salto.bz: in questi mesi abbiamo visto alcuni dei maggiori partiti meranesi investiti da forti conflitti interni - dall'SVP ai Verdi. Nel Movimento 5 Stelle, invece, regna la pace?
Francesca Schir: È noto che in varie regioni italiane il M5S è scosso da dissidi, che ricondurrei in primo luogo all'inesperienza politica. Anche a Merano siamo politici alle prime armi, ma siamo riusciti ad appianare i conflitti interni grazie anche a una stretta e proficua collaborazione con il consigliere provinciale Paul Köllensperger e con il parlamentare trentino Riccardo Fraccaro.

A livello nazionale, la rigorosa disciplina interna del movimento è continuamente messa in discussione. La questione centrale, posta dal sindaco di Parma Federico Pizzarotti, è se quello che lui chiama romanocentrismo allontani il movimento dalla base. Pizzarotti chiede un congresso per ridefinire le regole.
È giusto che chi contravviene alle regole venga espulso. Detto questo, credo che a questo punto del dibattito sarebbe certamente auspicabile un congresso. Per quanto riguarda il caso di Laives, dove il Movimento 5 Stelle appoggia la giunta di centro-destra, sono d'accordissimo con la scelta dei colleghi di stringere un'alleanza su punti programmatici, anzi dico che a Merano avremmo potuto fare la stessa cosa con il sindaco Paul Rösch all'indomani del ballottaggio.

A parte uno scorcio di legislatura passato nei banchi del consiglio comunale negli anni Novanta, lei è sostanzialmente una new entry della politica meranese. Sulla base delle esperienze raccolte negli ultimi 6 mesi, ai quarantenni suoi coetanei che indicazione dà? Vale la pena di impegnarsi in politica?
Vale assolutamente la pena. La demotivazione della mia generazione è conseguenza dello scarso peso che le persone hanno avuto nella politica negli ultimi decenni. Ne è un sintomo anche la composizione della nuova giunta di Merano, a cui partecipano partiti come l'SVP e il PD che hanno perso consensi alle ultime elezioni. Il Movimento 5 Stelle punta alla democrazia diretta per far sì che il maggior numero di persone informate e interessate possa prendere parte al processo politico.

Appena eletta in consiglio comunale, in quattro e quattr'otto si è ritrovata sulla poltrona del presidente. È a suo agio in questo ruolo?
All'inizio non avevo la minima idea di cosa significasse. Ma ci ho messo poco a capire che un punto dolente è la presenza in aula, un altro la cultura dell'ascolto. Penso che i consiglieri presenti all'appello dovrebbero rimanere in aula per tutta la durata della seduta.

Dunque ha dato un giro di vite sulla disciplina?
Ci provo. Con gli strumenti che ho a disposizione, cerco di sollecitare i consiglieri a seguire il dibattito anche quando a parlare sono gli avversari politici. Siamo pagati dai cittadini per lavorare in aula.

Lei ha rinunciato a metà dei suoi emolumenti di presidente del Consiglio comunale. In un mondo dominato da politici che arraffano, si è mai pentita di questa scelta?
È chiaro che i soldi fanno comodo a tutti e che avere 550 euro in più al mese piacerebbe anche a me. Ma penso che i politici debbano essere un modello positivo e non un esempio di egoismo. Se guadagni troppi soldi, ti abitui a uno standard di vita che non è il tuo, e questo può creare dipendenza e generare il rischio di lavorare solo per mantenere i propri privilegi anziché per il bene comune. Sono felice di aver destinato la somma a cui rinuncio al progetto delle residenze assistite per gli anziani.

Torniamo alla giunta: che immagine sceglierebbe per caratterizzarle i primi 6 mesi di governo cittadino?
Richiamando l'animale simbolo della sua campagna elettorale, direi che il sindaco Paul Rösch si è trasformato in una zebra al guinzaglio. Avrebbe la possibilità di galoppare nella savana e invece è costretto dai suoi alleati (SVP, PD e Alleanza per Merano, n.d.r.) a pascolare nel recinto. A noi del Movimento 5 Stelle il programma di Rösch è piaciuto sin dall'inizio, ma è evidente che ha grossi problemi a realizzarlo.

Il sindaco, molto criticato per alcuni suoi dietrofront, rivendica per sé il diritto all'ingenuità in politica. Lei cosa ne pensa?
Le qualità umane di Rösch sono ciò che di lui ho maggiormente apprezzato sin dall'inizio. Personalmente, gli concedo senz'altro il diritto all'ingenuità, a patto che sia permeabile alle critiche e disposto a correggere gli errori. Sono convinta che Paul Rösch è una persona onesta, e di onestà la politica ha tanto bisogno.

Il divieto dei fuochi d'artificio, poi ritirato, è stata l'ultima buccia di banana su cui è scivolato il sindaco di Merano. Lei è andata a vederli?
No. Aspetto il meraviglioso spettacolo piroluminoso senza botti che la giunta ci ha promesso per il 2016.

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Francesca Schir ha 42 anni e insegna al Liceo Gandhi di Merano. Assieme ad Adriana Valle, dal maggio 2015, siede in consiglio comunale per il Movimento 5 Stelle. Il 23 giugno scorso è stata eletta all'unanimità presidente del parlamento cittadino.