Politica | La protesta

Manovra, ecco cosa rischia l’Alto Adige

La segretaria della Cgil/Agb Cristina Masera sui nodi della Legge di bilancio targata Meloni, tra scioperi e precettazioni. “Timori per le promesse fatte sul rinnovo dei contratti pubblici”.
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Sciopero Cgil-Uil 24 novembre
Foto: Cgil
  • I sindacati ribollono. “La manovra economica non investe sullo sviluppo e sul futuro di questo Paese - sentenzia Cristina Masera, segretaria della Cgil/Agb -, e in Provincia di Bolzano peserà in modo particolare”. Lo sciopero generale contro la Legge di bilancio del governo Meloni è stato indetto da Cgil e Uil: il 17 novembre a incrociare le braccia sono stati settore pubblico, trasporti e scuola, mentre il 24 novembre è stata la volta del settore privato. 


    SALTO: Segretaria Masera, partiamo dagli obiettivi di questa azione di lotta sindacale di Cgil e Uil, perché l’elenco dei motivi per cui contestate la Legge di bilancio dell'esecutivo è lungo: dai salari alle pensioni, dal funzionamento della sanità pubblica alla sicurezza sul lavoro.

    La lista è davvero lunga. Non ci sono politiche industriali, si rilanciano le privatizzazioni, senza contare la questione fiscale, uno dei nodi centrali. Prendiamo il tema delle madri: il governo afferma di essere andato loro incontro attraverso lo sconto dei contributi previdenziali a carico delle mamme lavoratrici così che possano avere buste paga più sostanziose. Avranno più liquidità oggi ma in sostanza si auto-anticipano somme che non ritroveranno sottoforma di contributi per le loro pensioni future che saranno quindi più basse. Di contro viene aumentata l’Iva sui pannolini e altri articoli per l’infanzia quindi quelle stesse mamme dovranno sborsare più soldi per acquistare questi prodotti. Per non parlare poi della riduzione dei fondi del Pnrr destinati alla costruzione degli asili nido. Insomma, che questo governo stia facendo qualcosa di effettivo e coerente rispetto alle necessità delle madri è tutto da dimostrare. 

    Eppure il governo dice che la finanziaria ha ampio “respiro sociale”.

    Solo perché un “mantra” viene ripetuto di continuo non significa che diventi automaticamente realizzabile. 

  • "Adesso basta" è lo slogan dello sciopero indetto da Cgil e Uil. In foto: la segretaria generale della Cgil/Agb Cristina Masera durante la mobilitazione del 24 novembre 2023 in piazza Nikoletti a Bolzano. Foto: Cgil

    Anche sul tema pensioni le risposte del governo non sono quelle attese dal sindacato: con la manovra si inasprisce la Legge Fornero?

    La Legge di bilancio prevede una penalizzazione per le pensioni future dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, e quello che emerge è la non disponibilità a voler cambiare un sistema nel suo complesso. Ma bisogna guardare all’equità. Capire come garantire una pensione ai giovani, per esempio, è un altro problema da affrontare. Questa del governo Meloni sembra piuttosto una manovra di contenimento della spesa, non investe sullo sviluppo e sul futuro dell’Italia. 

    Solo perché un “mantra” viene ripetuto di continuo non significa che diventi automaticamente realizzabile

  • Quanto stimate possa pesare la manovra sull’Alto Adige?

    Con un carovita come quello che abbiamo in questo territorio qualunque elemento che appesantisca i prezzi, come l’aumento dell’Iva, è in proporzione sentito di più che altrove. Certo, qualcuno potrebbe chiedersi perché scioperare in Alto Adige, una provincia con un reddito pro-capite più alto rispetto ad altre realtà italiane e con una situazione generalmente, apparentemente migliore. Per rispondere faccio un esempio: ci sono state fatte delle promesse dall’amministrazione politica per il rinnovo dei contratti pubblici, ebbene, se a livello nazionale ci sarà un arretramento rispetto all’impegno preso nella funzione pubblica perché le risorse sono poche, pensiamo forse che il cambio di rotta non riguarderà anche l'Alto Adige? Se la giunta provinciale che si formerà dovesse rispecchiare l’esecutivo a guida Meloni quanto rimarrebbe lontana dalla linea nazionale? Il timore, se questo è lo scenario che ci attende, è che quelle promesse sul rinnovo dei contratti pubblici vengano messe in pericolo. Per questo era importante per noi scendere in piazza.

  • 17 novembre 2023: uno scatto della protesta a Bolzano Foto: Cgil

    Soddisfatti della partecipazione?

    A dir la verità avremmo sperato in una partecipazione maggiore proprio perché durante le assemblee c’era stata un’adesione ideale da parte dei presenti rispetto alle motivazioni dello sciopero, ma poiché viviamo in una provincia in cui il costo della vita è stellare rinunciare economicamente a una giornata di lavoro vuol dire avere poi meno risorse a disposizione. E questo ha contato a livello di partecipazione. L’adesione alla protesta è stata alta in alcune aziende metalmeccaniche, ma in altri settori è stata decisamente bassa. Può diventare complicato anche affermare i propri diritti quando si è in difficoltà economica.

  • Con un carovita come quello che abbiamo in questo territorio qualunque elemento che appesantisca i prezzi, come l’aumento dell’Iva, è in proporzione sentito di più che altrove.

    Nel frattempo avete impugnato il provvedimento di precettazione firmato dal ministro Salvini.

    Abbiamo detto alle persone di adeguarsi al provvedimento perché non volevamo in alcun modo che venissero colpiti i singoli. Ma si è trattato di un attacco alla democrazia, abbiamo deciso perciò di perseguire, insieme alla Uil, la via giudiziaria perché le motivazioni addotte per limitare a quattro ore l’astensione dei lavoratori dei trasporti non sono secondo noi fondate. Vedremo alla fine chi avrà ragione, certo è che se si comincia con la limitazione di un diritto costituzionalmente garantito siamo in guai seri.