Non c’è due senza tre
Il Senato della Repubblica sta discutendo la proposta di legge per superare la “riforma Delrio” e reintrodurre le Province nel resto d’Italia, compresa l’elezione diretta del presidente. Il senatore della SVP Meinhard Durnwalder coglie l'attimo e presenta un emendamento sul limite di tre mandati per sindaci e presidenti di provincia - per “salvare” la norma regionale che già lo prevede. Ma andiamo con ordine.
Tutti i Comuni del Sudtirolo, indipendentemente dalla loro dimensione, hanno un limite di tre mandati per i sindaci (15 anni), quando la normativa statale vigente pone ai sindaci dei Comuni sopra i 5mila abitanti un limite di soli due mandati (10 anni). “L'Alto Adige dovrà cambiare la legge elettorale comunale entro le elezioni comunali del 2025”, sentenziò l’ex parlamentare SVP e costituzionalista Karl Zeller all’indomani di una sentenza “storica” della Corte Costituzionale, la n. 60/2023. Nel 2022 il Consiglio regionale della Sardegna aveva approvato una modifica al proprio sistema elettorale comunale, che portava a ben quattro il limite dei mandati per i sindaci dei Comuni fino a tremila abitanti. A impugnare la legge davanti alla Consulta ci aveva pensato il Governo e il verdetto non s’era fatto attendere: la legge elettorale sarda è incostituzionale. Nonostante la Regione autonoma della Sardegna - come l'Alto Adige - abbia competenza legislativa primaria sulla materia, non può derogare ai principi dello Stato, in quanto il diritto all’elettorato passivo dev’essere omogeneo su tutto il territorio nazionale secondo il principio di uguaglianza. E, di conseguenza, lo deve essere il limite dei mandati per gli eletti.
Brixner Rücktritt
Nel caso di un ricorso presentato al TAR e poi trasmesso alla Corte, anche la legge regionale del Trentino-Alto Adige che regola il numero massimo di mandati rischia di essere dichiarata incostituzionale, con l’altrettanto concreto rischio di ineleggibilità e quindi decadenza per i sindaci eletti al terzo mandato. “Nessuno si assume tale rischio”, sottolinea Zeller. Motivo per cui si è recentemente dimesso il sindaco di Bressanone Peter Brunner: impossibilitato a candidarsi una terza volta a primo cittadino, ora punta a conquistare uno scranno in Consiglio provinciale alle elezioni di ottobre.
La questione dei due/tre mandati consecutivi ha tormentato la SVP. Ma ora si apre uno spiraglio, inaspettato. Si tratta della proposta di legge che prevede, tra le altre cose, di reintrodurre l’elezione diretta dei presidenti della provincia, cancellata dalla contestata “legge Delrio” del 2014. Pensata in vista della (fallita) riforma della Costituzione voluta da Matteo Renzi, la legge Delrio trasformò le province in enti di secondo livello ed eliminò quindi l’elezione diretta per i loro rappresentanti. Dall’inizio della legislatura sono state presentate nove proposte di legge per riformare la norma, firmare da tutti i principali partiti politici; a giugno, la Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un testo unificato (“Nuova disciplina in materia di funzioni fondamentali, organi di governo e sistema elettorale delle Province e delle Città metropolitane e altre disposizioni relative agli Enti Locali”) che riunirebbe tutti gli altri testi legislativi vigenti.
L’emendamento intruso
Per la relatrice della proposta di legge, Daisy Pirovano (Lega), l’obiettivo è approvare la riforma in tempo per organizzare un “election day” con la prima tornata di elezioni provinciali insieme alle elezioni europee, tra il 6 e il 9 giugno del 2024. Anche Matteo Salvini si è detto “straconvinto” del ripristino delle province e del ritorno all’elezione diretta dei loro rappresentanti. Il tutto dipenderà dai lavori in Commissione: tornando allo spiraglio, ad attirare l’attenzione è stato in particolare l’emendamento presentato dal senatore SVP Meinhard Durnwalder (Gruppo per le Autonomie), nel quale si chiede (guarda caso) di estendere da due a tre il numero massimo di mandati consecutivi per i presidenti di provincia e per la carica di sindaco. Se venisse approvato, i sindaci Brugnaro a Venezia, Bucci a Genova, Sala a Milano e Decaro a Bari potrebbero così ricandidarsi. Così come Renzo Caramaschi a Bolzano.
