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Aeroporto: “Kompatscher pressato dalle lobby”

Addio di Darwin e ampliamento dell'aeroporto. Per i Verdi il Landeshauptmann non fa altro che ‘sprecare denaro pubblico’, tra l’altro contraddicendosi.

Gli ambientalisti in consiglio provinciale ricordano che per l’aeroporto sono stati investiti già 100 milioni di euro e che ora bisognerà “aggiungerne altri per compensare le somme ormai perse”. 

Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss e Brigitte Foppa invitano Arno Kompatscher a fare “pubblica ammenda per un errore ormai commesso, per poi potersi ritirare il prima possibile da un affare in perdita”. 

I consiglieri provinciali ambientalisti ricordano che "con i soldi spesi per l’aeroporto si sarebbe invece potuto realizzare un vero tram per l’Oltradige". La critica dei Verdi è di tipo politico-sociale in quanto a loro avviso “enormi somme di denaro pubblico restano ancora a disposizione di pochissime persone che fanno uso dell’aereo”. Per loro dunque “non sono gli argomenti economici, né di attenzione al bilancio, che corroborano il Presidente nella sua corsa a favore dell‘aeroporto, ma la pressione delle lobby economiche”. In quanto - ancora i Verdi - il presidente “sa benissimo che la percentuale degli arrivi turistici in Sudtirolo per via aerea è insignificante, non superando nemmeno l’1%”. 
I Verdi rincarano quindi ancora la dose. 

“Che investitori internazionali non prenderebbero in considerazione l‘Alto Adige come sede delle loro aziende perché non c‘è l'aeroporto è un argomento a dir poco deboluccio in tempi di internet, videoconferenze, streaming, ecc.”

La contraddizione in cui sarebbe incorso Kompatscher attraverso la sua recente difesa a spada tratta dello scalo bolzanino starebbe nel fatto che che “più volte durante la campagna elettorale del 2013 l’attuale presidente della giunta aveva annunciato un referendum sul futuro dell’aeroporto”.

I Verdi concludono chiedendo alla SVP di considerare la possibilità di effettuare in tempi brevi un referendum consultivo sull’aeroporto, “chiedendo l’opinione dei cittadini e delle cittadine riguardo l’aeroporto e dando poi seguito al risultato con un’attuazione coerente”. 

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Enrico Lillo Mer, 12/31/2014 - 11:58

Preso atto della rinuncia da parte di Etihad al servizio presso ABD- Bolzano perché i costi non sono sostenibili, è il caso di prendere seriamente in esame la situazione trasporti altoatesina e sembra logico che in tale contesto debbano essere dapprima chiariti alcuni quesiti essenziali:
• L’importanza di una eventuale opzione per la regione alpina quale destinazione di una domanda turistica di eccellente standard qualitativo e di provenienza intercontinentale;
• Opportunità presenti sul territorio in grado di offrire una rete di trasporti alternativa a quella aeroportuale adeguata alle aspettative di ospiti e passeggeri con esigenze specifiche;
• Compatibilità di una tale infrastruttura con il presupposto di garantire la salvaguardia di straordinari pregi paesaggistici e alta qualità di vita.
Tanto premesso e da quanto finora è emerso dai vari contributi di pensiero, appare soprattutto indispensabile che alcuni argomenti siano da approfondire con rigore scientifico anziché affrontati in maniera emozionale o per partito preso.
Va quindi esaminata innanzitutto la gestione del trasporto pubblico in generale prima ancora che quella del traffico aereo, capire cioè con cosa, con che qualità e con che tempi la nostra provincia può essere raggiunta così come con le stesse modalità è possibile oggi raggiungere altre destinazioni per lavoro o per turismo.
Sappiamo che la globalizzazione avvantaggia chi è ben collegato con i nuovi mercati e sappiamo anche che l’Alto Adige è molto indietro rispetto ai partner-concorrenti del resto d’Italia ed europei, quindi senza adeguate strutture, noi rimarremo tagliati fuori, con tutto quello che ne consegue a livello economico ed occupazionale.
Da queste poche considerazioni nasce evidente la preoccupazione che se si vuole fare a meno dell’aeroporto, occorre che tutto il resto del trasporto pubblico sia in grado di garantire quegli standard di cui la globalizzazione necessita e che sappiamo benissimo qui da noi non ci sono, e che sia il trasporto su rotaia che su gomma, non costano alla comunità meno di quanto serve oggi per ripianare il deficit dell’ABD.
Nel dibattito pro e contro i piccoli aeroporti quindi, il nocciolo della questione è l’opportunità del continuare a sussidiare aeroporti e voli, in un periodo in cui il settore pubblico deve ridurre e riqualificare la propria spesa, tenendo presente comunque:
• che il mercato è chiaro e spietato e che i grandi aeroporti sono macchine da soldi, mentre al diminuire della dimensione si va via via fin oltre la soglia della perdita strutturale;
• che l’offerta di voli da parte delle compagnie aeree e la domanda da parte dei passeggeri si concentrano negli aeroporti più grandi;
• che l’ABD oggi se va bene, offre quasi esclusivamente qualche volo per Roma da dove si può poi raggiungere le destinazioni di maggior traffico, il tutto con aerei piccoli che sono meno efficienti e dunque impongono biglietti più costosi;
• che questo non basta per raggiungere il break-even e allora si va in perdita;
• che per questi voli paga la Provincia, che ripiana il deficit, mentre lo Stato si fa carico dei Vigili del Fuoco, dei poliziotti eccetera, che a causa della bassa attività hanno una produttività risibile e sono un doppione inutile dei colleghi presenti nell’aeroporto più grande come per esempio quello di Verona.
Oppure di soprassedere a quanto sopra, ammodernare e rendere sia l’aeroporto che le altre infrastrutture di traporto efficienti ed operative al 100% in modo da consentire di elevare le possibilità economiche ed occupazionali dell’intera provincia anche a costo di dover ogni anno ripianare i bilanci delle società gestrici, nella consapevolezza che diversamente questi costi non sarebbero comunque risparmiati, ma ricadrebbero su altri settori come la protezione sociale e il sostegno ai disoccupati che senza aeroporto certamente non andrebbero a diminuire.

Mer, 12/31/2014 - 11:58 Collegamento permanente