Svp e Pd per un programma di svolta
La conferenza stampa comincia puntualmente, come annunciato, alle 15.00. Presenti, oltre ad Arno Kompatscher, Landeshauptmann designato (che finalmente tra breve potrà perdere quell'aggettivo un po' curioso ed ereditare a pieno titolo la carica appartenuta per cinque lustri a Luis Durnwalder), Richard Theiner e Dieter Steger (per la Svp), Antonio Frena e Carlo Costa (per il Pd). Roberto Bizzo, in qualità di vicepresidente del Consiglio provinciale, è arrivato poi con qualche minuto di ritardo.
Arno Kompatscher elenca subito i punti qualificanti dell'accordo e del programma del futuro governo provinciale, rinviando per una disamina più puntuale al documento che sarà messo in rete dai siti dei rispettivi partiti. “Abbiamo voluto dare un forte segnale soprattutto per ciò che riguarda il lavoro e l'economia”, esordisce il futuro capo dell'esecutivo. “Posso inoltre dire che anche i temi della formazione professionale, il potenziamento dell'apprendimento linguistico e l'equilibrio territoriale, vale a dire tra economia e ambiente, caratterizzeranno il nostro lavoro nei prossimi cinque anni”. Ampio spazio ha trovato anche la trattazione della cosiddetta “convenzione” per la riforma dello Statuto di autonomia (un tavolo di lavoro ideato dai senatori Francesco Palermo e Karl Zeller), alla quale tutti sembrano accordare un'importanza strategica essenziale (“Io credo che i prossimi anni costituiranno un periodo di svolta”, ha notato Antonio Frena).
Ma al tono di complessiva soddisfazione (“Noi del Pd ci riteniamo molto soddisfatti”, ancora Frena) si sono aggiunte in seguito sfumature più critiche, soprattutto quando è stato Bizzo – sollecitato dai giornalisti a prendere posizione sulla mancanza del secondo assessore italiano – a prendere la parola. “Non posso ritenermi del tutto soddisfatto – ha commentato infatti l'ex assessore Pd – perché il problema della rappresentanza italiana ha messo ormai in luce un deficit strutturale del nostro impianto autonomistico. Il fatto che noi abbiamo accettato di apporre la nostra firma all'accordo di governo non ci esenta dal farci carico di questa responsabilità e speriamo che nel corso della legislatura vengano poste le basi per un superamento delle difficoltà emerse con l'esito del voto, determinato, per quanto riguarda il gruppo italiano, da un forte astensionismo e dunque da una relativa sua scarsa rappresentanza all'interno del Consiglio provinciale e della Giunta”.
Alla fine Kompatscher ha ribadito l'elenco degli assessori e ha relativizzato l'incombenza dovuta al numero di competenze che saranno da lui gestite: “Si tratta di incarichi sostanzialmente inerenti ambiti d'intervento omogenei, inoltre io dispongo di un team più ampio degli altri assessori”.
Una volta apposte le firme di rito, sarà adesso compito del Consiglio provinciale dare il segnale definitivo per l'approvazione della Giunta, il cui pieno insediamento è ormai questione di poche settimane.