Se l’emendamento Durnwalder passasse, darebbe infatti una cornice normativa nazionale “favorevole” all’attuale legge trentina-altoatesina sui comuni. Secondo il Post, c’è però chi teme possa essere un primo passo verso l’estensione del limite da due a tre mandati anche ai presidenti di Regione, come De Luca in Campania e Zaia in Veneto. Per Pirovano la proposta di legge “non si occupa dei comuni”, né dei sindaci: “Il testo base è stato deciso, ma il confronto sta continuando”. La maggioranza è fiduciosa rispetto a un'approvazione del testo, dato che tutti i partiti condividono la necessità di una riforma delle Province.
Trovo sbagliato che Sindaci
Trovo sbagliato che Sindaci con la loro esperienza a livello comunale non possano ricandidare dopo due periodi amministrativi. Che siano gli elettori a decidere col loro voto se tali Sindaci meritino la rielezione.
In risposta a Trovo sbagliato che Sindaci di Alberto Stenico
Non condivido la Sua opinione
Non condivido la Sua opinione. Per esperienza dopo 8/10 anni le idee e la passione che contraddistingue un sindaco viene meno e "si tira a campare", soffocando personalità emergenti. Io applicherei la stessa regola a tutte le figure politiche a qualsiasi livello. Dopo 2 mandati via. Non è concepibile vedere le stesse facce di chi c'era già 15 anni fa, è palese che non abbiano più idee propositive.
In risposta a Non condivido la Sua opinione di Massimo Mollica
Condivido e mi permetto di
Condivido e mi permetto di aggiungere:
A) tutte le cariche dovrebbero avere la scadenza dei due mandati (max dieci anni), anche il Presidente della Repubblica.
B) quando si prendono decisioni sulle durate delle cariche politiche, il potere decisivo deve essere del popolo.
C) i partiti dovrebbero obbligarsi a incentivare l’ingresso al ricambio generazionale politico, al fine di avere persone capaci a cimentarsi nella gestione della “res publica”.
D) chi avrà mai dato al signor Durnwalder e per quale motivo l’incarico di impegnarsi per il terzo mandato?
In risposta a Condivido e mi permetto di di Josef Ruffa
Il mandato lo assegnano gli
Il mandato lo assegnano gli elettori con i loro voti.
Ci sono stati vari tentativi,
Ci sono stati vari tentativi, in passato, di limitare la durata di accesso al potere politico; mi vengono in mente gli Spartiati (i “veri” spartani) che potevano restare in carica per un anno ed una volta sola nella vita. I consoli romani 1 anno. Anche nel libero comune di Firenze medievale vi erano delle cariche temporanee. Ma tutto fu vano. Il potere attira tantissimo e basta guardare cosa succede nel mondo per averne conferma ogni giorno; molti valenti capipopolo, una volta al potere, non hanno più voluto mollare l’osso. Fidel Castro, Enver Hoxa, Robert Mugabe, Ortega ecc.
Ed anche nella nostra piccola provincia ci sono centinaia di candidati che si danno da fare, alcuni anche spendendo cifre considerevoli in manifesti e pubblicità elettorale, pur di essere eletti, o rieletti in Consiglio Provinciale. E probabilmente ce ne sono alcuni che ben conoscendo la legge elettorale,
fondano minuscoli partiti che potrebbero arrivare ad avere un eletto grazie al meccanismo dei resti, mentre con gli stessi voti all’interno di un partito maggiore, non verrebbero eletti. Per cui un mandato basta e avanza. Ed un maggior ricorso alla Democrazia Diretta e, perché no, alla Democrazia del sorteggio.