Nel ventre del fascismo
„Nel ventre del fascismo“ dell’artista e attivista italiana Annalisa Cannito si configura più come una piattaforma che come un singolo progetto, include infatti interviste, video, foto, un archivio web etc. I video documentano le interviste ad Antar Mohamed Marincola e Igiaba Scego i quali dialogano e riflettono sul colonialismo, in particolare il colonialismo italiano in Somalia e le sue ripercussioni sulla realtà razzista nell’Italia contemporanea. „In the belly of fascism“ si configura dunque come un progetto trans-disciplinare che indaga su cosa sia necessario per farci riflettere sulla nostra posizione di „natural white“. Vuole indagare come sia possibile riconoscere i nostri privilegi e le posizioni egemoniche da noi assunte e che queste posizioni derivano da un processo brutale fatto di sfruttamento, discriminazione, morte e sottomissione. Processi i quali sono avvenuti in epoche storiche diverse ma vengono perpetuati e rinforzati al giorno d’oggi. Per questo motivo il progetto si focalizza su tre punti chiave: il dibattito, quasi assente nella società Italiana, del retaggio coloniale/fascista, sulle ondate di migrazione contemporanee, sulla rappresentazione dell’altro, ancora oggi basata sui concetti di razza e genere, sulle leggi, passate e presenti, di stampo razzista. Nel periodo 2014/15 l’artista fa parte dell’ programma internazionale “Visual Arts Fellow” dell' istituzione Büchsenhausen ad Innsbruck.