Bolzano
Foto: Othmar Seehauser
Politica | Finferli e nuvole

È un Paese per vecchi vol. 2

Anche se a Bolzano assegnassero Olimpiadi e Mondiali tutti insieme e tutto in città, credo che non si riuscirebbe comunque a spendere i soldi in tempo ragionevole.

Alle 16.00 del 24 giugno del 2019 Perca ha fatto Bingo.

A Losanna il CIO assegnava infatti i Giochi Olimpici Invernali del 2026 a Cortina. E, indirettamente, le competizioni del Biathlon ad Anterselva. Assieme a 29 milioni di euro.

Quasi due anni dopo, in conferenza stampa, l'assessore alla mobilità Daniel Alfreider gongolava. Perché ecco che Percha, il paese nei pressi di Brunico, avrebbe finalmente avuto la sua circonvallazione. E non un cavalcavia d'urgenza sopra i tetti delle case. Bensì: una vera e propria variante dentro un tunnel nella roccia. Necessario per le ineludibili esigenze legate al traffico olimpico.

Alto Adige del 10 marzo 2021. Alfreider dichiara:

“Il tracciato è definito. Una soluzione sopra terra sarebbe stata realizzabile solo con un ponte dalle dimensioni importanti in una zona geograficamente complicata. La circonvallazione di Perca sarà lunga 3,3 km...E' solo una pietra miliare per il concept complessivo della Provincia per una mobilità fluida e sostenibile in tutta la val Pusteria”.

Uno degli ultimi centri altoatesini verrà così liberato dal traffico bestiale, turistico in primis, che attanaglia tutto il territorio. Pusteria in particolare. 1.500 sono i cittadini che torneranno a respirare.

Se la sono meritata, la variante.

Nel 2018 sono scesi in strada. Hanno più volte bloccato la statale. Tutti i consiglieri e assessori SVP, allora, lasciarono il partito.

Ed è anche per questo che, oggi, Alfreider sorride a 32 denti. Il figliuol prodigo ora, probabilmente, tornerà a casa.

Cortina sei dank!

Dopo le circonvallazioni di Bressanone, Brunico, Ora, San Giacomo, Laives, Silandro, Chienes, Laces, Rio Pusteria, Lasa, Naturno...e Merano, Merano, certo. Dove in questi giorni è esplosa la prima mina della seconda variante, quella Sud-Nord, verso la val Passiria.

Com'è possibile che il capoluogo sia l'unica città dell'Alto Adige a consentire il traffico in transito attraverso il centro? A non avere finanziamenti? Interventi?

Manca un nome. Quale?

La domanda retorica ci porta subito a considerare che 3,3 km basterebbero di gran lunga a collegare sottoterra la zona industriale di Bolzano sud con Campiglio nord. E Campiglio nord con Bolzano sud. Basterebbero, i 3,3 km, a completare un tunnel già fatto che assurdamente si interrompe all'altezza del cimitero.

“Concept complessivo”, in questo caso, nemmeno necessario.

La domanda retorica ci porta a ricordare che la città enormemente più popolata della provincia non solo ha “un ponte dalle dimensioni importanti in una zona complicata”, e cioè quello dell'A22 sopra le teste dei suoi abitanti. Ma che sotto lo stesso si snoda una delle più ridicole e incomprensibili bisce stradali.

Viene chiamata “arginale”.

Ricordiamo anche che a Bolzano molti cittadini sono scesi in strada, in via Vittorio Veneto, gli anni passati. Hanno bloccato il traffico per mezz'ora, la mattina. Non è successo niente.

Credo che anche se a Bolzano gli assegnano Olimpiadi e Mondiali tutti insieme e tutto quanto in città, trampolino per il salto con gli sci compreso, credo che al capoluogo non gli riuscirebbe comunque di spendere i soldi in tempo ragionevole.

Com'è possibile che il capoluogo sia l'unica città dell'Alto Adige a consentire il traffico in transito attraverso il centro? A non avere finanziamenti? Interventi?

Saremmo tentati di scaricare la colpa sull'eterno conflitto tra periferia e centro.

Ma sarebbe una grande e ipocrita semplificazione. Perché dimenticheremmo, in tal caso, un altro nemico di Bolzano: il nemico interno.

 

(continua)