Società | Tunnel di base

Una montagna di detriti?

A Laghetti monta la preoccupazione per il previsto ampliamento della cava in frazione Avisio. Lì arriveranno i materiali del Brenner Basistunnel?
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Foto: Google Maps

Nodo della questione è una delibera del Comune di Egna, con la quale è stato deciso di ampliare l’area della cava sita nella parte nord dell’abitato di Laghetti, cambiando la destinazione di un ampio settore prima dedicato al verde agricolo. Nel rione - dove tra l’altro si trovano alcuni edifici di grande importanza storico/artistica come il Klösterle di San Floriano (ospizio per pellegrini fondato nel 1200) e l’annessa chiesetta - abitano però diverse decine di famiglie. Che aspettavano con ansia il 2022, anno di scadenza della concessione della cava, per poter finalmente recuperare un po’ di tranquillità dopo anni di polveri e rumori

Il sogno però sembra essere svanito. E alla prospettiva che la cava non venga dismessa si aggiunge ora un’ulteriore preoccupazione. O meglio la possibile materializzazione di un incubo, ovvero che le voci sulla localizzazione proprio a Laghetti del grande deposito di materiali legati ai lavori per il tunnel di base del Brennero diventi realtà. 
Per chiarirci le idee sulla questione abbiamo pensato di parlarne con Sara Bazzanella, che nelle scorse settimane si è messa alla testa del gruppo di residenti della frazione Avisio che ha avviato un complesso dialogo con il Comune di Egna. 

salto.bz : Il vostro è un ‘comitato’?
Sara Bazzanella - Non ancora, perché siamo in una fase per così dire preliminare. Ma con ogni probabilità nel prossimo futuro ci struttureremo di più.

Cos’è successo?
In un primo momento per noi era soprattutto una questione di tempistiche. Ci era sempre stato detto che la cava avrebbe chiuso nel 2022, ma con la modifica del piano urbanistico e la trasformazione in zona produttiva il vincolo verrà a cadere. Portando con sé anche l’altro grande cambiamento e cioè che con il cambio di destinazione anche la cava potrà assolvere anche altri compiti, espandendosi. 

Si è trattato di un brutto colpo per voi che da anni aspettavate il 2022 per vedere la fine dei vostri disagi?
Gli abitanti nella zona sono molto preoccupati. Ci hanno detto che verrà costruito un capannone e che sarà attivato un altro tipo di produzione. Ma l’ansia dei residenti è legata da sempre ad un tema di fondo: in ogni cava quando si finisce di scavare l’evoluzione più naturale è quella di avviare la lavorazione di altri  materiali. E tutti sanno che in Bassa Atesina nel prossimo nel prossimo futuro arriverà un sacco di materiale derivante dagli scavi del tunnel di base.

Esiste la concreta possibilità che Laghetti con la sua frazione Avisio possa diventare il deposito di materiali più importante di tutta la Bassa Atesina?
Sì. Di questa prospettiva si parla concretamente anche sul giornalino del comune di Egna. Ma anche in questo senso esiste un’incertezza di fondo. Se il materiale arriverà, verrà poi trattato e ripartirà, oppure rimarrà lì?

L’ampliamento della cava e l’arrivo di molto più materiale potrebbe di fatto estendere gli attuali disagi anche agli interi abitati di Laghetti ed Egna?
Sì. 

Quali sono le iniziative che avete messo in atto finora?
Abbiamo presentato una serie di osservazioni al Comune ad Egna, sottoscritte da tutte le 40 famiglie che abitano nella zona. 

Con l’amministrazione di Egna il dialogo è aperto?
Ho avuto un incontro con l’assessore all’ambiente Mariotti e sono stata invitata ad un incontro con il sindaco, dove ho avuto la possibilità di spiegare tutte le nostre preoccupazioni. La nostra sensazione è che una cosa sia quello che ci viene riferito e un’altra quello che invece viene fatto.

Non esiste la necessaria trasparenza da parte degli amministratori?
L’assessore Mariotti si è manifestato molto disponibile e di sua iniziativa è andato a documentarsi. Il sindaco invece ci ha chiesto soprattutto di abbassare i toni e ci ha dato alcune notizie, ma più che altro per tranquillizzarci. Abbiamo avuto la chiara sensazione che non ci hanno detto tutto. 

Di quello che sarà dell’area della cava quanto è nelle mani del Comune di Egna e quanto invece dipende da altri enti, tipo la Provincia?
Questo è uno dei punti della questione, nel nostro piccolo abbiamo allora cercato di capire meglio. La prima delibera da parte del Comune di Egna per cambiare la destinazione dell’area ed ampliarla è ora al vaglio della Provincia. Che darà un suo parere, obbligatorio ma non vincolante. Dopo di che il tutto tornerà in Consiglio Comunale. Esiste il sospetto che tutta la faccenda sia collegata con il Brenner Basistunnel, ma al momento la cosa non è stata confermata al 100%. 

Dunque voi è il momento di chiedete informazioni e garanzie. Ma non siete ancora arrivati a pretendere, mettendo magari in atto azioni di protesta?
Non ancora. Ma il Comune di Egna sta facendo pressioni perché della cosa se ne parli meno possibile sulla stampa. Noi invece vogliamo la massima trasparenza e sapere davvero cosa succederà.