrete vengono attuate “popolarmente”.

Nell’ultimo anno si sono verificati importanti cambiamenti, sia dentro a CasaPound che intorno ad essa. La continua campagna elettorale cittadina è dominata da tematiche affini al discorso della destra. In particolare CP si trova in una posizione favorevole: la presunta mancanza di sicurezza e di decoro sono temi per i quali lo stile militante e l’azionismo funzionano, a maggior ragione se mediaticamente è possibile ingigantire i fenomeni ed esasperare la percezione dei cittadini.

Il dossier che viene presentato con questo articolo vuole analizzare i cambiamenti del movimento neofascista bolzanino: intrecciando i luoghi, i tempi e i piani dell’azione di CasaPound proviamo a decostruirne la retorica e rintracciarne gli schemi d’azione, i movimenti e le intenzioni. Proviamo a smascherare una volta di più il solito fascismo, borghese e violento, nascosto dietro alla maschera militante, quella della lotta per il decoro e la sicurezza.

L’analisi vuole suggerire come alla base di questa evoluzione ci sia un mutamento nella percezione che il movimento ha di sé stesso: acquisendo maggiore influenza e stabilità il movimento cambia i propri interessi e metodi, in funzione all’immagine che serve trasmettere all’esterno.

Il lavoro comincia da questa mappa, approfondita nel dossier in calce. È una mappa parziale, perché non sono state riportate:

  • alcune azioni, che non meritano spazio;

  • alcune aggressioni, sconosciute al grande pubblico;

  • le attività economiche che sostengono CasaPound, in modo più o meno cosciente e complice ospitandone attività o materiale.

Rimane però una mappa che fornisce indicazioni e permette di tracciare l’evoluzione di CasaPound a Bolzano: i trasferimenti di sede corrispondono ad una modifica nei comportamenti e nell’azione, da una parte con lo sviluppo di azioni “nei quartieri” e dall’altra con l’inizio delle aggressioni.

Cosciente di avere simpatie anche al di fuori del normale contesto dei militanti e iscritti, CasaPound comincia a intraprendere nuove azioni, anche mascherandosi: l’identificazione è importante, ma spesso basta che sia intuibile, che il contesto in cui si sviluppi una determinata dialettica sia riconducibile a CasaPound così da avallarne l’azione. Comitati e gruppi di cittadini, sui social network o nei quartieri, servono così da copertura, costituiscono una rete fittizia che sembra sostenere ciò che CasaPound afferma. Non è una novità, da tempo, a Roma come in altre città, questa è la strategia con cui fanno politica i fascisti del terzo millennio.

Negli ultimi giorni CasaPound ha annunciato la candidatura alle comunali, lanciando Maurizio Puglisi Ghizzi come candidato sindaco. Dall’articolo scritto dalla redazione di Salto.bz apprendiamo che:

“Wir schaffen es zum Glück immer wieder, eine Alternative anzubieten”
“anche andando contro la legge, come succede diverse volte”
“le uniche maniere che noi troviamo per riuscire a raggiungere certi obbiettivi”.

La città non è ancora -per fortuna- in mano ai fascisti, questo per la presenza di anticorpi e per il lavoro di tanti, che provano ad arginare CasaPound con azioni e informazione. Questo dossier ha esattamente questo scopo: provare a mettere in luce alcuni aspetti delle tartarughe locali, per permettere a tutti di capire che pericolo, ormai non più latente, si aggira per le strade di Bolzano.

L'Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l'indice su ognuna delle sue nuove forme - ogni giorno, in ogni parte del mondo. [...]
Libertà e liberazione sono un compito che non finisce mai.

Umberto Eco, Cinque scritti morali, Bompiani 2007 - Il fascismo eterno

 

Cliccando qua sotto potete leggere, scaricare e diffondere il dossier vero e proprio. Senza pretese di essere esaustivo, vuole fornire qualche elemento di riflessione.