Si avvicina per il PD la resa dei conti delle prossime elezioni provinciali

Visto da fuori e da occhio SVP il Partito Democratico in questa fase è caratterizzato da un’inaffidabilità da far tremare i polsi. Per questo i parlamentari della Stella Alpina si sono quasi entusiasmati ieri nel sentir parlare il presidente del consiglio di “valorizzazione delle autonomie”. Il mare è in tempesta ma la SVP nei suoi 60 anni di storia ha dimostrato di saper governare la barca in ogni occasione. Succederà anche stavolta. D’altronde il partito di raccolta è necessariamente concentrato sull’altra battaglia, molto più vicina ed epocale, che alle prossime provinciali vedrà il radicale rinnovamento della sua classe dirigente.
Più interessante è la situazione del PD altoatesino dove le scosse telluriche romane sono giunte attenuate ma hanno fornito dei segnali chiari in vista della consultazione del 27 ottobre. Ne è un segnale l’umore di Luisa Gnecchi, nerissimo dal giorno della debacle della candidatura di Prodi per il Quirinale: la maggioranza bersaniana del partito nel giro di poche ore si è infatti sgonfiata come una camera d’aria di bicicletta forata da un chiodo. La “reazione” immediata alla tragedia è stata la conferma di Napolitano, garante di una virata al centro così repentina da assecondare ogni desiderio recondito non solo dei “centristi” del PD, dell’UDC confluito in Scelta Civica, ma anche e soprattutto dell’ultima mutazione del caimano, novello “pacificatore” della politica nazionale.
Anche in Alto Adige il Movimento 5 Stelle non vede l’ora di mietere consensi, rastrellando tutto quello che non finirà in astensionismo. Ma intanto i tre possibili contendenti per i posti del PD nel prossimo consiglio provinciale si guardano ora, a distanza, con occhi diversi. A proposito di occhi è in quello del ciclone che si colloca oggi il segretario Frena, dopo essersi lasciato alle spalle il ruolo di garanzia ed aver condannato con toni accesi sia il compromesso per la rielezione di Napolitano che la successiva scelta di governare con il PDL.
I candidati non ancora esplicitamente lanciati nella campagna elettorale si trovano ancora dietro le quinte, ma i tendoni già da giorni si muovono indicando grandi manovre in corso. Christian Tommasini - vicepresidente della provincia uscente ed assessore a scuola, cultura ed edilizia abitativa - cerca di capitalizzare il lavoro fatto e rilancia su alcuni temi, primo su tutti la scuola trilingue. Ma il suo collega Roberto Bizzo, vicino a Renzi, vede crescere in queste ore le sue quotazioni visto che il sindaco di Firenze è ormai quasi unanimemente indicato quale futura guida del partito. Se Bizzo sta bene, Spagnolli sta ancora meglio: la ricetta del sindaco di Bolzano è centrista per definizione, con grandi capacità di dialogo in lungo e in largo. Spagnolli non ha ancora sciolto la riserva e candidandosi costringerà anche il comune capoluogo ad andare di lì a poco ad elezioni, ma tutto lascia presagire che stia scaldando i motori.
Per tutti e tre le prossime settimane saranno determinanti. Esiste ancora la possibilità di andare ad un pacifico riassetto locale del partito, nell’interesse comune di non litigare per non fornire alla disaffezione degli elettori anche argomenti “locali”. L’alternativa è una lotta di tutti contro tutti che porterebbe, con ogni probabilità, ad un’ennesima frammentazione. Che tutti, a parole, vogliono scongiurare. Anche se in politica oggi come oggi “vale tutto”, come gli ultimi giorni hanno ampiamente dimostrato.
frammentazione gia in corso?
Ottima analisi, anche se stento a condividere l'ottimismo per la SVP. Piú che governare la barca, mi sembra di notare una resistenza, finché ... la barca va. Il mare é mosso, e come, forse di piú che dal PD. E quando il mare é mosso, nella politica la frammentazione della nave é sempre imminente. A giudicare il PD nella foto per le sedie gia o ancora vuote, qualche frammentazione sembra davvero gia in corso.