Politica | La polemica

Doppio passaporto, dietrofront di Team K

Il gruppo di Köllensperger ritira le firme dal documento incriminato: “Non ci facciamo strumentalizzare”. Ma se Roma e Vienna trovano un accordo, niente in contrario.
Landtagsfraktion Team Köllensperger
Foto: Othmar Seehauser

Per Paul Köllensperger la questione del doppio passaporto continua a rappresentare una grana. Era il 2017 quando il consigliere provinciale, allora alfiere del Movimento 5 stelle, firmò insieme ad altri 18 membri dell’assemblea, una lettera scritta da Sven Knoll di Südtiroler Freiheit e inviata a Vienna con la richiesta che la doppia cittadinanza fosse inserita nel programma di coalizione del governo. “Non è stata un’azione anti-italiana”, precisò in quell’occasione Köllensperger sostenendo che, in ogni caso, non disdegnava l’idea di un eventuale “regalo” da parte dell’Austria ai sudtirolesi.

Stavolta, con il riaffiorare dell’argomento del doppio passaporto, il “problema” si è creato con i compagni di partito Alex Ploner, Franz Ploner, Josef Unterholzner, Maria Elisabeth Rieder e Peter Faistnauer. I 5 consiglieri del Team K (tranne il leader) hanno infatti firmato una lettera, promossa dagli Schützen e indirizzata all’esecutivo austriaco, in cui si chiede un’audizione su un eventuale disegno di legge viennese sul doppio passaporto. Mentre la missiva “è probabilmente già finita nel cestino, in Alto Adige si è creato un acceso dibattito nei media e nella popolazione”. La compagine guidata da Köllensperger afferma di aver firmato la petizione con le migliori intenzioni, unicamente per avere informazioni di prima mano da parte del governo austriaco nel caso in cui questo procedesse a formulare un disegno di legge sulla doppia cittadinanza. “In alcun modo si intende sostenere provocazioni ‘da destra’ o saltare sul carro del patriottismo”. La decisione conseguente è dunque quella di ritirare le firme dal documento.

Nessun membro del Team K è iscritto a fantomatici comitati a sostegno del doppio passaporto né partecipa a riunioni dello stesso. In nessun modo il Team K accetta di farsi strumentalizzare da chi intorno a questo argomento intende creare divisioni

I componenti parlano di “errore commesso in buona fede”, dovuto anche alla poca esperienza maturata in consiglio e alla ancora acerba conoscenza delle dinamiche della politica locale. “Nessun membro del Team K è iscritto a fantomatici comitati a sostegno del doppio passaporto né partecipa a riunioni dello stesso. In nessun modo il Team K accetta di farsi strumentalizzare da chi intorno a questo argomento intende creare divisioni”. Derubricare il doppio passaporto a un “non tema” del Team K appare come la cosa più ovvia da fare per il gruppo, dal momento che “l’Alto Adige deve occuparsi di temi e sfide ben più importanti”. I consiglieri aggiungono che l’Europa e lo sviluppo dell'autonomia, hanno la priorità, così come la qualità della vita dei cittadini, e ribadiscono che il proprio impegno politico verte sui temi della convivenza e della scuola plurilingue. 

Ma c’è un “ma”. E la dose di cerchiobottismo è servita. Nell’ipotesi, poco verosimile, che Roma e Vienna trovino un’intesa, dato che “la doppia cittadinanza è un desiderio di una parte della popolazione altoatesina, esso non dovrebbe essere negato in linea di principio - se si creano le condizioni per discuterne in modo imparziale. Ma stando ben attenti a non danneggiare i rapporti con Roma, importanti per altre richieste ben più significative, vedi alcune urgenti norme di attuazione. E a condizione che l’argomento non venga usato impropriamente come elemento di divisione o discriminazione tra i gruppi linguistici. Purtroppo proprio ciò che sta accadendo in questo momento”, osservano infine i consiglieri di Team K.