Società | Immigrazione

Bolzano respinge

Effetti immediati in seguito all'entrata in vigore della circolare che restringe il diritto all'accoglienza dei profughi “fuori quota”. Anche bambini sulla strada.

Alle sei di pomeriggio sono circa una quarantina. Si sono raccolti in piazza Magnago, proprio davanti ai Palazzi della politica provinciale. Ad assisterli alcuni volontari di Binario 1. Cercano tutti di capire cosa potrebbe accadere, come andare avanti. Si tratta di un piccolo gruppo di profughi definiti tecnicamente “fuori quota” - cioè persone che hanno presentato domanda di asilo ma non rientrano nelle quote previste da Stato e Provincia – oppure “vulnerabili”. Finora erano ricoverati in strutture temporanee, anche in alberghi, ma da due giorni, da quando cioè è entrata in vigore la circolare diramata dalla Ripartizione delle Politiche sociali della Provincia, firmata da Luca Critelli, sono stati qualificati come soggetti ad ulteriori restrizioni e di fatto messi di nuovo sulla strada. Tra loro anche donne e bambini piccolissimi, in teoria esclusi dal provvedimento (che prevederebbe l'accoglienza almeno per chi ha un'età inferiore ai 14 anni). Ma com'è evidente, solo in teoria.

Chi volesse comprendere la logica alquanto arida della situazione non ha che da leggere una riga contenuta nella risposta fornita dall'assessora provinciale Martha Stocker (ma scritta ancora da Luca Critelli) a una recente interrogazione dei Verdi sul tema della mancata accoglienza di chi ne avrebbe pieno diritto: “La Provincia di Bolzano, pur non essendovi legalmente tenuta, ha comunque scelto di dare un minimo di assistenza di tipo umanitario a queste persone. Ha però sempre sottolineato come sia necessario essere molto restrittivi con queste offerte, dato che è evidente il rischio di attirare nuovi flussi”. In sostanza: per non attirare nuovi flussi, va bene anche mettere queste persone sulla strada.

L'umore che si legge sui volti è adesso di stanchezza e rassegnazione. In piazza, oltre ai volontari e a qualcuno che chiede, che pensa a una soluzione, si vedono solo i tre Verdi provinciali, Brigitte Foppa, Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba. A un certo punto passa anche l'assessore comunale Sandro Repetto, il quale laconicamente afferma che “Bolzano ormai è al limite, occorre che di questo problema si facciano carico anche altri luoghi della provincia”. Poi promette di fare un paio di telefonate e se ne va. Il tam tam della solidarietà comincia a dare qualche frutto. Qualcuno trova delle sistemazioni per passare la notte. Alle otto rimangono in pochi. Una famiglia siriana, proveniente da Aleppo, dalla martoriata Aleppo, composta da cinque persone, si siede proprio sotto la statua del Re Laurino. Una signora va a comprare del latte per il bambino più piccolo, ha appena due mesi ed è febbricitante. Si aspetta ancora. Ancora telefonate. La situazione pare sbloccarsi, forse potranno andare all'Hotel Alpi, una struttura con un intero piano disponibile. Il gruppo si muove allora verso la Stazione, perché bisognerà comunque attendere ancora e per farlo c'è almeno lo stanzone di Binario 1. Alla fine però neppure le porte dell'Alpi si aprono per loro. Due ragazzi somali minorenni dormiranno nella chiesa evangelica di Gries, altri tre – tra i quali una donna incinta e una coppia egiziana (la donna ha subito un aborto tre giorni fa) – vengono ricoverati in una camera d'albergo. La famiglia siriana, infine, trova posto in una pensione del centro. Domani però ricomincerà lo strazio. E l'affannosa ricerca di un riparo.

Sarà per caso un simile strazio a scoraggiare “altri flussi”? Il commento può essere affidato a un iracheno, anche lui presente in piazza. Il suo italiano è fluente: “Io è già la seconda volta che torno in Italia. Venni anni fa, poi sono rimpatriato e di nuovo fuggito quando l'Isis ha distrutto la mia città. Stavolta sono arrivato in Italia passando dalla Russia. Stamani un'assistente sociale mi ha detto che qui non posso trovare nulla, perché per stare qui bisogna parlare anche il tedesco. Ma io lo imparerei di certo il tedesco, se necessario. Vorrei solo un po' di chiarezza”. In attesa della chiarezza, intanto s'è fatto buio. I lampeggianti della polizia guizzano davanti al parco della stazione. Se ne vanno gli ultimi sbandati, dormiranno qui in giro, nei pressi dei Palazzi del potere e dell'indifferenza. Ultimo pensiero involontariamente sarcastico: proprio oggi comincerebbe la "settimana dell'accoglienza".

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Massimo Mollica Sab, 10/01/2016 - 12:42

"...sia necessario essere molto restrittivi con queste offerte, dato che è evidente il rischio di attirare nuovi flussi". Con questa logica è necessario tenere molto bassi gli stipendi dei politici perché è evidente il rischio di attirare solo affaristi che si spacciano per competenti!

Sab, 10/01/2016 - 12:42 Collegamento permanente
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Daniele Menestrina Dom, 10/02/2016 - 14:57

Sarebbe opportuno cambiare il titolo che è fuorviante. Quando si parla di Bolzano in ambito locale si intende il comune e così sembra che sia lui che respinge. Siccome si tratta della "Provincia" di poteva scrivere: palazzo Widman oppure la Stocker oppure la giunta Kompatscher oppure la giunta provinciale SVP/PD.
A proposito: del Zeilerhof non si sa più niente ?

Dom, 10/02/2016 - 14:57 Collegamento permanente