Morini, nozze d'oro con il calcio
-
E’ il decano degli allenatori della nostra regione, uno dei più vincenti e uno dei due (l’altro è Manfioletti) ad avere il patentino Uefa Pro, che permette di allenare in serie A. Da quando è in panchina ha conquistato 22 trofei in 30 anni di carriera di cui 15 negli ultimi 15 anni. Patrizio Morini, 68 anni ha ancora voglia di scrivere pagine importanti del calcio della nostra regione, nonostante, a sorpresa, non sia più l’allenatore del Brixen.
Salto: Partiamo da quello che è successo dopo la conquista della Coppa Italia regionale nella finale contro il Levico di metà dicembre
Patrizio Morini: Già ad inizio stagione ci sono stati degli accordi non rispettati da parte della società e da lì sono poi nati una serie di attriti, e quindi, di comune accordo, abbiamo preso la decisione di separarci
Dal punto di vista sportivo come valuta la sua esperienza al Brixen?
Sono molto soddisfatto perché nel 2024 abbiamo vinto un campionato di Promozione imbattuti e con 21 punti di vantaggio sulla seconda e poi ci sono stati i successi in Coppa Italia provinciale e in quella regionale, la Coppa disciplina e il raggiungimento dei quarti di finale in Coppa provincia. Insomma un anno da ricordare per tutta la vita.
Non la stuzzicava l’idea di restare per provare a vincere una seconda volta la Coppa Italia nazionale, dopo quella storica ottenuta con il San Giorgio nel 2018?
In 100 anni di calcio il Trentino Alto Adige è riuscita a vincerla solo quella volta, credo non ci siano i presupposti nella nostra regione per poter ottenere un’altra volta un risultato simile
A San Giorgio ho trascorso 12 anni indimenticabili insieme al mio grande amico, il presidente Brugger. Come tutte le storie pero c'è un inizio e una fine
Conosce benissimo sia il campionato di Promozione che quello di Eccellenza. La differenza tra le due categorie è notevole?
In Eccellenza c’è un ritmo nettamente superiore, oltre ad un altro livello qualitativo e fisico. Due categorie molte diverse tra loro
Chi sono le favorite dell’Eccellenza quest’anno?
Il Maia Alta in e dietro il Levico
E la Virtus Bolzano?
E’ una buona squadra ma da quanto si dice, nell’immediato non ha intenzione di salire in serie D, penso che si preoccuperà quindi soprattutto della valorizzazione dei giovani
Il suo nome è legato soprattutto al San Giorgio
Ho trascorso 12 anni indimenticabili insieme al mio grande amico, il presidente Brugger. Momenti bellissimi come la vittoria del campionato di Eccellenza, oltre alla Coppa Italia Nazionale. Come tutte le storie c’è però un inizio e fisiologicamente una fine. Quando ho ritrovato da avversario per la prima volta il San Giorgio, ho provato un’emozione fortissima.
Il livello dell’Eccellenza si è abbassato negli ultimi 15 anni?
No, anzi. Ora c’è molta più professionalità da parte dei giocatori e si è alzato notevolmente il livello tecnico - tattico degli allenatori, che studiano, si informano, e considerano il calcio non più un’attività da dopolavoro ma una vera e propria prima occupazione.
-
Il suo nome è legato soprattutto al San Giorgio
Ho trascorso 12 anni indimenticabili insieme al mio grande amico, il presidente Brugger. Momenti bellissimi come la vittoria del campionato di Eccellenza, oltre alla Coppa Italia Nazionale. Come tutte le storie c’è però un inizio e fisiologicamente una fine. Quando ho ritrovato da avversario per la prima volta il San Giorgio, ho provato un’emozione fortissima.
Il livello dell’Eccellenza si è abbassato negli ultimi 15 anni?
No, anzi. Ora c’è molta più professionalità da parte dei giocatori e si è alzato notevolmente il livello tecnico - tattico degli allenatori, che studiano, si informano, e considerano il calcio non più un’attività da dopolavoro ma una vera e propria prima occupazione.
L’anno scorso aveva detto che quella col Brixen sarebbe stata la sua ultima esperienza come allenatore e poi avrebbe fatto altro
Ho cambiato questa idea. Dopo tutto quello che ho vinto in questo ultimo anno, la mia attività non è conclusa. Sono profondamente convinto a continuare finchè riuscirò a raggiungere certi risultati e avrò voglia e stimoli come ho in questo momento. Quest’anno potrò ancora allenare (non in Eccellenza ndr) lo farò però solo di fronte ad un progetto importante. Oppure ricomincerò la prossima stagione, con una società questa volta però, che abbia le idee chiare
L'autobiografia? Dopo l’esperienza a Castiglione, avevo del tempo libero, e ho deciso di far conoscere a tutto il mondo calciofilo del Trentino Alto Adige le mie origini, i miei successi, e qual era la vocazione che mi ha portato in più di 50 anni della mia vita in ruoli diversi sui campi di calcio. L’intero ricavato delle vendita dei libri è andato in beneficenza ad una scuola africana
Lei ha fatto l’insegnante di italiano oltre all’allenatore . Qualche suo studente è stato anche un suo giocatore?
Diversi, mi ricordo Patrick Kofler, Manuel Pipperberger e Markus Rieder. Trattavo i ragazzi a scuola per quello che era l’aspetto didattico come era giusto che fosse, poi una volta suonata la campanella e ci si ritrovava al campo, ovviamente cambiava il rapporto che diventava quello tra allenatore e giocatore
Come è nata l’idea dell’autobiografia, pubblicata poco più di un anno fa?
Intanto devo essere grato a Filippo Rosace che ha lavorato in modo encomiabile con me nella stesura del libro. Dopo l’esperienza a Castiglione, avevo del tempo libero, e ho deciso di far conoscere a tutto il mondo calciofilo del Trentino Alto Adige le mie origini, i miei successi, e quale era la vocazione che mi ha portato in più di 50 anni della mia vita in ruoli diversi sui campi di calcio. L’intero ricavato delle vendita dei libri è andato in beneficenza ad una scuola africana
A proposito di Castiglione, il ritorno come allenatore in Umbria, sua terra d’origine è stato piuttosto breve
Nella mia lunga carriera ho subito due esoneri e tre volte mi sono dimesso. Quella di Castiglione è stato un’esperienza magnifica dal punto di vista formativo in un mondo molto più professionistico rispetto a quello a cui ero abituato. Dopo che sono arrivato lì però sono cambiati la società e direttore, la squadra è stata costruita senza una logica, dopo cinque partite e un solo punto conquistato ho deciso, nonostante hanno cercato di trattenermi in tutti i modi, di farmi da parte
Il Südtirol vive una situazione difficile: pensa potrà riuscire a salvarsi?
Castori, che conosco benissimo, l’ho visto sereno nel dopo partita contro il Modena. Del resto cinque punti in quattro partite non sono da buttare per una squadra che lotta per la salvezza, purtroppo il gap è stato ereditato dalle gestioni precedenti. Se come sembra, dal mercato dovessero arrivare un paio di giocatori di grande valore aiutati dall’esperienza del mister, che nella sua carriera ne ha viste di cotte e crude, l’obiettivo salvezza sembra essere raggiungibile