“I referendum? Una fuga”
Il 2016 sarà (di nuovo) un anno segnato dai referendum, per la gioia di coloro che vedono nelle consultazioni popolari il sale della (stanca) democrazia. Ma il favore nei confronti dei referendum com’è noto non è condiviso da tutti, basti citare l’esempio della SVP solo recentemente convertitasi ad una pratica che fino a pochi mesi fa il partito di raccolta vedeva come un pericoloso ‘incidente’ nella gestione del consenso di massa.
La più recente presa di posizione contro i referendum è giunta in questi ultimi scampoli del 2015 per bocca di Giorgio Holzmann, candidato sindaco in pectore nel capoluogo di una non ben definita e finora ancora ipotetica große Coalition che possa coinvolgere i moderati bolzanini al di là dei vecchi (?) schematismi ideologici.
La presa di posizione di Holzmann è significativa perché appare, in sostanza, come un’ammissione di colpa in merito all’attuale impotenza della politica.
L’ex deputato nonché vicepresidente del consiglio provinciale di Bolzano fa riferimento alle interviste al Landeshauptmann apparse oggi sui quotidiani altoatesini, dove Arno Kompatscher “si dice pronto a chiedere due referendum su aeroporto e Benko”. In merito Holzmann è lapidario.
“Quando la politica abdica alla propria funzione ha fallito. La democrazia rappresentativa prevede di delegare la gestione amministrativa agli organi preposti, la giunta e il consiglio comunale di Bolzano per l’area di via Alto Adige - via Garibaldi - viale Stazione e la giunta provinciale per l’aeroporto. Fuggire dalle proprie responsabilità è sbagliato.”
Detto questo Holzmann spiega quali sono a suo avviso gli elementi fondanti dell’errore commesso dalla politica rappresentativa che non decide. Si tratterebbe per l’appunto non solo di un’’ammissione di debolezza’ ma anche di una ‘fuga dalle responsabilità’, scaricando sui cittadini il ‘peso’ della decisione da prendere. Cittadini che - secondo Holzmann - non dispongono degli elementi per prenderla, questa decisione.
“Credo quasi nessuno sappia quanto è lunga la pista dell'aeroporto e di quanti metri dovrebbe essere allungata, quali le prospettive economiche di sviluppo, l'inquinamento e altri parametri di valutazione.
Anche su Benko, salvo pochi, la maggioranza non sa di cosa si parla esattamente, quanti metri cubi verrebbero realizzati, quanti parcheggi, quanto grande dovrebbe essere il nuovo centro commerciale.”
Detto questo Holzmann rincara la dose: sono i politici coloro che “hanno tutti gli elementi di valutazione nelle loro mani” e che - (n.d.r. maiuscolo nel testo originale di Holzmann) - “sono pagati per prendere le decisioni”.
C’è da giurare che il dibattito non solo sull’opportunità ma anche nel merito della modalità che verrà scelta per le due consultazioni popolari su Benko ed aeroporto terrà banco anche nel 2016. Mettendo in discussione il ruolo del presidente Kompatscher per quanto riguarda l’aeroporto e segnando profondamente anche la campagna elettorale per il comune di Bolzano che nel prossimo maggio cercherà con fatica di uscire dalla palude politica in cui si è cacciato. O dove l’hanno cacciato i 'famosi' cittadini stessi, eleggendo rappresentanti di 18 differenti formazioni politiche?
Il difetto sta nel manico.
Il difetto sta nel manico. Quando la politica abdica alle sue funzioni che dovrebbero avere al centro la difesa del bene comune e delle finalità pubbliche, i processi decisionali, le regole istituzionali vengono piegate a favore di privati investitori e fruitori. Di questo si tratta e di nient'altro.
Per non parlare di incarichi pubblici affidati a persone con forti interessi economici personali.
Per le convenienze e le utilità dei cittadini si impongono nuove forme di partecipazione che non si possono esaurire con l'annuncio di improbabili sondaggi. e strumentali consultazioni popolari.