Società | cannabis

La piantagione (legale)

Dopo l'assurdo decreto del governo che criminalizza anche il cannabidiolo, viaggio a Teodone, dove la coop Ecopassion coltiva la canapa a contenuto di THC quasi nullo.
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Foto: F.G. Salto Bz

Ambientazione: strada sterrata nei pressi dell’ingresso di Teodone (Dietenheim), frazione di Brunico. Percorsi circa 150 metri, dopo una curva, sulla sinistra si vedono piante di mais ormai maturo, sulla destra, una fitta piantagione dalle sembianze inconfondibili: canapa. Da non credere. Molti dei sottili fusti sono alti ben più di tre metri. Occhi sgranati.

Fa un certo effetto vederla dal vivo, la canapa sativa, perché di solito le sue piante compaiono nelle immagini sgranate dei Tg con cani antidroga che scodinzolano agitati. Le infiorescenze presenti in questo ettaro e mezzo di coltivazione in Pusteria sono profumatissime, ma nemmeno nelle giornate ventose c’è il rischio che arrivino i carabinieri di Brunico o la Guardia di finanza. Tutti in zona sanno che questa piantagione è legale. “Si tratta di una varietà di canapa sativa a bassissimo contenuto di THC”, spiega Philipp Benedetti della cooperativa sociale Ecopassion di Brunico.

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Philipp Benedetti Il presidente di Ecopassion spiega durante il tour come funziona la coltivazione di canapa (Foto F.G. Salto Bz)

 

Il THC, delta-9-tetraidrocannabinolo, è la sostanza psicotropa prodotta dai fiori di cannabis, che oltre a produrre gli effetti euforizzanti che hanno portato alla criminalizzazione della pianta, ha forti proprietà antidolorifiche e antinausea importanti per molte patologie. Ed è per questo che l’uso terapeutico della cannabis è possibile in molti Paesi, Italia compresa (in genere attraverso il farmaco Sativex).

Ma oltre ad essere usata per le proprietà officinali, fin dall’antichità con la canapa si è fatto veramente di tutto: vele e corde, l’olio combustibile per l’illuminazione, mangime per animali, tessuti per vestiti. E nell’agosto 1941 un certo Henry Ford presentò al mondo il prototipo della Hemp Body Car, che – lo dice il nome – aveva la carrozzeria realizzata con materie vegetali derivate da soia e canapa ed era alimentata a etanolo, prodotto sempre dalla cannabis. Meglio non farsi troppe domande sul perché il progetto non ebbe seguito.

Ad ogni modo, gli usi “ricreativi” finirono nel mirino già negli anni Trenta, e la messa al bando iniziò negli anni Sessanta del Novecento. La cannabis divenne poi tabù, roba da cappelloni “drogati”, che cominciano con le canne e poi finiscono inevitabilmente per bucarsi. Nei successivi decenni qualcosa è cambiato e a partire dalla capostipite California, nel 1996, i paesi ad aver legalizzato l'uso ricreativo della cannabis sono parecchi, soprattutto Oltre Oceano. In Europa il dibattito è sempre monopolizzato dalla destra proibizionista per cui non sembrano essere possibili cambi legislativi significativi. In Italia, neanche a parlarne,

Ma l’oblio forzato dovuto all’uso per “stonarsi”, di riflesso ha fatto sì che si sia rinunciato per decenni anche a beneficiare delle mille proprietà officinali che la pianta conserva anche quando è privata del “mostro” THC. Da quando sono state create varietà “light” con THC tra lo 0,2 e lo 0,5% sono sorti ovunque (a Bolzano sono tre) negozietti che vendono un’infinità di prodotti di ogni tipo, compresi rimedi naturali che - per legge - non possono vedere esplicitate sulla confezione le proprietà mediche che i prodotti indubbiamente hanno. In Italia, oltre ad avere una delle normative tra le più restrittive per quanto riguarda l’uso personale della cannabis con THC,  la destra prova da sempre prova a complicare la vita ai lavoratori del settore cannabis light. Così, per sfizio, per avere qualcosa da proibire affinché regni l’ordine. E ci è riuscita di nuovo qualche giorno fa.

Il cannabidiolo (CBD), altro estratto ottenuto dalla cannabis, il 7 agosto è stato infatti inserito nella tabella degli stupefacenti con un decreto a sorpresa firmato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. Con il provvedimento, che entrerà in vigore il 22 settembre, si revoca un precedente decreto emesso nel 2020 dall'allora ministro Roberto Speranza, e vengono nuovamente qualificati come sostanza stupefacente i prodotti per uso orale a base di cannabidiolo. Questi prodotti da ingerire non potranno quindi più essere venduti nei negozi di cannabis light, ma si potranno ottenere in teoria  soltanto in farmacia, dietro presentazione di una ricetta medica non ripetibile. Resta consentita la vendita di fiori di cannabis da fumare, contenenti il CBD, ma non il THC.

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Ormai inutili Le piante maschio rinsecchite hanno effettuato il loro lavoro. (Foto F.G. Salto Bz)

 

Nonostante i prodotti a base di CBD siano  il core business di Ecopassion (vengono anche usati per i massaggi in diversi wellness del territorio) i responsabili della cooperativa non sono preoccupati. “Una regolamentazione chiara è necessaria. Ci sono alcuni aspetti ancora da verificare, ma sono sicuro che si avvierà un dibattito e che potremo procedere con le nostre attività”, dice Philipp Benedetti, presidente della cooperativa.

Ma come è nata Ecopassion? “Abbiamo cominciato - spiega Benedetti - con una srl nel 2012, e nel 2013 abbiamo iniziato a coltivare le prime piante. Immaginate gli incidenti che abbiamo avuto. Le piante venivano spesso rubate e sono anche state rivendute da dei ragazzi come fosse Marijuana a Brunico. All’inizio abbiamo fatto soprattutto edilizia con i mattoni in calcecanapa. abbiamo costruito una casa in zona, ed anche una chiesa in valle Aurina, poi abbiamo costruito case in Austria, Svizzera e Germania, e sviluppato un mattone con un’azienda locale, che ha vinto anche un importante premio”. Ma stare dietro a tutto, è impossibile, anche perché nelle “fiere in italia, si dice che la canapa è come il maiale, non si butta via nulla. Per cui abbiamo lasciato l’edile e ci siamo concentrati sui prodotti a base di olio di semi di canapa. Da due anni siamo diventati cooperativa sociale e il nostro compito principale è fare informazione e sensibilizzazione sociale su questi temi”. Al giro “turistico” in Pusteria partecipano farmacisti, operatori sociali delle case di riposo, rappresentanti di prodotti naturali … “I prodotti a base di CBD – spiegano i responsabili – hanno indubbia efficacia per superare disturbi del sonno, stress, problemi digestivi, emicrania, dolori mestruali, dolori reumatici, infiammazioni, problemi cutanei, dermatiti, e come supporto per malattie neurologico. Il nostro compito è realizzare prodotti di qualità e fare informazione sulle proprietà terapeutiche della pianta e sui mille usi per cui è utile coltivarla”. Governo Meloni permettendo.