Il Museion ha rotto i coglioni
Del Museion a Bolzano se ne parla spesso, ma quasi mai per motivi che abbiano un nesso con esso, inteso come veicolo di cultura. E’ successo solo per una rana crocifissa e il rumore di uno sciacquone che seguiva l’inno nazionale italiano. Dall’arte contemporanea è legittimo aspettarsi qualcosa di meglio.
Le altre volte che finisce sui giornali, o è per il rapporto costi/ricavi che ricorda gli ingaggi di molti calciatori, o è perchè le donne delle pulizie buttano via le opere d’arte che sembrano immondizia, o perchè fa da sfondo a manifestazioni umanitarie. Ha rotto i coglioni.
L’ultima, quella di questi giorni, è che il Museion ha tolto il uaifài libero, volendo in questo modo liberarsi dalla presenza dei migranti seduti sul muretto che, non contenti della connessione, usavano anche i bagni e le prese di corrente. Non erano neanche tanti, ma lo sembravano perchè pochissima altra gente frequenta quel posto.
E giù polemiche, battute acide, catarro e raucedine, qui ci vuole una soluzione. Eccheccazzo.
Si prende Ötzi, la mummia del Similaun e la si sposta al Museion, le motivazioni si trovano, non sto neanche qui ad elencarle. La gente che fa la fila per ‘sta cazzo di mummia, almeno la fa più comodamente e nel frattempo si sciroppa qualcosa che ancora non capisce, ma ci sarà tempo. Fuori dal museo i migranti nessuno li noterà, confusi tra la folla festante. E tutti vivranno felici e contenti