Orti verticali per i detenuti
Volgono al termine i primi due percorsi formativi avviati nell’ambito del progetto “Formarsi per ripartire – Neustart durch Bildung” realizzati grazie al sostegno del Fondo sociale europeo, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e della Provincia Autonoma di Bolzano.
Il progetto è stato presentato da Alpha & Beta Società Cooperativa - Genossenschaft, che da più di venti anni opera all’interno della Casa Circondariale di Bolzano proponendo attività formative, educative e culturali rivolte alla popolazione detenuta.
A partire dalla primavera 2021, dopo la lunga interruzione imposta dalla pandemia, sono riprese le attività formative presso la Casa Circondariale, tra le quali anche il progetto multidisciplinare organizzato da Alpha & Beta in accordo con la direzione del luogo di detenzione bolzanino. “Come amministrazione penitenziaria, abbiamo compiuto tutti gli sforzi possibili per poter riprendere il prima possibile le attività formative in presenza – dichiara la direttrice della Casa Circondariale di Bolzano Anna Rita Nuzzaci – garantendo anche la vaccinazione di tutti i partecipanti e del personale docente”.
“Nonostante la scarsità degli spazi dedicati allo studio, la collaborazione tra Alpha & Beta, direzione, personale di custodia ed educatori della Casa Circondariale ha prodotto ottimi risultati grazie ad uno sforzo che ha consentito di coordinare al meglio le attività e garantire la riuscita del progetto”, afferma Paul Hammond, direttore dell’ente formativo Alpha & Beta Piccadilly.
Il progetto si articola in diversi moduli, alcuni di formazione di base concentrati sulle competenze linguistiche (italiano, tedesco, inglese) e sulle competenze digitali e di calcolo, altri di formazione trasversale che affrontano materie come educazione civica, orientamento ai servizi territoriali, competenze comunicative e relazionali, empowerment individuale e di gruppo.
Il culmine del progetto è rappresentato dall’area di competenze specifiche, nell'ambito della quale è stato istituito un modulo di giardinaggio, cura del verde e sviluppo di orti verticali con l’ausilio di materiale di riciclo, come concordato con la direzione della Casa Circondariale in fase di progettazione dell’intervento.
“Abbiamo previsto a fine percorso un modulo di competenze tecnico-professionali tenendo presente sia gli spazi limitati e le difficoltà generali che presenta la struttura, sia la necessità di unire due tematiche distinte: quella del giardinaggio e quella del riciclaggio”, afferma Erjon Zeqo, docente e ideatore del progetto. "È stata una sfida conciliare le aspettative dei partecipanti con le risorse, gli spazi e le tempistiche necessarie per sviluppare un percorso professionalizzante teorico-pratico intramurario".
"La realizzazione dei percorsi formativi ha richiesto molte energie per progettare e realizzare insieme gli interventi formativi, frutto di una stretta collaborazione tra docenti, personale di custodia, educativo e amministrativo della Casa Circondariale”, conclude Zeqo.
La struttura detentiva di via Dante non dispone di spazi adeguati dove poter sviluppare attività pratiche, tra cui quelle agricole e di fioricoltura, ma questo, invece che spingere i docenti a limitare l’attività alla sola teoria, ha dato ulteriore stimolo alla creatività, portandoli ad immaginare la realizzazione di orti verticali.
Giorgio Bozzi, insegnante di giardinaggio, racconta: “Abbiamo realizzato degli orti verticali in una situazione molto particolare, fuori terra con coltivazione di piante officinali e orticole. La particolarità è stata quella di aver creato un allestimento vegetale in un ambiente quasi completamente in ombra, con poca areazione e limitata disponibilità idrica. Sono state coltivate 18 specie di piante diverse realizzando nel contempo un diario di bordo dove sono state annotate le osservazioni in fase di realizzazione e anche i costi sostenuti per la realizzazione dell’opera. Questo processo è servito per valutare quali sono stati i punti di forza e di debolezza di ogni specie utilizzata nel progetto dell’orto verticale. Abbiamo fatto prove di germinazione forzata andate a buon fine per ridurre i tempi, facendoli coincidere con il periodo formativo a disposizione e le condizioni ambientali.”
I partecipanti, divisi in due percorsi paralleli, si sono impegnati a realizzare gli orti in tutte le fasi del lavoro, dal recupero dei materiali di riciclo, alla progettazione del manufatto, all’esecuzione dell’opera fino al suo compimento.
Durante le fasi di lavoro si è instaurata una dinamica di collaborazione e scambio di esperienze tra i gruppi, che hanno saputo prendere spunto dai lavori già eseguiti per migliorarne l’organizzazione del lavoro e la qualità estetica delle opere.
Una volta tornati in aula si è proceduto a una rielaborazione dell’attività svolta, in modo da rendere i partecipanti consapevoli delle competenze acquisite, sia per la progettazione, sia per l’esecuzione del lavoro.Ogni progetto formativo ha l’obiettivo di rispondere a criteri di innovatività e competenza specifica che lo rendano spendibile per un reinserimento lavorativo. Per questo motivo tutte le competenze acquisite durante il corso sono state inserite in un portfolio individuale attraverso un bilancio in entrata e in uscita delle stesse.
Nell'ambito delle competenze specifiche rientrano anche i moduli di sicurezza sul lavoro, alla quale è stato dato molta rilevanza nella formazione. Per Claudio Corrarati, presidente dell’unione artigiani CNA Trentino Alto Adige e docente del corso, "lavorare in sicurezza rispettandone le norme appartiene alla cultura della legalità: per questo, il rispetto delle regole nei luoghi di lavoro e la tutela dei diritti dei lavoratori, tra cui anche il diritto a lavorare in sicurezza, diventano una parte importante del percorso rieducativo di ciascun detenuto”.
Complimenti a tutti, bravo
Complimenti a tutti, bravo Erjon!