Calabria: Terra di antimafia
Un piccolo pullman di giovani sudtirolesi e trentini parte alla volta della Calabria per prendere parte ad un Campo della Legalità organizzato da Arciragazzi Bolzano e Arci del Trentino. Tra di loro ci sono anche io, felicissimo di poter finalmente far ritorno in questa terra meravigliosa e di poter riabbracciare gli amici lasciati l'anno scorso.
La Calabria è una terra magnifica: la gente è accogliente, il cibo ottimo, i paesaggi mozzafiato e il mare cristallino. Esatto, la Calabria è, prima di tutto, questo: bellezza.
Purtroppo esiste anche un’altra faccia della medaglia, molto meno bella da raccontare: una realtà fatta di sangue, paura e omertà che, però, può tramutarsi in coraggio e resistenza.
La ‘ndrangheta è la terza organizzazione criminale più potente al mondo. È un cancro che si insinua nel tessuto sociale sano facendolo morire poco a poco, corrodendolo corrompendolo.
Una delle definizioni più azzeccate ci è stata fornita da JulieTingwall, sostituto procuratore dello Stato della Florida: “È invisibile, come l’altra faccia della luna”. È vero. Noi, infatti, non l’abbiamo vista, ma abbiamo avuto modo di vedere e conoscere chi la combatte quotidianamente, con passione e voglia di riscatto per la propria terra.
La mattina ci alzavamo di buon ora per andare a lavorare nei beni confiscati alla mafia. Guai a mettere le mani in tasca agli ‘ndranghetisti minando il loro patrimonio, è la cosa che più li fa arrabbiare.
Forse è per questo che c’era tanta soddisfazione nel lavorare quelle terre. Ora quei beni sono gestiti da cooperative sociali e da associazioni. Sono proprietà di tutti e questo è un duro colpo per la criminalità organizzata.
Un’altra cosa che li disturba, incrinando il loro potere, è la cultura in tutte le sue forme. Infatti, dove c’è cultura, la ‘ndrangheta non trova terreno fertile sul quale germogliare.
Oltre al lavoro nei campi abbiamo partecipato a molteplici attività e diversi incontri.
È stata una settimana ricca di emozioni. Molti sono stati i racconti toccanti che ci hanno fatto riflettere: durante la “Marcia della Memoria”, marcia che si svolge il 22 Luglio di ogni anno in Aspromonte in ricordo di Lollò Cartisano e di tutte le vittime innocenti delle mafie, abbiamo avuto l’occasione di sentire diverse testimonianze di parenti di vittime di ‘ndrangheta e non solo. Morti ammazzati perché amavano la loro terra, perché hanno avuto il coraggio di non chinare la testa o, semplicemente, perché si sono innamorati della donna sbagliata.
Alcuni sono morti perché, come viene spesso detto, si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato. No! Semmai quelli nel posto sbagliato sono i mafiosi, non noi.
Ma non tutti si rendono conto della gravità del fenomeno, dell'illegalità: per molti l'ndrangheta e "normale", è normale chiedere il permesso a qualcuno per aprire un'attività, è normale pagare il pizzo ed è normale molto altro. E un po’ li capisco. Preferiscono farsi i fatti propri e non avere problemi; fanno finta che tutto vada bene. Probabilmente anche molti di noi, nella stessa situazione, farebbero così. Infatti non li critico, anzi. Però il fatto che la maggior parte decida di tacere mi fa apprezzare ancora di più tutti quelli che invece parlano, dicono le cose come stanno e denunciano. E se la ‘ndrangheta li minaccia loro parlano ancora più forte. Sono persone che ammiro e che ci hanno regalato tanto, ci hanno insegnato a vivere in modo critico, impegnandoci ogni giorno per la bellezza, per la legalità!
Queste persone ti mettono addosso una carica incredibile che non può non tramutarsi nel desiderio di diventare un cittadino più attivo e responsabile.
Tutti noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa. Mi ricordo che ci è stato chiesto, una volta che saremmo tornati a casa, di parlare di ‘ndrangheta e di far capire al Nord quanto schifo faccia. Infatti, qui da noi, spesso questo fenomeno viene visto come qualcosa di lontano che non ci riguarda. Invece non è così. La mafia esiste al sud come al nord ed è importante non dimenticarsene mai.
Sono rimasto affascinato da questa Calabria che resiste, da questa Calabria che non ha paura. Nonostante le continue minacce, le vessazioni, i danneggiamenti queste persone continuano imperterrite nella loro lotta. Stanno dalla parte giusta e noi lo sappiamo.
È proprio vero che questa esperienza ti cambia e lascia il segno. Se posso darvi un consiglio regalatevi un Campo della Legalità: non ve ne pentirete.
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